Alfonso Pecoraro Scanio


Il Manifesto del 03.07.2007

Intervista rilasciata al Manifesto dal ministro Alfonso Pecoraro Scanio:

Sinistra in assemblea a Taranto

Subito una grande assemblea per le dieci riforme a cui la sinistra punta per la finanziaria e per la legislatura». Alfonso Pecoraro Scanio, leader dei Verdi e ministro dell'ambiente, accoglie la «sfida» al Pd lanciata dal segretario di Rifondazione sul manifesto ma frena sull'opportunità di liste unitarie della sinistra «arcobaleno» da presentare già alle prossime amministrative. «La convergenza a sinistra - spiega il leader del Sole che ride - deve partire dalle scelte concrete e non da una sommatoria di ceti dirigenti. Dobbiamo essere radicali nei contenuti ma pragmatici nei percorsi». Dunque sì all'«unità d'azione» in parlamento e al governo («la lettera dei quattro ministri a Prodi sul Dpef, nonostante le polemiche, ha funzionato») ma convergenza dei quattro partiti solo dopo le europee.

Condividi la proposta di un'assemblea da fare subito, entro metà luglio, per lanciare una «campagna sui contenuti»?
Certamente sì. Dal punto di vista simbolico un buon luogo per farla sarebbe Taranto, dove abbiamo vinto anche contro l'arroganza del Pd. Penso che da questo appuntamento la sinistra debba lanciare dieci riforme. Io ne proporrò alcune: sul clima servono scelte chiare su energia, trasporti e edilizia, che vuol dire anche un piano casa per i giovani. Credo poi che siamo tutti d'accordo sul reddito di cittadinanza e come minimo sui Pacs e sulla riconversione delle spese militari in spese civili. C'è poi il tema della «Tobin tax» e della finanza etica. Insomma discutiamo e tutti insieme facciamo delle proposte mirate già per la finanziaria del 2008. La nostra convergenza deve avvenire su scelte concrete e non per una sommatoria di ceti dirigenti. Infine penso che dobbiamo discutere senza pregiudizi sul tema della sicurezza, che non può essere monopolio delle destre o del Pd.

Rifondazione propone liste unitarie della sinistra già nel 2008.
E' un esperimento da valutare caso per caso anche se i partiti resteranno. Le amministrative non sono il massimo per sperimentare: è difficile presentarsi con simboli e candidature comuni. E in Europa ognuno rimarrà dove sta oggi: i Verdi faranno i Verdi. Sono un po' provato dall'esperienza dell'anno scorso, quando il Pdci non accettò di togliere la falce e martello dal simbolo comune.

Quindi i Verdi non sono interessati a un soggetto unitario?
Se vogliamo davvero la convergenza cerchiamo un simbolo comune per altri appuntamenti elettorali. In prospettiva l'arcobaleno può davvero diventare il, simbolo della sinistra riformatrice. E' noto del resto che noi non parteciperemo a una «cosa rossa». Per il 2008 abbiamo varato la costituente ecologista e il patto per il clima e puntiamo a rafforzare i Verdi. Nello stesso tempo possiamo agire insieme con chi crede che un altro mondo non solo è possibile ma è ormai necessario.

Ti ha convinto il Veltroni ambientalista del lingotto?
Mi pare un alleato più disponibile al dialogo di altri, che nel Pd vogliono le centrali a carbone o il nucleare. Vorrei però che Veltroni trasformi le sue dichiarazioni in interventi concreti. Anche noi siamo per un ambientalismo dei sì. Il problema è che dire sì a qualcosa implica dei no altrettanto chiari.

Che rapporto avrebbero i Verdi con un Pd a guida veltroniana?
Il Pd è il nostro interlocutore privilegiato. Mi sembra una candidatura che evita l'estremismo di centro e per questo spero che prevalga. Preferisco il sindaco Veltroni al sindaco Chiamparino. Veltroni a Roma gestisce la coalizione con il dialogo e senza imposizioni. Se non vogliamo fare una competizione tutta interna al centrosinistra è preferibile un Pd a guida Veltroni.

E' lo stesso Veltroni però che dice che le alleanze si possono rimettere in discussione a seconda della legge elettorale.
Mi pare una forzatura giornalistica. Se l'Ulivo pensa di approvare una legge elettorale che rompa a sinistra e gli lasci mano libera farà un gran regalo a Berlusconi. Vorrà dire che si torna al proporzionale e gli accordi di governo si fanno dopo le elezioni Non mi pare un bene. Penso che quella frase di Veltroni sia stata male interpretata.

Ma nello stesso tempo l'Ulivo ha proposto il maggioritario a doppio turno. E' un sistema che marginalizza tutta la sinistra.
Che l'Ulivo insista ancora sul modello francese dopo 15 anni che i socialisti perdono le elezioni è masochismo. La legge elettorale deve essere cambiata in parlamento su un modello esistente a livello locale.

Come si può chiudere sulle pensioni?
Il punto è di metodo, non di merito: bisogna negoziare senza arroganza. Noi sosteniamo il sindacato ed è la maggioranza che deve rispettare gli impegni presi con gli elettori: se abbiamo detto che avremmo abolito lo scalone dobbiamo farlo. Se si fa con incentivi condivisi dai sindacati e ragionando su lavori usuranti e turnisti va bene. Se si vuole allungare l’età pensionabile insomma bisogna farlo su base volontaria. Contemporaneamente dobbiamo rilanciare l’iniziativa sui giovani e contro il precariato.

Veltroni si è anche espresso sulla TAV.
Per fortuna non siamo più prigionieri di alcuni tecnici «embedded». Noto che da quando abbiamo ricominciato a discutere con i sindaci è sparito il tracciato folle scelto da Lunari e si è andata ad analizzare la capienza della linea storica come volevano i valsusini.

Intanto però non hai votato l’allegato alle infrastrutture nel Dpef. Perché?
Non l’ho votato, unico nel governo, perché credo che sia un vero elemento di debolezza dell’Unione. Nel Dpef rispetto all’ambiente ci sono cose importanti ma quelle grandi opere sono una sommatoria di richieste delle regioni spesso in contraddizione tra loro. Ci sono interventi che chiediamo da anni, come l’ampliamento dell’Aurelia e la messa in sicurezza delle ferrovie, accanto ad altri figli di vecchie logiche. Soprattutto c’è una contraddizione di fondo: c’eravamo impegnati ad eliminare la «legge obiettivo» di Lunari. Dobbiamo insistere: anche nelle infrastrutture ci deve essere una valutazione ambientale strategica. Poi ci serve un patto di sostenibilità su gomma, ferro e cabotaggio che ci consenta di rispettare gli obiettivi già bassi di Kyoto e salvaguardare l’ambiente.


Corriere.it del 13.12.2006

Il ministro dell'Ambiente in videochat su Corriere.it .tratto tra le domande dei lettori e le risposte di Alfonso Pecoraro Scanio durante la videochat del Corriere.it

[Ugo Bresso] Perché i Verdi in Italia sono sempre collocati nell'estrema sinistra. L'ambientalismo non è un valore trasversale?

I Verdi in Italia non si sono mai collocati all'estrema sinistra. I Verdi nascono dicendo «né a destra né a sinistra ma avanti», perché c'era una cultura industrialista anche a sinistra che ha provocato parecchi danni ambientali. È chiaro che se le parti più progressiste hanno poi abbracciato le istanze ambientali, questo è un bene. Le nostre sono posizioni sulle quali troviamo più sostegno dai progressisti che dalle forze di destra o conservatrici.


da www.sabellifioretti.com del 28.10.2004

 Tratto da un’ intervista di Claudio Sabelli Fioretti al Presidente dei Verdi Alfonso Pecoraro Scanio.

Alfonso Pecoraro Scanio è il capo dei verdi italiani. È uno dei leader della sinistra meno gradito agli altri partiti della sinistra. È stato il primo ministro dell’Agricoltura al mondo proveniente dall’area degli ambientalisti.

Alfonso, non stai zitto un attimo.

«Sono uno stakanovista, mi applico. E credo nella forza del messaggio».

Va bene. Ma mica ti hanno fatto ministro per dichiarare.

«E infatti mentre dichiaravo facevo anche moltissime leggi. Io sono un vero riformista. Mica quelli che si definiscono riformisti e non hanno mai fatto una riforma».