Alla Federazione Nazionale dei Verdi

Alla Federazione Regione Campania dei Verdi

Alla federazione Provincia di Napoli dei Verdi

Al Presidente della Commissione Ambiente Regione Campania

Al Gruppo dei Consiglieri Verdi della Regione Campania

Al Gruppo dei consiglieri Verdi della Provincia di Napoli

Al gruppo dei consiglieri Verdi del Comune di Napoli

Ai membri della Federazione Regionale dei Verdi

Ai membri della Federazione della Provincia di Napoli dei Verdi

Ai membri della Federazione della  Provincia di Salerno dei Verdi

 Ai membri della Federazione della Provincia di Caserta dei Verdi

Ai membri della Federazione della Provincia di Avellino dei Verdi

Ai membri della Federazione della Provincia di Benevento dei Verdi

Agli Amministratori Eletti negli Enti Locali della Regione Campania

SEDE

Napoli, 4 giugno 2007

PROPOSTA  PER  INIZIATIVE  LEGISLATIVE  EMERGENZIALI  DA  INTERFACCIARSI CON D.L. 11/05/07  n°61

PREMESSA

La sentenza emessa dal Giudice Designato dalla I° Sezione Civile del Tribunale di Salerno, dr.Antonio Valitutti, intervenuta nel merito della vicenda di SERRE (SA), in data 28/4/07, pone la conseguente e immediata  necessità, di armonizzare le conclusioni della suddetta, con il dettato del D.L. n°61/07.

Partendo dalla constatazione che i Comuni Campani sono, nella gran parte, in condizioni difficilissime, ai limiti del dissesto economico, e che la causa principe è da ricercare nei costi altissimi dell’EMERGENZA RIFIUTI, i quali ricadendo sulle spalle di Amministrazioni locali, già indebolite dall’ ultima Finanziaria, sono conseguentemente obbligate a gravarli su quelle dei propri cittadini, con un palese danno che si somma ad un evidente disservizio.

Si concretizza la possibilità con la discussione sulla normativa Emergenza Rifiuti, che si riapre anche per il dettato della sentenza, di inserire possibili emendamenti allo stesso D.L., con l’intento di sostenere l’autonomia e la funzionalità delle  Amministrazioni Comunali della nostra Regione.

Responsabilizzandole, così, per la soluzione del superamento della fase emergenziale.

I Comuni, come ulteriore beffa,  si ritrovano, avendo sposato nella maggior parte dei casi la scelta del sistema prevalente della termovalorizzazione (ancora paralizzata ed in stallo), in uno stato di disastro ambientale sul proprio territorio, tenuto conto della  paralisi nell’attività di sversamento ai CDR e con pochissimi strumenti e risorse a disposizione per attivare rapidamente il sistema più  funzionale della raccolta differenziata. Va segnalato che  anche questo sistema trova il proprio punto dolente nella mancanza di almeno  un impianto Regionale per la lavorazione dell’Umido.

Come se non bastasse, dopo il D.L. 61/07, esse vivono quotidianamente un nuovo incubo dato dalle pressioni sociali dei lavoratori delle aziende pubbliche e private, operanti sul proprio territorio, in procinto di rinnovo contrattuale, che a causa dell’art.4 dello stesso decreto, verrebbero ad essere esclusi  dall’attività lavorativa svolta in  quel territorio. Questo, paradossalmente, fatte salve alcune eccezioni, a vantaggio di  realtà Consortili che sino ad oggi hanno vissuto negli ultimi  dieci anni, parassitariamente nel Sistema Rifiuti, senza sviluppare capacità ed efficienza aziendale e senza aver dato ai propri lavoratori professionalità capaci di far produrre risultati positivi nel ciclo della differenziata.

A causa dello stesso decreto, oggi, questi Comuni, che a fatica e a proprie spese, stavano costruendo percorsi virtuosi, tesi a far partire in concreto la raccolta differenziata, sarebbero costretti a fare passi indietro e ad affidarsi a strutture che ad oggi sono sembrate essere solo inutili carrozzoni, aggravando così il costo del servizio e peggiorando la già  spesso insufficiente qualità dello stesso.

Salvo diversa decisione legislativa, si troverebbero a proporre già nel 2008 (con le premesse di cui sopra) un nuovo piano tariffa a totale carico dei cittadini.

Visto lo scenario sopraccitato, per tentare di fornire un modesto contributo  ai nostri Amministratori Comunali, ai fini della ricerca di strumenti adeguati politici ed amministrativi, sottoponiamo le seguenti  proposte di lavoro come eventuali basi per emendamenti a modifiche ed integrazioni al DL 61/07:

Decreto - legge 11 maggio 2007, n. 61

Interventi straordinari per superare l'emergenza nel settore dello smaltimento dei rifiuti nella regione Campania e per garantire l'esercizio dei propri poteri agli enti ordinariamente competenti.

 

(G.U. n. 108 del 11-5-2007)

 Art. 4.

Consorzi di bacino

1. I comuni della regione Campania sono obbligati ad avvalersi, in via esclusiva, per lo svolgimento del servizio di raccolta differenziata, dei consorzi costituiti ai sensi dell'articolo 6 della legge della regione Campania 10 febbraio 1993, n. 10, che utilizzano i lavoratori assegnati in base all'ordinanza del Ministro dell'interno delegato al coordinamento della protezione civile n. 2948 del 25 febbraio 1999, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 50 del 2 marzo 1999.

 

2. Sono fatti salvi, limitatamente alla durata ivi prevista, i contratti già stipulati alla data di entrata in vigore del presente decreto, tra i comuni e i soggetti, anche privati, per l'affidamento della raccolta sia del rifiuto differenziato che indifferenziato.

 

3. Qualora i consorzi non adottino le misure prescritte da una specifica ordinanza commissariale, nel termine di novanta giorni dalla sua adozione, per l'incremento significativo dei livelli di raccolta differenziata degli imballaggi primari e della frazione organica, dei rifiuti ingombranti, nonché della frazione valorizzabile di carta, plastica, vetro, legno, metalli ferrosi e non ferrosi, il Commissario delegato può disporre l'accorpamento dei consorzi, ovvero il loro scioglimento.

 

 

Proposte di modifica

Art. 4

Consorzi di Bacino

1. – I Comuni nella Regione Campania possono avvalersi, per lo svolgimento del servizio di raccolta differenziata dei consorzi obbligatori costituitesi ai sensi dell’art.6 della legge regionale n°10 del 10/02/1993, possono altresì proporre agli stessi consorzi obbligatori il trasferimento di parti dei lavoratori ad essi assegnati dall’ordinanza del Ministro degli Interni  n° 2948 del 25/2/1999 G.U. n°50 del 2/3/1999 con un criterio di proporzionalità relativamente al proprio numero di abitanti in proporzione col numero degli abitanti del territorio abbracciato istituzionalmente  dall’attività consortile, per inserirli contestualmente nel piano industriale del proprio comune per la raccolta differenziata e quindi per garantirne il percorso lavorativo all’interno della Azienda (Pubblica, privata o mista) che svolge il servizio sul proprio territorio.

2. – I contratti già in essere tra i comuni e soggetti privati e/o pubblici possono essere sia prorogati ed al caso integrati per quanto all’art.1, prevedendo in aggiunta l’opera  ed il costo dei lavoratori distaccati dai consorzi obbligatori sul proprio territorio, fatte salve altre disposizioni specifiche .

3.-Qualora i consorzi non adottino le misure prescritte al punto 1 e 2 del presente D.L.

 

Art. 5.

Attuazione di misure emergenziali

1. Al fine di assicurare il conseguimento dell'obiettivo del superamento dell'emergenza in atto nel territorio della regione Campania, i prefetti della regione Campania, per quanto di competenza, anche ai sensi del regio decreto 18 giugno 1931, n. 773, assumono ogni necessaria determinazione per assicurare piena effettività agli interventi ed alle iniziative poste in essere dal Commissario delegato.

 

Proposte di modifica

Art.5

Attuazione di misure emergenziali

Integrazione con:

2. Al fine di evitare ogni grave pregiudizio alla salute degli abitanti di tutti i Comuni della Regione Campania interessati, da ormai lungo tempo, dalla Emergenza Rifiuti, visto la crescente difficoltà di reperire impianti di CDR funzionanti ed a norma, per contenere il fenomeno ambientalmente pericoloso della riapertura delle discariche, in deroga ad ogni altra Legge dello Stato e/o Ordinanza Commissariale senza l’ausilio di pareri autorizzativi, compreso quello della Sovrintendenza alle opere pubbliche, si autorizzano i Sindaci a dotare il proprio territorio Comunale di impianti intermedi nel ciclo della raccolta differenziata utilizzando il solo strumento della ordinanza sindacale sentito il parere dell’ASL competente per territorio.

L’ordinanza dovrà contenere i criteri costruttivi e di salvaguardia ambientale degli impianti autorizzati esclusivamente su suoli pubblici, sia agricoli che industriali, utilizzando una superficie tipo da 2000 mq. a 6000 mq. 

Gli impianti che possono godere di questo provvedimento straordinario  sono:

Questi ultimi  potranno lavorare, oltre al  verde prodotto da potature , da sfalci, da giardini , dal verde mercatale raccolto in modo selezionato dai commercianti, fino al venti percento di Umido da raccolta porta a porta nel proprio Comune.

Il compost così prodotto potrà essere certificato come compost di qualità da una Università scientifica abilitata e/o da un Istituto superiore  di Agraria purché pubblico.  

Le aree autorizzate  seguiranno le indicazioni costruttive già previste nelle linee guida dal Commissariato di Governo, per tipi similari di questi impianti .

I Comuni che non dovessero possedere aree pubbliche libere da utilizzarsi ai fini predetti potranno consociarsi con altri Comuni limitrofi.

La Regione Campania sarà impegnata a reperire fondi propri e fondi comunitari, quali  risorse finanziarie adeguate a  sostenere i Comuni nell’attuazione di detti impianti, impegnandosi a sostenere fino all’ottanta percento delle spese standardizzate per questi impianti, che verranno definite dalla Commissione Ambiente della Regione Campania.

È ammesso su richiesta dei Comuni il ricorso alla Cassa Depositi e Prestiti.


Girolamo Scuteri                                                                                  Enzo Rosario Magaldi