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Via l'allevamento dei tonni dalla baia del Caraugno PDF Stampa E-mail
Scritto da Enzo Magaldi   

Riportiamo l'articolo dal periodico Procida Oggi del 16-10-2008 in quanto in questi giorni dovrebbe esserci l'ultima mattanza. Ci si augura che l'esito del monitoraggio della stazione zoologica Anthon Dorn inerente l'A.M.P. "Regno di Nettuno" confermi l'indispensabile spostamento dell'allevamento dei tonni rossi. (enzo Rosario Magaldi)

Di nuovo agli onori della cronaca l’allevamento dei tonni rossi nella baia del Caraugno. Come già anticipato nello scorso numero del giornale, l’ingrasso dei tonni, ora curato non più dalla società isolana “Cigno Verde”, ma da quella turca “Akua Italia”, è tornato ad essere operativo.

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Salviamo le aree marine protette PDF Stampa E-mail
Scritto da Enzo Magaldi   

Enzo Rosario Magaldi

le aree marine protette hanno bisogno di nuova vita
appello verde per non far morire il blu

Le aree marine protette italiane hanno bisogno di noi.

Oltre i grandi temi planetari, oltre all’effetto serra ed alla pace nel mondo l’impegno di un Governo attento alla cura del territorio deve essere: “assicurare la migliore organizzazione e la buona gestione del sistema nazionale di protezione della natura”.

Costruire un apparato organico, che non renda la protezione della nostra natura un fatto episodico e volontaristico ma una costante e normale attività dello Stato, come in tutte le Nazioni che ci circondano.

Clicca qui per andare alla sottoscrizione.

Di seguito vi è il testo della proposta che puoi far pervenire agli Enti preposti, semplicemente inserendo a piè di pagina i tuoi dati.

Grazie per la tua adesione.

(Clicca qui per vedere chi ha sottoscritto l'appello)


Se il sistema dei Parchi Nazionali ha una propria dimensione normativa ed ha trovato, nell’ultima finanziaria, un riassetto amministrativo, premessa fondamentale per una buona gestione dell’ambiente, il sistema delle Aree Marine Protette si trova in uno stato di gravissima difficoltà.

Le 21 Aree Marine Protette italiane sono regolate da una legislazione lacunosa, contraddittoria e rattoppata nel tempo.

La gestione dell’intero sistema, in mancanza di certezza legislativa è abbandonata alle volubilità delle esigenze amministrative, interpretate da una struttura ministeriale formata da pochi funzionari affannati per la mole di lavoro esorbitante rispetto alle forze disponibili.

La segreteria tecnica per le Aree Marine Protette, ossatura della normativa che ha visto la nascita delle AMP non esiste più, falcidiata dai tagli in bilancio che, in questo campo hanno portato negli anni calo di efficienza ed abbandono di un settore colpevole di avere pochi addetti con conseguente debole potere contrattuale.

Una norma varata sotto il ministero Matteoli punisce in maniera insensata ed incomprensibile gli enti gestori, proibendo, senza limiti o vincoli di utilizzare neanche una parte dei fondi stanziati dal Ministero dell’Ambiente per la retribuzione di personale, impedendo così la costituzione di un nucleo di amministratori esperti. Quindi i gestori vedono fuggire, dopo pochi contratti precari, anche gli elementi più validi e preziosi.

In questa situazione solo l’appassionata dedizione e la cocciutaggine di alcuni rappresentanti locali, ma soprattutto dei Direttori, attorniati da collaboratori precari, tutti testardamente convinti di dare un servizio vitale, ha permesso fino ad oggi  di mantenere un minimo di protezione e gestione delle AMP, perle del mare italiano.

Negli ultimi mesi, però i nodi irrisolti stanno venendo al pettine.

Proprio nel momento in cui l’Italia spicca per la sua presenza Ambientalista in Parlamento e nel Governo la contraddittorietà delle norme ereditate dalle altre amministrazioni, la mancanza di fondi e la mancanza di ascolto da parte di una classe politica tutta concentrata sui temi economici e non sui valori della gestione del paese stanno portando il sistema, fiore all’occhiello del nostro mare, al blocco ed al possibile sfascio.

Con poche norme correttive ed interpretative potrebbe essere possibile rispondere ad alcune domande chiave, che oggi lasciano coloro che si battono quotidianamente per gestire questo mondo patrimonio di tutti e del nostro futuro; nelle nebbie dei conflitti di interessi e di paure incrociate.

Lanciamo quindi questo appello in dieci punti, convinti che tale appello sia una risposta concreta a chi da anni si dedica a questo bene Italiano ed universale, e un utile strumento per salvare questo antico e immenso patrimonio di civiltà che è il nostro mare.

APPELLO

 Chi aderisce a questo appello chiede che sia assicurato al nostro paese un sistema organico di protezione degli ambienti marini di maggiore pregio attraverso una applicazione ed una revisione delle normative presenti, oggi inapplicate o contradditorie, per il perseguimento dei seguenti punti:

  1. Lo Stato affermi che la gestione delle aree marine protette è un dovere diritto dello Stato, in quanto gestione di un bene pubblico inalienabile.

  2. Pur nella giusta ricerca di economicità e, laddove possibile, di redditività lo Stato rigetti ogni ipotesi di privatizzazione della gestione delle Aree Marine Protette, essendo la gestione privata in funzione del profitto del gestore e non della salvaguardia del bene.

  3. venga assicurato ad ogni AMP statale un livello congruo di finanziamento, che permetta il funzionamento ordinario e l’attuazione di interventi di miglioramento e di valorizzazione ambientale.

  4. venga pianificata la creazione di nuove AMP solo se lo Stato sarà i grado di assegnare alla gestione delle nuove create la giusta  disponibilità di bilancio, senza dover sottrarre risorse già assegnate al sistema.

  5. Agli Enti Gestori sia assicurata la possibilità di dotarsi di mezzi, strutture e di personale, pur nei limiti strettamente necessari alla gestione di funzionamento delle AMP e con modalità compatibili con il bilancio dello Stato.

  6. Gli Enti Gestori, debbano rendere conto periodicamente della efficienza e della efficacia della gestione, secondo linee programmatiche nazionali emanate dal Ministero dell’Ambiente compatibilmente con i mezzi materiali e finanziari di cui hanno potuto godere.

  7. Agli Enti Gestori sia assicurata la concessione in uso dei beni demaniali abbandonati, in disuso od illecitamente occupati nel territorio dell’AMP.

  8. Agli Enti Gestori sia delegato il coordinamento delle operazioni di sorveglianza poste in essere dai corpi di polizia dello Stato all’interno dell’AMP.

  9. Agli Enti Gestori sia delegato l’uso del demanio marittimo incluso nell’AMP.

  10. Gli Enti Gestori siano dichiarati i titolari naturali del diritto a rivendicare il danno ambientale, ed i responsabili delle azioni di ripristino ambientale conseguenti.

 

Napoli, 23 luglio 2007Â

Enzo Rosario Magaldi

Adinolfi Pasquale, Aiello Pina, De Sinno Antonio, Del Vecchio Pio, Esposito Angelo, Esposito Catello, Fiorito Gaetano, Isaia Bruno, La Marca Teodolinda, Lo Celso Antonio, Magaldi Massimo, Manco Palmiro, Meglio Paolo, Prisco Francesco, Raimondo Nunzio, Sabini Giuseppe, Savastano Amedeo, Scuteri Girolamo, Smaldone Massimo, Torri Adriano

 


Chiediamo agli Enti preposti di considerare l'appello "Salviamo le Aree Marine Protette”

Fiduciosi in un Vostro intervento, poniamo cordiali saluti.

 

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I dati personali sopra riportati saranno utilizzati e trattati dal comitato solo per  le finalità connesse all'appello "Salviamo le Aree Marine Protette". Le predette informazioni saranno inserite in una banca dati elettronica sino al termine del progetto e della conclusione delle eventuali attività connesse.

 Si avverte che se non si presta il consenso al trattamento dei dati inseriti per le finalità sopraindicate tali dati saranno cancellati.

 
APPELLO PER LA BAIA DEL "CARAUGNO" PDF Stampa E-mail
Scritto da Enzo Magaldi   

da “Il Golfo” di Domenica 8 luglio 2007

PROCIDA. INIZIATIVA DI 14 ASSOCIAZIONI PER LIBERARE LO SPECCHIO D'ACQUA DAGLI ALLEVAMENTI PER TONNI ROSSI

APPELLO PER LA BAIA DEL "CARAUGNO"

PROCIDA. Migliaia di cartoline firmate da procidani e turisti inonderanno il comune di Procida per chiedere al sindaco e al consiglio comunale la liberazione del mare della baia del “Caraugno” dalle gabbie ivi collocate per l’allevamento dei tonni rossi. La mobilitazione è partita domenica scorsa a Piazza Marina Grande. Ben 14 sono le associazioni che hanno aderito all’iniziativa: Pro Loco, Procida Oggi, Arci Agorà, Arte Factory 14.41, Borgo Marinaro Chiaiolella, Maia, Vivara, Ascoin, Cgil, Ambientalisti Solchiaro, Confesercenti, Federconsumatori, Grillo Parlante, Unpli. Fabrizio Borgogna, presidente isolano della ProLoco, ne spiega i motivi: «La risorsa mare è uno degli elementi fondamentali del nostro turismo. La baia del “Caraugno” da sempre è stato un luogo di grande qualità ambientale. Decine e decine di natanti vi sostano d’estate; centinaia di procidani e turisti vi fanno i bagni. Questi allevamenti di tonni rappresentano un oggettivo pericolo di inquinamento delle acque». Ciò che scrive a riguardo Alfonso Gianni di “Greenpeace”è illuminante: «Le deiezioni dei tonni all’ingrasso ed i grossi quantitativi di mangime, in parte non consumato, sono fonte di potenziale inquinamento. Inoltre - prosegue Borgogna - non si comprende affatto un simile allevamento proprio al momento del varo della Riserva Marina del Regno di Nettuno che classifica il posto in questione come “zona B”. Last but not least i vantaggi che ricava la comunità procidana sono ridotti a zero, nel momento in cui le società che vi operano non sono più isolane, una è salernitana, l’altra è addirittura turca». A tal riguardo, la cartolina da sottoscrivere trova ispirazione proprio nella scena che rappresenta San Michele, patrono dell’isola, che, spada in pugno, scaccia da Procida i Turchi invasori. «Nessun razzismo - spiega ancora Borgogna - solo una richiesta di aiuto al santo protettore, sperando che illumini il cuore e la mente dei nostri amministratori, convincendoli a venire incontro alla nostra richiesta attraverso la revoca delle concessioni rilasciate per l’ingrasso dei tonni». La concessioni furono rilasciate a due società locali negli anni 2001 e 2002. La prima fu data alla Cooperativa “Il Cigno Verde” per un’area di 26.000 metri quadri di mare. Durata 10 anni. costo: canone annuo di 302 euro. La seconda l’ottenne la società “Marisol” per un’area di 20.000 metri quadri di superficie marina, durata quindicinale, canone annuo di 305 euro. Entrambe le società hanno usufruito per l’installazione degli impianti di contributi pubblici europei, statali e regionali. Ora mentre la “Marisol” ha ceduto la maggioranza delle quote azionarie ai fratelli Della Monica, imprenditori del settore, provenienti da Cetara, sulla costa amalfitana, “Il Cigno Verde” ha costituito una società , la “Akua International”, con operatori turchi. Il dottor Magaldi, amico di Procida, ha promesso di andare a fondo. Interesserà del problema l’assessore provinciale Francesco Borrelli e finanche il Ministro dell’Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio.

 
Arrivano i tonni rossi PDF Stampa E-mail
Scritto da Domenico Ambrosino   

da "il Mattino" di giovedì 14/08/2008

PROCIDA

Arrivano i tonni rossi, Procida nella bufera

I tonni rossi sono tornati a Procida. All’alba di ieri le vasche di allevamento, riempite di 1350 esemplari, dal peso medio di un quintale, trainate dai rimorchiatori turchi «Akua Dem 2» e «Serter Ahmeth», sono approdate nella baia procidana del «Caraugno».

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COSE TURCHE NELLA BAIA DEL CARAUGNO PDF Stampa E-mail
Scritto da Mimmo Ambrosino   

da “Il Golfo” di Giovedì 31 maggio 2007

IN UNA ZONA SOGGETTA A PARTICOLARI TUTELE

COSE TURCHE NELLA BAIA DEL CARAUGNO

di Mimmo Ambrosino

Che fine ha fatto la valutazione d’impatto ambientale? Storia di due iniziative che stanno suscitando forti proteste sull’isola. E’ in corso anche una raccolta di firme. E quel tratto di mare rientrerà nella zona B dell’istituenda area marina protetta.

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