Addio a Luigi Arcuti, un grande banchiere Italiano Stampa
Scritto da Enzo Magaldi   

 

Pubblichiamo volentieri l'articolo di B. Iaccarino puntuale e completo come sempre nell'esposizione.Enzo Magaldi

 

Addio a Luigi Arcuti, un grande banchiere Italiano
DI BRUNO IACCARINO
Un protagonista della scena finanziaria scompare in silenzio, con la riservatezza tipica di tutta la sua vita


IL 12 GENNAIO è morto Luigi Arcuti, torinese, considerato dopo Cuccia di Mediobanca, uno dei più grandi banchieri italiani. E’ andato via in silenzio come sua abitudine. Dopo un lungo percorso da impiegato a direttore generale del San Paolo di Torino era approdato all’IMI nel 1980. Prima di lui era stato prescelto alla Presidenza dell’IMI Piero Schlesinger, direttore generale della Banca Popolare di Milano che misteriosamente non accettò, si disse forse per la mancanza di competenza di un Istituto Speciale di Credito come l’IMI. Arcuti, come si è visto anch’esso proveniente dal breve termine, accettò e disegnò il rilancio strategico dopo il fallimento del gruppo Rovelli (SIR), allora il più grande cliente dell’IMI.

Per prima cosa rafforzò la struttura patrimoniale, fornendo un maggior numero di strumenti finanziari per il medio termine. Alla piccola rete di vendita denominata Fideuram (appena 200 persone) fu affidata la vendita dei fondi lussemburghesi gestiti dalla neonata 1Ml Bank Lux perché, a quel tempo al sistema bancario italiano, in base alla norma del 1 936, era vietato gestire i fondi comuni d’investimento. Dopo l’introduzione dei fondi in Italia nacque IMIGESI Nello stesso periodo fu venduta la Banca dei Comuni Vesuviani cd acquistata la Manusardi di Milano e fusa con la Fideuram trasformandola nell’ unica banca italiana che aveva promotori finanziari per la raccolta del risparmio. Nello stesso periodo nacque la SIGE a Milano che divenne per lungo tempo la più grande società di trading dei titoli di Stato Italiani, dalle cui costole nacquero la Sige Investimenti per l’accompagnamento delle imprese italiane alla borsa di Milano ed Eurovenca, la prima società italiana di venture capital per entrambe fui inserito nel Consiglio di Amministrazione. Completarono il quadro strategico. la nascita del factoring e del leasing e la vendita dei prodotti derivati. Il patrimonio dell’IMI che nel 1981 ammontava a 1447 miliardi, alla fine di questo importante periodo, il valore contabile salì nel 1986 a 3200 miliardi. In realtà Io sviluppo e l’oculata politica creditizia della parte storica il credito a medio termine - aveva consentito gran parte della crescita del patrimonio e la nascita di tutti gli innovativi assets finanziari il cui merito va ascritto solo ad Arcuri.
Il credito a medio termine dell’imi è oggi praticamente scomparso Il ruolo passa parzialmente alla Cassa depositi e prestiti

Con la privatizzazione delle banche  (‘96) Arcuti divenne ancora presidente del gruppo 1Ml, poco prima aveva portato in borsa per la raccolta di capitale proprio importanti imprenditori come Berlusconi, Buzzi, ecc. e di fatto in quegli anni limitò l’attività creditizia di medio termine inserendo una serie di vincoli che selezionavano gli interventi ad un merito di credito super sicuro. Infatti le sofferenze scesero a mezzo punto percentuale contro il 14-15% delle banche ed il 6-7% degli altri Istituti di Medio Termine. Evidentemente aveva già in mente di aiutare il San Paolo di Torino che all’atto della fusione con l’IMI (1998) era uscito con un utile netto di 50 miliardi di Lire, contro i 1000 miliardi di Lire di utile 1Ml, nonostante avesse perso la causa con Rovelli che era costata altri 1000 miliardi di Lire. Nella Fusione 11Ml apportò 70.000 miliardi di crediti di medio termine, di fatto, senza contenzioso, 7.000 miliardi liquidi e almeno per Fideuram un valore di ulteriori 20.000 miliardi con molte migliaia di dipendenti. Il San Paolo invece aveva notevoli sofferenze, ma aveva una rete di filiali in tutto il Paese ed una notevole esperienza nel breve termine e dopo la fusione riuscì ad acquistare anche il Banco di Napoli con la liquidità dell’IMI. Il resto è storia recente, il medio termine dell’IMI è praticamente scomparso, non esistono più le Sedi ed il ruolo è passato parzialmente alla Cassa depositi e Prestiti ed oggi si parla di rifondare una banca pubblica.