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L'esperto boccia i lavori di recupero del centro storico di Paola PDF Stampa E-mail
Scritto da Enzo Magaldi   

Costruttiva critica dell'architetto Franco Cassano presente nell'articolo scritto da Gudo Scarpino su "Calabria Ora".

 

L’architetto Francesco Cassano, capogruppo per la redazione del Piano di recupero del centro storico, boccia le ultime“novità”, in tema di opere pubbliche,apportate nella zona vecchia di Paola. Sollecitato da Calabria Ora, l’autorevole addetto ai lavori, evidenzia, preliminarmente,che la «trasformazione dello spazio urbano all’interno dei Centri Storici italiani ha provocato, a partire dal dopoguerra, un aspro dibattito tra i difensori ad oltranza della conservazione e tra coloro che

ritengono legittima l’introduzione dell’architettura moderna negli stessi». Poi tocca le vicende paolane: «In tal senso l’intervento realizzato dall’Amministrazione Comunale di Paola nell’area delle Sette Fontane, purtroppo,non è sfuggito a tale destino».Quindi entra nel merito: «Volendo superare le posizioni dogmatiche ed ideologiche suddette, ritengo necessario e opportuno tentare una riflessione sulla questione ed apportare nel dibattito il contributo di un addetto ai lavori,che, in particolare, per alcuni anni, ha svolto un rigoroso lavoro di studio, nella qualità di capo gruppo, per la redazione del Piano di recupero del centro storico, che gli ha consentito l’individuazione delle principali criticità presenti nell’impianto urbano di fondazione della città. Le criticità individuate riguardano, essenzialmente,il problema dell’accessibilità pedonale e veicolare. Trattandosi, infatti, di un centro storico realizzato su un piano inclinato, il superamento dei forti dislivelli, se non efficacemente affrontato, rischia di acuire il fenomeno della perdita di popolazione e conseguentemente l’inarrestabile decadenza. Quest’aspetto è il nervo centrale del ragionamento. Infatti, relativamente agli interventi realizzati, l’uno destinato ad uffici e attività commerciale, l’altro a parcheggio,il problema non è rappresentato soltanto dalla buona o mediocre qualità architettonica degli stessi, bensì come gli stessi, giacché insistono su una delle aree strategiche del C.S., si pongono rispetto al problema in questione. Questo è uno dei temi di architettura più attuali per il recupero dei C.S. caratterizzati morfologicamente dalla presenza di salti di quota. In tal senso ritengo che i due interventi realizzati nell’area compresa tra le Sette Fontane e via Duomo rappresentano un’occasione mancata. Affermano con la loro presenza la programmatica rinuncia a misurarsi con questi temi. Sono sostanzialmente inutili e persino privi di quella narcisistica autoreferenzialità tipica di un certa architettura di grido contemporanea. Insomma l’uso di sistemi meccanizzati di risalita quali, ascensori, scale mobili ecc., doveva costituire il tema con il quale, attraverso l’uso appropriato degli strumenti propri dell’architettura, si doveva risolvere la frattura costituita, in quel punto del C.S., dal forte dislivello esistente tra Corso Garibaldi e Via Duomo. Infatti, dallo studio effettuato per il Piano di recupero del C.S. venivano individuate almeno tre aree privilegiate ed eccellenti che riguardavano, oltre che l’area delle Sette Fontane, l’area compresa tra la chiesa dell’Immacolatella, Via dei Mulini e la casa di San Francesco, e l’area, sul bordo a sud del C.S., compresa tra Via dei Mulini e via Castello. E’ del tutto ovvio che, in aggiunta, a queste dovrà essere realizzata, nel tempo, una fitta rete di sistemi di risalita meccanizzata, per così dire, secondaria, che possa gradualmente attenuare sensibilmente la presenza delle auto e proporre adeguate misure di pedonalizzazione per esaltarne la vivibilità». L’architetto Cassano, infine, ritiene sia «doveroso», nel contesto del ragionamento, «richiamare l’intervento effettuato di recente per il collegamento veicolare tra via Duomo e via dei Mulini. Questo intervento, al contrario dell’altro - conclude l’esperto, specialista del Pru - intercetta l’individuazione di un problema reale del C.S. risolto, però attraverso una soluzione assolutamente insensata. Guido Scarpino