da "la Repubblica" - sabato 19/01/2008
La ricetta Rifkin per il caso Campania: con la raccolta differenziata si può
Il disastro:
La mancata costruzione di un corretto ciclo di trattamento non poteva che portare al disastro
Il riciclaggio:
Metalli, vetro, plastica, carta: riciclare vuol dire comprimere i nostri consumi
“Troppi sprechi in Italia energia dalla spazzatura ma senza inceneritori”
ANTONIO CIANCIULLO
ROMA — «E’ una vera e propria assurdità: inquinamento e spreco, falde contaminate e risorse che si perdono». Jeremy Rifkin, il teorico dell’economia dell’idrogeno, risponde al telefono dalla Spagna, dove è stato chiamato come consulente energetico dal governo. Da settimane osserva quello che succede in Campania e non si dà pace. «Ma come, l’Italia si deve preparare a uno sforzo come quello che l’Unione europea chiede per il 2020, deve tagliare le emissioni serra del 20 per cento e si permette il lusso di sprecare l’energia che potrebbe trarre dai rifiuti?»
Allora lei è d’accordo con chi accusa i Verdi, e in particolare il ministro dell’Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio, per essersi opposti agli inceneritori, ribattezzati termovalorizzatori proprio per sottolineare l’energia che può nascere dalla combustione?
«Un momento, andiamo per ordine. L’ansia da incenerimento totale che emerge leggendo alcune cronache sui fatti napoletani francamente mi sorprende: pensare che il problema dei rifiuti si liquidi con la soluzione finale, con il rimedio miracoloso del grande fuoco, significa non aver capito la natura della questione e non conoscere le leggi europee che la governano».
Eppure la mancanza di inceneritori è un elemento importante nello stallo che ha trasformato in una gigantesca pattumiera intere aree della Campania. Chi li ha bloccati non ha responsabilità?
«Non voglio entrare nel merito delle responsabilità legali, perché la vicenda campana è molto intricata. Ma dal punto di vista politico è chiaro che la responsabilità ricade su chi ha fatto finta di non vedere quello che stava succedendo. La mancata costruzione di un corretto ciclo di raccolta e trattamento dei rifiuti non poteva che portare al disastro attuale: era evidente da anni. Il ministro dell’Ambiente ha fatto il suo dovere indicando la raccolta differenziata come la priorità su cui costruire le basi di un sistema di raccolta dei rifiuti in linea con le indicazione europee».
Recuperare l’energia ma usare poco gli inceneritori. Come si fa?
«Lo ha spiegato il commissario europeo all’Ambiente, Stavros Dimas, avvertendo l’Italia che rischia nuove procedure d’infrazione: bisogna rispettare la normativa europea che mette al primo posto la riduzione delle materie prime utilizzate. Al secondo posto il riuso degli oggetti. Al terzo il riciclo dei materiali scartati. E solo al quarto, cioè solo per quella piccola quota di rifiuti che non possono essere riciclati, l’incenerimento.
Ridurre, riusare, riciclare. E l’energia?
«Ma il risparmio dell’energia sta proprio lì. Riciclare significa dare un taglio robusto alla cosiddetta intensità energetica, cioè alla quantità di energia necessaria per costruire un singolo prodotto. Dai metalli al vetro, dalle plastiche alla carta, usare materiali riciclati vuol dire comprimere la bolletta energetica. E questa l’altra faccia dell’inquinamento evitato: il risparmio energetico che assicura un vantaggio economico e nuovi posti di lavoro. Del resto tutto ciò negli Stati Uniti è senso comune. A casa mia, a Washington, ho tre sacchetti per la spazzatura: uno per le plastiche, uno per la carta, uno per l’organico».
Ecco: l’organico. In Italia la raccolta dell’organico è poco diffusa.
«E’ un errore non solo dal punto di vista ambientale, ma anche da quello economico. Recuperare il materiale organico significa avere la possibilità di produrre in vario modo altra energia. Inoltre se la qualità della raccolta è alta si ricava il compost, un fertilizzante prezioso per l’agricoltura. Altrimenti si ottiene comunque un terriccio utile per operazioni di recupero paesaggistico come il riempimento delle cave abbandonate».