Il problema Sarno
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Il Fiume Sarno Mille Anni fà |
A partire dagli anni '60 il fiume Sarno è stato oggetto di
numerosi studi essendo esso il fiume più inquinato d'Europa.
Il suo corso d'acqua si protrae per circa
L'inquinamento del fiume Sarno ha tre cause principali:
1) Agricola, per l'uso di pesticidi.
2) Industriale, a causa sopratutto della lavorazione del
pomodoro e per le concerie.
3) Urbana, per lo sversamento di reflui indepurati nelle
acque del Sarno.
E' possibile suddvidere il Sarno in tre zone:
1) La prima zona, caratterizzata da acque pulite,
comprende le tre sorgenti principali e si estende fino a pochi chilometri a
valle in corrispondenza del ponte di San Valentino Torio (strada Striano-San
Valentino).
2) La seconda zona, che termina prima dell'immissione
dell'Alveo Comunale di Nocera, presenta un tasso d'inquinamento abbastanza
elevato, dovuto sopratutto ad affluenti che portano scarichi fognari
provenienti dall'area urbanizzata dal comune di Sarno e dal centro abitato di
San Marzano.
L'apporto degli affluenti dell'attività conserviera, nel
periodo di intensa lavorazione (agosto, settembre, ottobre), contribuisce
all'inquinamento del Sarno, ma non ne costituisce la causa determinante proprio
per la marcata stagionalità.dell'attività stessa.
3) La terza zona comprende il tratto di fiume che va dal
punto d'immissione dell'Alveo Comune di Nocera fino alla Foce, posta
tra Castellamare di Stabia e Torre Annunziata. Il tratto considerato presenta
elevate concentrazioni di insediamenti abitativi ed industriali, che
costituiscono le principali cause d'inquinamento delle acque fluviali.
E' possibile ,in questa terza zona, distinguere cinque aree che rappresentano
le fonti d'inquinamento principali:
- il torrente Solofrana;
- il torrente Cavaiola;
- l'Alveo
Comune di Nocera, che si forma dall'unione del Torrente Cavaiola e del torrente
Solofrana;
- il tratto a valle dell'immissione dell'Alveo Comune di Nocera;
- l'area della foce, compresa tra Torre del Greco e Castellamare di Stabia.
I punti d'inquinamento più importanti sono:
- il polo di Solofra;
- l'area urbanizzata di
Mercato San Severino;
- la zona a sud-ovest del territorio comunale di Castel San Giorgio, dove sono
situate alcune grosse industrie conserviere del pomodoro;
- la zona nord di Nocera Superiore.
Il torrente Cavaiola presenta i seguenti punti d'inquinamento:
- l'area urbana ed
industriale di Cava dei Tirreni;
- l'area urbana posta a monte della statale 18, che comprende la zona di Nocera
Inferiore est e Nocera Superiore ed un considerevole numero d'insediamenti
industriali del settore delle conserve del pomodoro.
Per l'Alveo Comune di Nocera i principali punti d'inquinamento sono:
- l'area urbana di Nocera Inferiore e di Pagani;
- i centri urbani di Sant'Egidio di Montalbino e della frazione di San Lorenzo.
A valle della confluenza dell'Alveo Comune di Nocera i punti di maggiore
inquinamento sono:
- l'area urbana compresa tra Angri, Scafati e Sant'Antonio Abate;
- il centro abitato di Pomperi.
Nella zona della foce si possono individuare i seguenti punti d'inquinamento:
- l'area urbana di Torre del Greco;
- l'area urbana di Torre Annunziata;
- i comuni di Castellamare di Stabia e Gragnano;
- l'agglomerato industriale di Foce Sarno.
Il degrado del Sarno è il risultato di oltre 25 anni di
inefficienze ed inadempienze. Uno dei principali ostacoli all'applicazione
delle normative ambientali è da ricercare nella mancanza di interazione tra
Stato e Regioni, in particolar modo della Regione Campania.
Altro problema è che il Sarno è da tutti considerato un comodo sversatoio di
rifiuti, sia dalle fabbriche che dagli agricoltori e, fatto più grave, dai
privati cittadini.
Numerosi sono stati i piani d'emergenza per tentare di
risanare il Sarno, tra cui il famoso Ps3 (Piano Speciale per il disinquinamento
del Golfo di Napoli) elaborato agli inizi degli anni '70, che consisteva nella
costruzione di mega- depuratori che si sono dimostrati, a lungo andare, più
dannosi che utili.
La situazione attuale è incerta. Di certo c'è solo
l'inquinamento e le maleodoranze delle acque del Sarno che hanno portato come
conseguenza, oltre il degrado ambientale in sé, un forte incremento delle
malattie allergiche e delle neoplasie.
Tratto e adattato da: "L'Agonia del Sarno - dramma di
un territorio. CIDAC SCAFATI"