AUTORI
ANTICHI
Il
Sarno
(I
a.C. - VI d.C.)
*
VIRGILIO Aen. VII
733-743
STRABONE Geogr. V 246-247
M. ANNEO LUCANO Phars.
II 421-427
PLINIO IL VECCHIO Nat.
hist. III 9,62
STAZIO Silv. I 72,260-265
SILIO ITALICO Pun.
VIII 536-546 Pun. X 314-318
GAIO SUETONIO TRANQUILLO
Gramm. 28
CLAUDIO TOLEMEO Geogr. III 1
VIBIO SEQUESTRE Flum.
138
SERVIO Comm. ad Aen. VII 738
PROCOPIO DI CESAREA Bell. Goth. IV 35
*
VIRGILIO
Aen. VII 733-743
Nec tu carminibus nostris indictus abibis,
Oebale, quem generasse Telon Sebethide nympha
fertur, Teleboum Capreas cum regna teneret,
iam senior; patriis sed non et filius arvis
contentus
late iam tum ditione premebat
Sarrastis
populos et quae rigat aequora Sarnus
quique
Rufras Batulumque tenent atque arva Celemnae
et
quos maliferae despectant moenia Abellae,
Teutonico ritu soliti torquere cateias;
Tegmina
quis capitum raptus de subere cortex,
aerataeque micant peltae, micat aereus ensis.
Né tu sarai
ignorato nei nostri versi, o Ebalo, che Telone generò, come si dice, dalla
ninfa Sebetide, quando dominava su Capri regno dei Teleboi, ormai vecchio; ma
il figlio, non contento dei campi paterni, già allora teneva sotto il suo
potere, estesamente, i popoli sarrasti e le terre irrigate dal Sarno, e quelli
che abitano Rufra, Batulo e i campi di Celemna, e quelli che sono guardati
dalle alte mura della produttrice di mele Abella, avvezzi come i Teutoni a lanciare
aste; ad essi la corteccia strappata dalla quercia da sughero protegge le
teste, gli scudi bronzati scintillano, scintilla la spada di bronzo.
*
STRABONE
Geogr. V 246-247
Subito dopo [Napoli] c’è il castello
Eracleo con un promontorio che si protende nel mare, su cui spira il libeccio
mirabilmente, tanto da rendere salutare la dimora. Sia questo sia Pompei che
vien dopo, presso la quale scorre il fiume Sarno, li possedettero gli Osci, poi
i Tirreni e i Pelasgi, quindi i Sanniti, che pure furono cacciati da quei
luoghi. Pompei, presso il fiume Sarno che riceve e spedisce merci, è il porto
di Nola, di Nocera e di Acerra, centro omonimo di quello presso Cremona.
Sovrasta tutti questi luoghi il monte Vesuvio [...].
M. ANNEO LUCANO
Phars. II 421-427
Dexteriora petens montis declivia Thybrim
unda facit Rutubamque cavum; delabitur inde
Vulturnusque celer nocturnaeque editor aurae
Sarnus et umbrosae Liris per regna Maricae
Vestinis inpulsus aquis radensque Salerni
tesca Siler nullasque vado qui Macra moratus
alnos vicinae procurrit in aequora Lunae.
L’acqua, riversandosi per i pendii di
destra della catena montuosa, forma il Tevere e il profondo Rutuba; di là
scorrono il rapido Volturno, il Sarno che esala nebbia notturna, il Liri spinto
dalle acque dei Vestini attraverso i regni di Marica ombrosa, il Sele che
lambisce le lande di Salerno,
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PLINIO IL VECCHIO
Nat.
hist. III 9,62
Litore
autem Neapolis, Chalcidensium et ipsa, Parthenope a tumulo Sirenis appellata,
Herculaneum, Pompei haud procul spectato monte Vesuvio, adluente vero Sarno
amne, ager Nucerinus et VIIII p. a mari ipsa Nuceria, Surrentum cum promunturio
Minervae, Sirenum quondam sede.
Poi, sulla costa, sono Napoli, anch’essa
calcidese, chiamata Partenope dalla tomba della Sirena, Ercolano, Pompei, col
Vesuvio che si vede non lontano, col fiume Sarno che la bagna, il territorio
nocerino e la stessa Nocera a nove miglia dal mare, Sorrento col promontorio di
Minerva, un tempo sede delle Sirene.
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STAZIO
Silv. I 72,260-265
At te nascentem gremio mea prima recepit
Parthenope, dulcisque solo tu gloria nostro
reptasti. Nitidum consurgat ad aethera tellus
Eubois
et pulchra tumeat Sebethos alumna;
nec
sibi sulpureis Lucrinae Naides antris
nec Pompeiani placeant magis otia Sarni.
Te alla nascita la mia Partenope per prima
accolse, e tu dolce gloria sul nostro suolo ti movesti carponi. Fino al cielo
splendente si sollevi la terra euboica ed il Sebeto sia orgoglioso della bella
figlia; né piacciano di piú le Naiadi lucrine per gli antri solfurei, né gli
ozi del Sarno pompeiano.
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SILIO
ITALICO
Pun. VIII 536-546
Sarrastis etiam populos totasque videres
Sarni mitis opes [...].
Laetos rectoris formabat Scipio bello.
Avresti visto anche i popoli Sarrasti e
tutte le armi del mite Sarno [...]. Scipione li guidava alla guerra, lieti del
loro capo.
Pun. X 314-318
Passim
signa iacent, quae Samnis belliger, et quae
Sarrastes
populi Marsaeque tulere cohortes;
transfixi
clipei galeaeque et inutile ferrum
fractaque
conflictu parmarum tegmina et ore
cornipedum derepta fero spumantia frena.
Da ogni parte giacciono le insegne, che il
bellicoso Sannita, e che i popoli Sarrasti e le coorti Marse portarono; scudi
trapassati, elmi, l’inutile spada, armature spezzate dall’urto delle rotelle e
morsi schiumanti strappati all’ardente bocca dei cavalli.
GAIO SUETONIO TRANQUILLO
Gramm. 28
Ad id tempus Epidius calumnia notatus ludum docendi aperuit, docuitque inter caeteros Marcum Antonium et Augustum. Quibus quondam Caius Canidius obicientibus sibi quod in Republica administranda potissimum consularis Isaurici sectam sequeretur, malle respondit Isaurici esse discipulum, quam Epidii calumniatoris. Hic Epidius ortum se ab Epidio Nucerino praedicabat, quem ferunt olim praecipitatum in fontem fluminis Sarni, paulo post cum cornibus extitisse, ac statim non comparuisse, in numeroque deorum habitum.
Fino a quel tempo Epidio, segnato per
calunnia, aprí una scuola e insegnò, tra gli altri, a Marco Antonio e ad
Augusto. A questi, che una volta gli rinfacciavano che nell’amministrare lo
stato seguisse soprattutto i princípi politici del consolare Isaurico, Gaio
Canuzio rispose di voler essere discepolo di Isaurico piuttosto che del
calunniatore Epidio. Questo Epidio andava ripetendo di essere nato da Epidio
Nocerino, che si dice fosse un tempo precipitato nella fonte del fiume Sarno,
apparso poco dopo con le corna, sparito all’istante e annoverato tra gli
dèi.
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CLAUDIO TOLEMEO
Geogr.
III 1
Foci del fiume Sarno (40*05 40°55).
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VIBIO SEQUESTRE
Flum. 138
Sarnus, Nuceriae, ex Sarone fluvio † hadriae †, per Campaniam decurrens.
Sarno, di Nocera, dal fiume Saron
dell’Adriatico, che scorre attraverso
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SERVIO
Comm. ad Aen. VII 738
Sarrastis populos - Populi Campaniae sunt a Sarno fluvio. Conon in eo libro, quem de Italia scripsit, quosdam Pelasgos aliosque ex Peloponneso convenas ad eum locum Italiae venisse dicit, cui nullum antea nomen fuerit, et flumini quem incolerent, Sarro nomen inposuisse ex appellatione patrii fluminis, et se Sarrastras appellasse. Hi inter multa oppida Nuceriam condiderunt.
Sarrastis populos («i popoli Sarrasti») - Sono popoli della
Campania cosí detti dal fiume Sarno. Conone, nel libro che scrisse sull’Italia,
dice che alcuni Pelasgi ed altri usciti dal Peloponneso giunsero in quel luogo
d’Italia, che non aveva alcun nome prima, e diedero il nome di Sarro al fiume
presso il quale abitarono, dalla denominazione del fiume della loro patria, e
chiamarono se stessi Sarrastri. Questi fondarono molte città tra cui
Nocera.
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PROCOPIO DI CESAREA
Bell.
Goth. IV 35
Alle radici del Vesuvio vi sono fonti di acqua potabile, da cui si forma un fiume di nome Dracone, che scorre vicino alla città di Nocera. Sull’una e l’altra riva di questo fiume si accamparono allora entrambi gli eserciti. Il Dracone è piccolo di alveo, ma non guadabile né a cavallo né a piedi, poiché raccogliendo le acque in stretto spazio e erodendo il terreno molto profondamente da ciascun lato rende come pensili le rive. Non so se la natura del terreno o se quella dell’acqua ne sia il motivo.