di Massimo Riva (10 Gennaio 2007)
Uno dei problemi più grandi che affliggono la Medicina Generale è il divario troppo ampio tra numero ottimale (1 medico ogni 1000 abitanti) e massimale (ogni medico può avere in carico fino a 1500 assistiti). Questo peccato originale è fonte di una catena di negatività per la maggioranza dei medici convenzionati. Sarebbe preferibile, come una parte di colleghi sempre più numerosa ne è convinta, il passaggio alla dipendenza, per rendersi uguali alla maggioranza di coloro i quali lavorano in Sanità e no. Ciò comporta:
1) di evitare che su di una fetta di popolazione di 10.800 assistiti ci siano 11 convenzionati. Se di questi solo 4 sono massimalisti agli altri 7 (la netta maggioranza) rimangono in media 685 assistiti!
2) il miglioramento della qualità e della correttezza dei rapporti tra colleghi a dispetto del mors tua vita mea di oggi
3) aumento della serenità e della dignità lavorative
4) diritto alle ferie retribuite
5) malattia, infortuni e gravidanza molto meglio tutelate
6) diritto alla tredicesima mensilità
7) diritto al trattamento di fine rapporto
8) pensione più alta a parità di stipendio rispetto al convenzionato
9) abolizione delle tasse (diversi milioni delle vecchie lire) che nei mesi di giugno e novembre ora si pagano
10) maggiore rispetto degli orari di lavoro
11) possibilità di giostrare meglio con il budget prefissato dalle ASL
12) di evitare che le zone carenti siano solo teoriche (infatti, attualmente, il malcapitato che poi colà si presenta, dovendo necessariamente trascorrere diverso tempo tra il crearsi della carenza e la sua effettiva copertura, non trova nessun assistito senza medico (immaginare cosa pensi e cosa sia costretto a fare.....)
13) di evitare l’onere economico dell’indispensabilità del Commercialista
14) maggiore facilità nel rendere possibili eventuali trasferimenti in tutta Italia
15) di evitare l’essere servi di due padroni: l’A.S.L. (“hai fatto troppo”) e l’assistito (“in ogni caso io voglio di più…altrimenti cambio medico ”-- ciò potrebbe indurre a lesinare su altri per tenere in debito conto il pareggio della Spesa: si configurerebbe, così, una disparità di trattamento degli assistiti.)
Inoltre gli attuali massimalisti:
1) a causa della mole del loro lavoro sempre più impegnativo molto spesso hanno bisogno di una segretaria, ovviamente e giustamente retribuita con soldi derivanti dai loro guadagni, però comunque provenienti dal Fondo destinato a tutti i medici di Medicina Generale (soldi che quindi invece di essere equamente ripartiti per ogni medico finiscono maggiormente nelle tasche di pochi e dati poi, in parte, alle loro segretarie).
2) guadagnano di più a danno di altri colleghi
3) fanno più facilmente per questo carriera politica
4) dirigono i sindacati (infatti siedono loro ai tavoli delle trattative)
5) fanno i docenti (nei corsi di formazione oggi e nella Specializzazione in Medicina Generale domani).
Tutto ciò è abbastanza da dire basta da parte della netta maggioranza dei convenzionati. Con un referendum (si esortano i sindacati ad indirlo subito se occorre) i non massimalisti, con l’eventuale aggiunta dei colleghi di Continuità Assistenziale, rappresenterebbero la stragrande maggioranza ( la base è la sola che deve fare testo e dare gli indirizzi delle scelte sindacali ). In definitiva uniti si vincerebbe nettamente per forza di numero.
Le future UTAP di cui si parla potrebbero essere il momento del cambiamento: far dirigere ad alcuni medici DIPENDENTI ( 6 o 7 ) un tot numero di assistiti per fornire un'assistenza continua (realizzando così la medicina di gruppo). Ogni assistito si sceglierebbe un proprio medico referente, avendo comunque qualcuno del gruppo cui rivolgersi nell’arco delle 24 ore. Ogni medico potrebbe avere un’oscillazione molto piccola di scelte rispetto agli altri con conseguente retribuzione. Un’alternativa, senz’altro meno valida, potrebbe essere quella di mantenere il rapporto di Convenzione ma, per alcuni dei motivi su esposti, calando il tetto da 1500 a non più di 1100 assistiti. Anche in questo caso, quindi, l’abbassamento del massimale rappresenta la chiave di volta e rimane il punto di partenza irrinunciabile da perseguire per il vantaggio da parte della grande maggioranza degli attuali Convenzionati.