[MOZIONE TEMATICA:VERDI RIFORMISTI E AMBIENTALISTI]
E’ necessario un cambiamento delle metodologie di gestione delle problematiche ambientali alla luce del rapporto tra ecologia ed economia
Alla Federazione Verdi della Provincia di Foggia
Al Presidente dei Verdi della Città di Foggia
In occasione della futura assemblea cittadina dei Verdi di Foggia ed ai fini di dare un contributo al dibattito congressuale:
Ribadendo la piena fiducia nella guida nazionale della Federazione ed a supporto del suo spirito riformatore si elaborano le seguenti riflessioni congressuali:
-Intendiamo dare un contributo politico e dialettico, all’interno della Federazione dei Verdi, poiché pur condividendo le scelte politiche del partito, siamo convinti della necessità di un rinnovamento dei metodi e delle strategie nella gestione dei problemi che il governo nazionale e quello delle istituzioni locali hanno posto negli ultimi tempi.
Con questo nostro contributo spingeremo per l’adozione di un metodo “riformista” nell’approccio ai problemi che tenga conto della necessità di governare per risolvere i problemi senza adottare delle scelte che possano portare ad una radicalizzazione dello scontro politico e ad un arroccamento sulle proprie posizioni.
E’ evidente che una federazione di movimenti ambientalista debba tenere conto della tradizione riformista nell’Italia di oggi, in una società così complessa in cui la battaglia sacrosanta per l’ambiente non può essere combattuta solo in nome di astratti ideali e di pregiudiziali ideologiche ma deve essere combattuta senza prescindere dal concetto di equità sociale.
Purtroppo non solo assistiamo nella nostra realtà associativa locale ad una sempre maggiore radicalizzazione dei conflitti, a tal punto da non riuscire ad avere rapporti dialettici tra gli iscritti, ma si è bloccati, per usare un’espressione cara al segretario nazionale Alfonso Pecoraro Scanio, da un “tappo”che non accetta il ricambio generazionale alla guida del partito.
In questo clima anche le realtà più vivaci dei Verdi, quelle che possono contare su un forte consenso perché da sempre presenti e attive sul territorio, sono mortificate o espropriate del loro ruolo e della loro identità.
Molti, in questi anni anche a Foggia, hanno abbandonato il partito amareggiati e delusi.Quando esistono sul territorio “Buone Pratiche”che i verdi hanno saputo e sanno mettere in atto nelle esperienze amministrative ai vari livelli, tali esperienze non solo vengono scarsamente valorizzate, ma vengono discriminate da quegli stessi dirigenti di partito che nelle medesime sedi istituzionali perdono forza e credibilità.
In occasione della conferenza organizzata dai Verdi il 22 settembre si sono definiti gli obiettivi che il partito, forza di governo nell’alleanza di centrosinistra che ha sostenuto e continua a sostenere lealmente Prodi, si è prefisso di inserire nel documento della finanziaria.
In primo luogo l’obiettivo dei Verdi è la lotta ai cambiamenti climatici che nessuno può più far finta di non vedere e capire. Paradossalmente questa attenzione che ha coinvolto persino il candidato americano anti-Bush, Al Gore, premiato con il nobel,ha riportato al centro del panorama politico le vecchie battaglie che da sempre appartengono alla galassia ambientalista, primi fra tutti appunto i Verdi.
Le parole d’ordine della spinta riformista verde sono:
RISPARMIO ENERGETICO,
PUNTARE DECISAMENTE ALLA ENERGIE ALTERNATIVE,
BIOEDILIZIA A BASSO IMPATTO AMBIENTALE,
MOBILITA’ SOSTENIBILE,
RISANAMENTO DELL’AGRICOLTURA E LOTTA AGLI OGM,
EVITARE LA DEFORESTAZIONE ED AUMENTARE IL PATRIMONIO VEGETALE,
SALVAGUARDIA DELLE AREE PROTETTE.
In questo senso la strategia dei Verdi ed in particolare del segretario nazionale Alfonso Pecoraro Scanio e di Grazia Francescato, vanno nel senso di un’apertura al mondo imprenditoriale sensibile alle tematiche ambientali.
Infatti da anni i Verdi continuano a predicare il matrimonio tra ecologia ed economia, matrimonio paritario si intende dove le dinamiche del mercato non devono prevalere sulle aspettative del rispetto dell’ambiente e della sostenibilità.
In particolare nell’incontro che i Verdi hanno organizzato a Genova sulle energie alternative la Francescato, storica figura dell’ambientalismo italiano, ha parlato di una “Cernobbio verde”con questo puntando decisamente al coinvolgimento del mondo economico tradizionale, piccole e grandi imprese, che ormai devono fare i conti con la sostenibilità ambientale e con i cambiamenti climatici.
Pertanto la domanda che oggi il mondo economico si pone non è più se fare questo matrimonio fra ecologia ed economia, bensì come attuarlo nel più breve tempo possibile.
Riteniamo questo aspetto ineludibile nella strategia che localmente bisogna attuare, per non restare anche a Foggia, nell’oblio della testimonianza e della mancanza di consenso sociale e di rappresentanza politica ed istituzionale.
D'altronde nell’ultimo congresso nazionale si è lanciata una chiara alleanza con le imprese al punto di dedicare una sessione tematica dei lavori congressuali, pensando di lanciare la proposta di inserire nei prossimi organismi di partito una metà di dirigenti non politici ma raccolti nel mondo delle imprese e dell’associazionismo di base.
Noi riteniamo che questa sia la strada da seguire per uscire finalmente dal torpore politico nel quale la dirigenza locale.
“Il prossimo 8 e 9 dicembre, a Roma, si svolgerà l'assise promossa dal PRC, SD, Verdi e PdCI.
Bisognerà definire, in quella sede, contenuti e progetti e obiettivi della sinistra italiana.
Questa è una esigenza avvertita da una grande parte del nostro Paese che vuole cambiare e rivendica una politica nuova.
Alla sinistra è affidata la responsabilità di dare subito, nel suo insieme, una risposta forte ed efficace a questa domanda di partecipazione e cambiamento.
Tuttavia, perché ciò avvenga, c’è una pre-condizione che secondo noi non solo è indispensabile, ma anche non rinviabile: porre fine alle divisioni, ai politicismi, ai tatticismi per dare risposte adeguate ai bisogni e alle aspirazioni di grande parte della società italiana, rinnovando nel profondo pratiche e contenuti della politica.
Una sinistra politica che sopravvivesse nelle divisioni, nelle competizioni o nell’autosufficienza di ciascun gruppo sarebbe inevitabilmente condannata ad un ruolo marginale e a scomparire, consegnando il Paese a una politica sempre più moderata o a una destra populista e pericolosa.
La sinistra - nelle sue articolazioni politiche, sociali, associative, locali, di movimento - deve perciò promuovere uno spazio unitario e plurale, fondato sul pieno riconoscimento delle diverse forme della politica, così da realizzare entro il 2007 strutture comuni per giungere a candidature e liste unitarie già alle prossime amministrative del 2008.
Dar vita da subito all’apertura della fase costituente di un soggetto unitario, plurale e arcobaleno della sinistra, con il protagonismo e la titolarità piena e paritaria di associazioni, di singoli e delle tante forme dell’agire politico è per noi l’obiettivo prioritario, è il primo dei contenuti.
Se i dirigenti della sinistra, per calcoli di parte, pensassero a operazioni verticistiche, a sommatorie di ceto politico, o a semplici cartelli elettorali, si assumerebbero la responsabilità di alimentare la sfiducia e l’ulteriore separazione della politica dalla società.
Con questo spirito non si intende oggi proporre l’ennesimo schema precostituito al quale aderire.
La proposta più interessante è quella di avviare un percorso comune, rivolto ai tanti che condividono le nostre preoccupazioni, i nostri ragionamenti e obiettivi.
Lungo questo percorso intendiamo raccogliere adesioni in forma individuale o associata, contributi di merito, proposte organizzative, suggerimenti che possano convergere in una prima base di discussione per un’assemblea cittadina, aperta al confronto con analoghe esperienze realizzate in altre città con analoghi intenti che si dovrà tenere entro i prossimi mesi. L’assemblea discuterà e proporrà i riferimenti di valore e progettuali fondamentali, i percorsi dell’ulteriore elaborazione programmatica, della sperimentazione sociale e politica e del suo radicamento, sulla base dei quali dar vita alla costituente di un soggetto nuovo, unitario, plurale, arcobaleno, nel quale possa riconoscersi e farsi attiva e partecipe, nei nostri territori, l’insieme della sinistra politica e sociale”.