Raccomandate A.R.                                             PRESIDENTE REGIONE CAMPANIA

via Santa Lucia, 81 - 80132 NAPOLI

 

PRESIDENTE PROVINCIA DI NAPOLI

piazza Matteotti, 1 - 80133 NAPOLI

 

PREFETTO DI NAPOLI

piazza del Plebiscito - 80132 NAPOLI

 

SOPRINTENDENTE BENI AMB. ARCHITET. - NAPOLI

piazza del Plebiscito, 1 - 80132 NAPOLI

 

SOPRINTENDENTE BENI ARCHEOLOG.  - NAPOLI - CASERTA

piazza Museo Nazionale, 19 - 80135 NAPOLI

 

COMMISSARI STRAORDINARI COMUNE DI POZZUOLI

via Tito Livio - 80072 ARCO FELICE (Napoli)

 

PRESIDENTE PARCO REGIONALE CAMPI FLEGREI

via Lungolago, 42 - 80070 BACOLI (Napoli)

 

AMMINISTRATORE AZ. AUT. CURA SOGG. TURISMO - POZZUOLI

via Campi Flegrei, 3 - 80078 POZZUOLI (Napoli)

 

Posta  prioritaria                          e p. c.               IL MATTINO,  LA REPUBBLICA

NOTIZIARIO NEWS DEI COMUNI FLEGREI

         Sottopongo all’attenzione delle SS. LL. l’allegata denuncia sui progetti in atto a Pozzuoli che sconvolgeranno l’ambiente e la vivibilità del suo centro storico-antico.

Pertanto, ho sentito il dovere di divulgare apertamente queste mie considerazioni, sperando di essere smentito.

Distinti saluti

Pozzuoli, 13 aprile 2007

Prof. RAFFAELE GIAMMINELLI

POZZUOLI

PORTO - RIONE TERRA E ALTRO

GRANDE SPECULAZIONE

            E’ in fase avanzata la costruzione del prolungamento del molo “caligoliano” di circa 250 metri: un’alta e grigia muraglia di cemento armato, a protezione di una vasta zona di mare, nasconde, da via Roma a via dell’Emporio, buona parte del paesaggio tra Bacoli e il castello di Baia.

            Su una bancarella, ho trovato il progetto preliminareCompendio Rione Terra - Porto”, redatto dalle S.p.A. Itainvest e Fimoper, la cui relazione storica e le immagini sono tratte, senza autorizzazione, dal mio lavoro Il centro antico di Pozzuoli - Rione Terra e Borgo (1987).

E’ un intervento nefasto per i Campi Flegrei, simile a quello tentato nel 1918 dal faccendiere Carlo Enrietti che, mediante una poco pulita convenzione con lo Stato, distruggeva tutto il golfo di Pozzuoli e la mitica costa con imponenti opere portuali. Per fortuna, grazie ad un gruppo di autorevoli “pozzolani”, tra i quali lo storico Raimondo Annecchino e il senatore a vita Vincenzo Cosenza, la speculazione fu sventata.

Nelle pagine 8, 9 e 10 della Premessa del progetto si rileva che le citate S.p.A. «si sono costituite come Gruppo Promotore ed hanno presentato al Comune di Pozzuoli (14 dicembre 1998) una proposta di collaborazione per la valorizzazione a scopi culturali e turistico/commerciali del Compendio territoriale del Rione Terra/Porto, anche attraverso la utilizzazione di soggetti impegnati in Lavori Socialmente Utili (LSU). Su proposta adottata dalla Giunta Comunale con delibera n. 882 del 16.12.98 avente ad oggetto “Proposta di collaborazione delle S.p.A. ITAINVEST e FIMOPER per la gestione del compendio territoriale Rione Terra/Porto da inserire nel quadro delle iniziative finalizzate alla valorizzazione del territorio e del miglioramento della situazione occupazionale”, il Consiglio Comunale con Delibera n. 57 del 21.12.98 ha deliberato: 1. di valutare favorevolmente la proposta di collaborazione delle S.p.A. ITAINVEST e FIMOPER, intesa alla gestione del compendio territoriale Rione Terra/Porto, rilevandone la utilità e l’importanza nel quadro delle iniziative per la valorizzazione del territorio ed il miglioramento della situazione occupazionale con l’impiego di un numero di addetti stimati tra le 300 e le 350 unità, nella prima fase, nel cui ambito inserire i soggetti impegnati nei L.S.U. e disoccupati di lunga durata, sino a raggiungere le 450 unità nella successiva fase di pieno sviluppo;...».

La Premessa continua con i punti 2 e 3, fissando gli obiettivi e le funzioni del Rione Terra e del Porto, e termina col punto 4, «di riservare alle definitive determinazioni del Consiglio Comunale l’approvazione del predetto accordo di programma. In data 26.1.99 il Comune di Pozzuoli, la società ITAINVEST e la società FIMOPER hanno sottoscritto un Verbale di Accordo nel quale l’Amministrazione Comunale e il Gruppo Promotore si impegnano a collaborare per la redazione del Progetto Preliminare del programma di valorizzazione…». L’elaborato di progetto è datato 15 febbraio 1999, appena 20 giorni dopo l’ufficiale sottoscrizione del Verbale di Accordo.

            Il complesso portuale dovrebbe essere così articolato: “Marina di Caligola” 727 posti barche, “Marina di Maglietta” 474 posti, per un totale di 1.201 posti barche da 6 a 30 metri; “Pescherecci” 50 approdi. Parcheggi auto: 190 posti interrati e 100 esterni sul lungomare Cristoforo Colombo e via dell’Emporio, 200 posti sul molo “caligoliano” e 90 sotto piazza a Mare. Appena 580 posti auto, su 1.201 posti barche, indicati esclusivamente nelle aree oggi occupate dai veicoli dei residenti e degli addetti al commercio del centro storico. Il “Molo Commerciale”, sul pontile SOFER (una nave mercantile, 5 traghetti e 4 aliscafi per il collegamento con le isole), avrà un non dimensionato parcheggio, accessibile da via Nicola Fasano; nessun posto auto è indicato per la “Marina di Maglietta”.

Oltre al bunkeraggio, sono elencati i seguenti servizi: «in posizione baricentrica la sede della direzione del marina con annessa torre di controllo ... una unità bagno ogni 20-30 posti barca [quindi, circa 40/60 cessi] ... bar, tabacchi-giornali, ristorante (con accesso alla terrazza superiore), agenzie nautiche e charter, centro subacqueo, ferramenta nautica e abbigliamento nautico. Altre funzioni commerciali... (banca, oreficeria, ... agenzie immobiliari, photoshop, boutiques, gelateria, pizzeria, videogiochi, libreria, tintoria, ecc.) saranno localizzati nell’ambito dell’area di sviluppo artigianale e commerciale del Rione Terra». Addirittura, «le aree destinate al diporto saranno delimitate da una recinzione metallica di forma gradevole e dissimulata da siepi di essenze mediterranee»; quanto amore per il particolare. Circa 15 negozi saranno ricavati sotto piazza a Mare, aperti sulla banchina della darsena interna, riducendo notevolmente la superficie destinata ai 90 posti auto.

Mi sembrano indicazioni del tutto immaginarie e disinvolte. Dalla fine del 1985 ad oggi, il movimento bradisismico, a parte qualche temporanea anomalia  che i quotidiani hanno enfatizzato con titoli altisonanti ,  è in evidente fase positiva (abbassamento), per cui, fra alcuni anni, potrebbe comparire acqua di mare sul pavimento del citato parcheggio coperto. Lo stesso vale per la prevista grande rimessa interrata di 190 posti auto sotto lungomare Cristoforo Colombo e via dell’Emporio che, tra l’altro, comporterà un notevole rialzamento del livello stradale, anche questo destinato a parcheggio scoperto di 100 veicoli, con grave danno alle attività commerciali e gastronomiche esistenti.

            Nel progetto, escludendo la dettagliata e puntuale indicazione grafica dei posti barca, addirittura suddivisi per categoria, tra i 6 e i trenta metri, non si rileva alcuna precisazione visiva delle grandi infrastrutture annesse, come «in posizione baricentrica la sede della direzione del marina con annessa torre di controllo», che deturperanno ulteriormente il già degradato ambiente del porto con le gigantesche costruzioni del mercato ittico all’ingrosso e del cantiere “Maglietta”. Sono convinto che, completati i pontili galleggianti e gli approdi, non saranno realizzati i servizi. Tanto, il lauto guadagno è assicurato! Pertanto, ho la sensazione che questo porto sarà solo un deposito di barche, come quello esistente nella darsena tra la villa comunale e il “tempio di Serapide”, ma dieci volte più grande.

            Le allegre comitive dei diportisti verranno, parcheggeranno le auto (se ci riescono), si imbarcheranno e andranno nelle lussuose e attraenti mete turistiche delle coste e delle isole del Mar Tirreno; torneranno dopo settimane, sistemeranno la barca, svuotandola dei rifiuti accumulati durante la vacanza, la lasceranno in custodia e se ne andranno spensieratamente, pagando l’esoso canone di ancoraggio alla società che gestirà l’approdo e, probabilmente, senza sborsare un soldo per il parcheggio delle auto; tutt’al più dando la “mazzetta” al parcheggiatore abusivo che opera in combutta con gli ormeggiatori. Questo è turismo?!

            E’ denominato “porto turistico-diportistico”; in realtà sarà un porto deposito-cantieristico per le imbarcazioni napoletane e campane. Il megaporto, così come si evince dal progetto, sarà servito soltanto dalla rete stradale urbana esistente, senza il diretto collegamento con la Tangenziale. Anche d’inverno, con le belle giornate o tranquilli fine settimana, si riverseranno nel centro di Pozzuoli migliaia di auto (in media due o tre per ogni imbarcazione), utilizzando le congestionate vie di Arco Felice e del borgo. In estate cosa succederà? Il finimondo! Peggio di quello che avviene oggi con il caotico traffico passeggeri e veicolare pesante per i sette Comuni isolani!

            Al porto è collegato il megacomplesso alberghiero del Rione Terra che dovrebbe avere una capacità ricettiva di circa 740 posti letto, secondo questa mia sommaria analisi:

camere doppie                                        135 x 2 persone = 270 posti letto

camere singole                                        14 x 1 persona =   14 posti letto

residence monolocali                      152x 2 persone = 304 posti letto

residence bilocali                                   38 x 4 persone = 152 posti letto

            La legge speciale per Pozzuoli, 19 luglio 1971, n. 475, all’articolo 17, prevedeva la «possibilità di ristrutturare … nuclei abitativi nei limiti compatibili con l’esigenza di sicurezza e di dotazione dei servizi». Il bando di concorso nazionale, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 253, del 20.09.1975, all’articolo 2, confermava quanto previsto dalla citata legge e aggiungeva che «potranno anche essere ammessi alcuni insediamenti diversi da quelli abitativi, se giustificati dall’economia del rione Terra o dagli interessi generali della collettività del comune di Pozzuoli». Lo stesso progetto vincitore  capogruppo architetto Aldo Loris Rossi  rispettava le citate indicazioni.

            Ma, col passare del tempo, i buoni propositi sono stati disattesi dagli organi politici locali e periferici, modificando la destinazione d’uso degli immobili del rione Terra. Meno male, però, che sono state riconosciute le storiche funzioni religioso-culturali e di rappresentanza comunale.

Quindi, le opere in fase di realizzazione non sono di “sistemazione e conservazione”, come prevedevano la legge speciale e il bando di concorso, ma nuova progettazione, nuova destinazione d’uso, con radicale trasformazione della tipologia edilizia, un anonimo inserimento di estranei elementi decorativi sulle facciate, come pura esercitazione calligrafico-accademica di imitazione dell’antico, e un’assurda e inventata cromia giallo-rossa. Insomma, una fredda scenografia, neanche degna di Cinecittà, letteralmente ricostruita contro ogni logica opera di salvaguardia e recupero delle preesistenze e della memoria etnica. Soltanto lo strato archeologico, col marmoreo tempio augusteo-cattedrale, è oggetto di attente opere di messa in luce e valorizzazione, sotto il puntuale controllo della Soprintendenza.

            Il megalbergo del rione Terra incentiverà l’economia locale? Non credo; anzi, l’attuale non florida, ma sufficiente, capacità ricettiva dei Campi Flegrei  – oltre 1.700 posti letto –  subirà un serio colpo. Ridicoli sono i parcheggi «ad uso del Rione Terra», indicati in viale Capomazza, con l’utilizzo del fabbricato, oggi parzialmente occupato dalla scuola elementare, per 150 posti auto, più 40 nel piazzale, e corso Umberto I, per 120 più 30 posti auto, attualmente ad uso dei residenti”.

            Anche se non previsto dal progetto, circolano voci allarmanti sulla darsena  ’u galiòne, cerniera tra il porto e il Rione Terra  che diventerebbe, previo riempimento, un eliporto e/o parcheggio auto e/o raffinato spazio per spettacoli estivi. La scelta, nell’ambito del progetto, è plausibile, perché il sito si trova nei pressi della reception del megalbergo del rione Terra, sistemata nel palazzo Cavaliere (“Castagniéllo”). Così, scomparirà un ambiente, seppure degradato da un incontrollato e abusivo parcheggio auto a cielo aperto, carico di tradizioni marinaro-artigiano-religiose.

            L’intera operazione prevede 450 unità lavorative e generiche attività indotte. Per quanto riguarda il porto, bastano pochi ormeggiatori e qualche ragioniere per la contabilità; per l’indotto, poi, sappiamo benissimo che i turisti, i bagnanti e i pendolari diretti alle isole non si fermano nemmeno per un caffè. Forse, solo il megalbergo del Rione Terra potrà assicurare un certo numero di addetti.

Ma, vale la pena? Non sarebbe meglio individuare altre funzioni a vantaggio dell’intera comunità “pozzolana” e non di pochi? E’ previsto, ad esempio, l’ampliamento della “Marina di Maglietta” con lo spostamento della scogliera protettiva esistente di oltre 150 metri verso il largo. Ma, per questo enorme beneficio, cosa darà in cambio il privato Maglietta? Il progetto non lo indica!

            Perché il connubio “Rione Terra - Porto”, esplicitato nell’originale e attraente titolo: “Compendio”?  Forse, come qualcuno ha detto, i fruitori dell’uno utilizzeranno anche l’altro? Nemmeno in Costa Smeralda i diportisti soggiornano negli alberghi, avendo a disposizione fiabeschi natanti, donne mozzafiato, cambuse piene di ogni ben di Dio e inservienti-equipaggio in giacca bianca. Sono vacanzieri dediti più alla bella vita che al turismo culturale. Probabilmente, come si vociferava diversi anni fa, è in fieri un casinò sul Rione Terra? Allora, veramente arriverà la “piovra” a Pozzuoli e… addio vivibilità del centro storico.

            Un’altra domanda riguarda la conduzione del complesso Porto-Rione Terra: se fosse gestito dal Comune, cosa improbabile per la storica incapacità degli enti pubblici, i “pozzolani” potrebbero ricavare un reale e grosso beneficio fiscale; ma, come indicato nel progetto, è in corso di costituzione, forse è già costituita, la S.p.A. Dicearchia, a cui affidare il management. Sarà un grande business, con i lauti balzelli di ancoraggio, dei quali una minima percentuale andrà al Comune se non al demanio marittimo, sotto forma della irrisoria tassa di concessione. Si sussurra anche il nome del presidente di questa società di gestione; pare sia, o sarà, un politico locale che, pur non raccogliendo molti consensi elettorali e larghe simpatie popolari, è sempre sulla breccia, grazie alle sue protezioni regionali e nazionali.

            Di recente, nella gestione del Rione Terra, si è fatta avanti anche la Scabec (Società Campana per i Beni Culturali), uno dei tanti gruppi misti pubblico/privato, nati con l’unico obiettivo di “gestire” il patrimonio pubblico, sostenuto, ovviamente, dai cospicui contributi regionali e statali.

            Molto rischiosa è anche la ventilata riconversione dei suoli rivieraschi della Sofer. Anni fa, un politico locale disse che quella costa doveva “riscoprire la sua vocazione turistica”, dimostrando totale ignoranza della storia di Pozzuoli. I vistosi resti archeologici, che si dipanano sotto il livello del mare, erano strutture commerciale-industriali del grande complesso portuale di Puteoli. Per le sue peculiarità, l’area, dopo il millenario abbandono, negli anni Ottanta dell’Ottocento, fu destinata nuovamente ad area industriale (cantiere Armstrong).

            Certamente, anche il turismo è un’industria che favorirà l’economia locale; ma, dev’essere supportato con adeguate infrastrutture, per evitare l’uso di quelle esistenti, già insufficienti per i residenti. Insomma, questi interventi dovrebbero avere una loro autonomia funzionale con collegamenti diretti alle grandi arterie e, pur promuovendo lo sviluppo della zona, non interferire nella sua vivibilità. Quindi, attenti a quello che proporrà la Waterfront Flegreo S.p.A..

            Comunque, sono scelte urbanistiche importantissime che non dovrebbero “piovere dall’alto” o essere affidate esclusivamente ai politici, spesso incompetenti o interessati; nelle decisioni sulle radicali modifiche del territorio, che determinano nuove esigenze di vita, devono intervenire democraticamente e responsabilmente anche gli abitanti.

            Determinante, però, sarebbe una programmazione e un coordinamento degli approdi sull’intero comprensorio dei Campi Flegrei, per evitare conflittualità e sprechi.

            E’ un grosso errore realizzare strutture di servizio utili a preconfezionate e politicizzate lobby e a servizio di altre località; si veda l’imbarco che favorisce soltanto i sette Comuni delle isole di Procida e Ischia. Quando nel 1890, fu completata la ferrovia Cumana, lo scalo fu sistemato nella più vicina rada di Torregaveta, irresponsabilmente spostato prima a Baia e poi a Pozzuoli. Una soluzione ancora oggi fattibile, lontana dai grossi centri abitati e facile da collegare con le grandi vie dell’entroterra.

            Gli eventi bradisismici del 1970 e 1983-1984 hanno determinato a Pozzuoli un’operazione simile a quella effettuata a Roma nel Ventennio Fascista: il centro storico fu evacuato e i romani veraci furono deportati nelle borgate, lasciando ai neoricchi il prestigioso cuore della capitale. Così, l’antica città flegrea, “ristrutturata”, è stata occupata da famiglie provenienti principalmente da Napoli, innescando, tra l’altro, una grossa speculazione immobiliare. Il borgo è diventato centro commerciale e salottiero dei “pozzolani” residenti a Toiano e a Monterusciello, giustamente spinti dal desiderio di frequentare i luoghi della memoria, e dei napoletani, attirati dalla buona cucina. Ma, l’offerta della ristorazione ha superato di gran lunga la domanda. Anche se il fenomeno resiste ancora, sarebbe opportuno frenare questo “sviluppo”, che danneggia prioritariamente le attività esistenti, elaborando nuove e più qualificate proposte.

Inoltre, con l’aumento del traffico passeggeri e veicolare con Procida e Ischia, il centro di Pozzuoli è diventato una loro area di servizio, con selvaggi e incontrollati parcheggi abusivi. A nulla è valsa l’isola pedonale del centro storico e dell’area portuale, fallita sin dall’inizio per la superficialità della proposta, l’indisciplina di chi guida e l’inadempienza e il palese lassismo degli addetti al controllo, suscitando nei residenti soltanto rabbia e sfiducia nelle istituzioni.

L’incapacità di risolvere questi problemi è dimostrata dall’ultima discutibilissima trovata di far pagare l’accesso al centro storico, sull’esempio di alcune grandi città.

Insomma, Pozzuoli e diventata la città di “Bengodi” o dei “Balocchi” di pinocchiana memoria.

Ma che tipo di turismo si può fare in un ambiente intensamente e selvaggiamente urbanizzato, troppo vicino alla grande metropoli che da tempo ha allungato i suoi tentacoli, devastando le ubertose plaghe di Bagnoli, Fuorigrotta, Soccavo, Pianura e Quarto? Non sono da meno le superaffollate Pozzuoli, Bacoli e Monte di Procida che non hanno mai pianificato il loro sviluppo urbanistico.

            Per salvaguardare la vivibilità e gli interessi dei “pozzolani” e dei flegrei, sarebbe necessario produrre dei realistici progetti, miranti ad incrementare un turismo stabile, con adeguate strutture ricettive, sfruttando prioritariamente quelle esistenti e le grandi risorse naturali: balneazione marina, termalismo, attività culturale-ambientale-enogastronomico-sportive e di tempo libero, sulla base di piani di sviluppo sostenibile, comprendenti la pesca e l’agricoltura, con la riscoperta delle antiche ricette e dei vini flegrei, dell’artigianato (ceramica, mosaico, vetro, profumi, marmo, arte dei metalli, carpenteria navale) e delle attività estrattive, di acquacultura e conservazione dei prodotti.

I Campi Flegrei vantano una eccezionale presenza di reperti archeologici, sminuzzati, però, su un vastissimo territorio, spesso poco curati, se non abbandonati, e affogati in contesti ambientali profondamente degradati. Si veda, per ultimo, la necropoli di via Solfatara, mortificata da un orribile ponte in ferro e obliterata da una rigogliosa vegetazione. Gli stessi episodi più eclatanti non riescono a diventare dei veri attrattori turistici, per l’assenza di valide e continue proposte di utilizzo.

Su questi temi, provocatoriamente appena accennati, dovrebbero cimentarsi pubblicamente i nostri signori politici e non blaterare i ripetitivi luoghi comuni.

Purtroppo, una delle cause negative dei Campi Flegrei è stata proprio l’assenza di candidati di grande spessore etico-culturale, affiancati da lungimiranti imprenditori, capaci di imporsi a livello nazionale e far valere le sacrosante ragioni di una zona tanto ricca, ma tanto bistrattata.

            La noncuranza dei “signori politici” e delle varie amministrazioni comunali si è palesata, tra l’altro, dalla mancata difesa degli interessi dei cittadini nella determinazione dell’indennizzo di espropriazione delle unità immobiliari del rione Terra. Infatti, i criteri di  valutazione non tennero conto dell’importanza storico/artistica dei manufatti, ma soltanto della superficie/volumetria, della vetustà e destinazione abitativa popolare. Quindi, modificata la loro funzione in complessi produttivi ad alto reddito, oggi si potrebbe impugnare quanto già liquidato; ma questo comporterebbe un iter legale-burocratico dispendioso e lungo. Avrebbero dovuto pensarci i “signori politici” e gli amministratori!

            Un’ultima provocazione: come mai, su queste imponenti opere di grande impatto ambientale, già così evidenti, non si sono ancora fatte vive “Leghe e Associazioni Cultural-Protezionistiche”?

Spero che queste mie considerazioni siano smentite!

Pozzuoli 13 aprile 2007

Raffaele  Giamminelli


          “Compendio Rione Terra - Porto”. Progetto preliminare. Planimetria generale di progetto, viabilità e parcheggi, Tavola 6.

            Il tracciato viario esclude le vie Giovan Battista Pergolesi, Pietro Ragnisco e Guglielmo Marconi che, dalla zona bassa della città, salgono, seppure con grandi difficoltà, a quella alta, immettendosi su piazza generale Francesco Capomazza (quadrivio Annunziata), via Campana-Tangenziale, corso Nicola Terracciano, via Anfiteatro e via Solfatara. Quindi, il traffico veicolare, da e per il porto “turistico”, spesso con imbarcazioni e carichi pesanti a rimorchio, è costretto ad attraversare l’intasato centro storico di Pozzuoli (via Sacchini, via Roma, corso Garibaldi, corso Giacomo Matteotti e corso Umberto I), per proseguire verso Napoli (Bagnoli e Fuorigrotta), oppure imboccherà via Nicola Fasano (via Miliscola), giungendo al quadrivio di Arco Felice (piazza Aldo Moro) e salire alla via Domiziana e Tangenziale est-ovest di Napoli.

            Fermo restando il problema dell’impatto ambientale, bisognerebbe realizzare un collegamento con la Tangenziale, come proposero il prof. ing. A. Grimaldi e il dott. ing. P. Sommella nel luglio 1980, per rendere funzionale ed autonomo il complesso portuale, evitando interferenze con i centri abitati.


       Porto e Rione Terra visti da via Campi Flegrei (Domiziana - altezza “Villaggio del Fanciullo”).

       (A) vecchio faro, (B) estremità del prolungamento; a sinistra, parte del Borgo e Rione Terra; in primo piano, la “Marina di Maglietta”, con la scogliera protettiva che sarà spostata parallelamente verso il largo di oltre 150 metri; sulla destra, il pontile Sofer, parzialmente utilizzato da “Maglietta”.