(il mio ambiente di vita)

Pubblichiamo di seguito i comunicati ricevuti inerenti la situazione della discarica di Lo Uttaro. Pubblicheremo, quando le avremo, le risposte di Enzo Falco e Scalera

Bruno Isaia - webmaster.

Verdi di San Nicola la Strada - Antonio Roano (BLOG)

28/02/2005 - PATTO per L'AMBIENTE per la provincia di CASERTA

15/04/2005 - PROGRAMMA ELETTORALE dell'attuale Presidente De Franciscis


12/02/2008 - Comunicato stampa


24/08/2007 - Corriere di San Nicola - Puzza "originale". Altro che "rimozione da bonifica"! A Lo Uttaro .. arriva di tutto..

23/08/2007 - Corriere di San Nicola - "Giudici come Ponzio Pilato". Rinviata la decisione in merito alla chiusura della discarica...

20/08/2007 - Comunicato stampa

20/08/2007 - Corriere di San Nicola - "Falco, ma da che parte stai?".  Parere di Agnese Ginocchio sulla questione Verdi-Roano.

19/08/2007 - Corriere di San Nicola - "Sarà comunque la fine...". Mercoledì 22 agosto 2007, h:11,00 si riunisce il tribunale per decidere sulla chiusura della discarica.

18/08/2007 - "Lo Stato contro lo Stato e lo scarica barile quale sport nazionale". Comunicato del Comitato Emergenza Rifiuti

18/08/2007 Replica di Messina a Falco

17/08/2007 Replica di Messina a Scalera

17/08/2007 Replica di Felice Lombardi

16/08/2007 Corriere di San Nicola - Scalera: "Roano nel mese di Agosto ha la neve in tasca"

12/08/2007 Corriere di San Nicola - Cozzolino: "Di attivisti come lui ce ne vorrebbero tanti"

12/08/2007 Risposta di Antonio Roano al Commissariamento

11/08/2007 Nomina Commissario dei Verdi di San Nicola


Comunicato stampa del 11/07/2007

Comunicato stampa del 18/01/2007

Politica e cittadini: riflessioni sui comportamenti delle persone.

Lettera ai responsabili dell'accordo sulla discarica di Lo uttaro

Comunicato stampa del 30/12/2006

Comunicato stampa del 26/12/2006

Comunicato stampa del 23/12/2006

I Verdi e l'Unione del 07/03/2006


Comunicato Stampa del 12-feb-2008

Non disturbare il manovratore

Con l’avvento della Sinistra arcobaleno e con il Congresso Provinciale che si è tenuto sabato scorso si chiude in qualche modo l’esperienza autonoma del partito del Sole che Ride e queste mie considerazioni vogliono essere in qualche modo una analisi degli ultimi due anni di vita del partito stesso in provincia di Caserta, quando si tennero le amministrative provinciali e regionali, con qualche richiamo anche alle vicende nazionali per quanto riguarda la crisi dei rifiuti in Campania.

All’epoca il partito ottenne un risultato clamoroso, tanto da conquistare dopo anni un rappresentante nell’assemblea provinciale e da sfiorare la clamorosa elezione di un deputato regionale, andato solo per un soffio a Salerno. Molti dei candidati che consentirono quel successo oggi non fanno più parte del partito e con loro si è persa gran parte dei quindicimila voti allora conquistati con impegno e coerenza.

Abbiamo perso credibilità in nome di un millantato senso di responsabilità, restando in una compagine provinciale che ha calpestato tutti gli ideali enunciati nello statuto del nostro partito, ovvero pace, ambiente e diritti.

Tra le colpe più grandi da attribuire a De Franciscis ed ai suoi sodali, c’è senz’altro lo scellerato protocollo d’intesa firmato da lui, dal Sindaco di Caserta Petteruti e al Commissario Bertolaso. Le indagini sulla discarica Lo Uttaro oggetto di quel protocollo, sollecitate dal Comitato Emergenza Rifiuti, hanno accertato un danno per la salute potenzialmente a duecentomila persone e prodotto dodici avvisi di garanzia, che vedevano tra i destinatari anche persone nominate o volute da De Franciscis, oltre a funzionari governativi e ai proprietari del terreno, per non parlare dell’inchiesta che vede coinvolto l’ex Direttore Generale dell’ente Provincia, egualmente nominato dal vertice provinciale.

Tornando al problema dei rifiuti, non ci si è impegnati a sostenere la soluzione proposta dal Prof. De Medici, che ha individuato in Campania nel febbraio scorso alcuni siti idonei allo sversamento per tre anni dei rifiuti, lontani dai centri abitati, in terreni a base argillosa e naturalmente impermeabili; le sue conclusioni sono state comunicate a Bertolaso immediatamente e poi anche ai vari Commissari succedutisi nel frattempo, agli amministratori regionali e al Presidente Prodi, nonché ad esponenti autorevoli della opposizione di centro destra.

E’ ovvio che il Partito Democratico è il primo colpevole di tali mancate scelte, ma anche il nostro partito si è reso solidalmente colpevole, sia pure per omissione. Abbiamo anche noi sulla coscienza una parte del peso di tutte quelle guerriglie urbane che si sono via via sviluppate a Serre, a Lo Uttaro di Caserta, a Pignataro, a Pianura, a Difesa Grande, a Taverna del Re, a Ferrandelle e chi più ne ha più ne metta. Inoltre nei comuni che amministriamo in provincia non mi risulta che si sia avviata una seria gestione porta a porta della raccolta dei RSU e che risultino tra i comuni ricicloni della regione. Eppure era possibile evitare l’emergenza, e comuni come Mercato San Severino ce lo insegnano. Oggi, in piena emergenza, là non si vede una carta per strada!

La gestione del partito in provincia è stata poi costellata di errori, come quello dello scorso marzo quando si è insistito con il Presidente De Franciscis per scambiare l’assessorato all’urbanistica, che conteneva deleghe importanti come quella per la riqualificazione del litorale domizio, con quello all’ambiente, svuotato di contenuti, al solo scopo di permettere a Raffaele Aveta, attuale Presidente del Parco di Roccamonfina e protetto dai poteri forti, di ricoprire il ruolo assessoriale. Poiché però il diavolo fa le pentole ma non i coperchi, l’opposizione del Presidente De Franciscis ha poi mandato a monte il piano, acconsentendo allo scambio ma pretendendo la permanenza della Cajola. Oggi, grazie a questo errore, la gente ci vede i tra i maggiori responsabili di questa crisi dei rifiuti nella provincia di Caserta.

Nel Congresso di sabato è stata poi bocciata la mia proposta di invitare la Sinistra Arcobaleno a tenere le primarie allo scopo di mandare in parlamento persone e idee nuove, privilegiando scelte che vengono dall’alto e sottraendo la sovranità ai cittadini. Ed in questo diniego Calderoli e la sua “porcata” (ovvero le liste bloccate) non c’entravano per niente.

Sarebbe questo il rinnovamento? E’ questa la democrazia? Come abbiamo fatto a far dimenticare alla gente dieci anni di sfaceli e dissesti finanziari lasciatici dalle giunte comunali e provinciali di centro destra?

Lascio ai cittadini e agli elettori la risposta da fornire nelle prossime consultazioni.

Io personalmente posso solo promettere ai miei concittadini e a coloro che apprezzano la mia coerenza di continuare a lottare per le cose in cui credo, senza lasciarmi condizionare da chi, per un malinteso senso di onnipotenza, creca di intimorirmi tendendomi agguati e lasciandomi fuori dagli organismi direttivi provinciali del partito. Ad essi dico solo: la festa è finita, ma fate presto a raccogliere le ultime briciole!

Antonio Roano

 


Al Sig. Enzo Falco - Presidente Verdi per la Pace, Federazione Provinciale di Caserta

 All’On. Tommaso Pellegrino - Presidente Regionale dei Verdi per la Pace

Agli iscritti del Circolo dei Verdi per la Pace San Nicola la Strada

 

P.C. Agli organi di stampa

 

QUANDO LE BUGIE HANNO LE GAMBE CORTE

Lo scopo di questa comunicazione è quello di invitare l’opinione pubblica, gli iscritti della sezione e gli appartenenti al partito, così come gli altri partiti e gli organi di stampa, a non tenere in alcun conto il presunto commissariamento della sezione dei Verdi di San Nicola la Strada da parte del Presidente provinciale Sig. Enzo Falco perché illegittimo ed infondato.

Ho invitato lo stesso Sig.  Falco ad indicare in base a quale norma egli fosse autorizzato a prendere tali decisioni poiché non risulta né nello Statuto né tantomeno nel Regolamento del Partito che gli sia stato conferito questo potere. Inutile dire che non ho ottenuto alcuna risposta.

Nello stesso comunicato, inoltre, veniva citato dal Sig.  Falco un presunto procedimento disciplinare incardinato a mio nome presso gli organismi regionali.

Ebbene, il Presidente Regionale del Partito On. Tommaso Pellegrino, da me interpellato in data odierna, mi ha certificato l’assoluta mancanza di procedimenti a mio carico, confermando ancora una volta che le bugie hanno le gambe corte, né poteva essere altrimenti visto che non esisteva e non esiste nessun presupposto né politico né statutario a tale azione; non mi era giunta, del resto, nessuna comunicazione in merito.

Tanto per quanto riguarda la illegittimità.

Per quanto riguarda invece l’infondatezza e l’inopportunità, tali argomentazioni sono avallate dal fatto che il Sig. Falco si guarda bene dall’esaminare quanto i governi locali non hanno realizzato ma per cui si erano impegnati. De Franciscis in particolare aveva sottoscritto uno specifico atto con i Verdi e le associazioni ambientaliste che prevedeva precisi impegni da attuarsi già nei primi cento giorni e dopo due anni ancora completamente disattesi.. Lo stesso Sig. Falco, addirittura afferma che tra zero e cento lui preferisce fare sessanta cose. Ebbene, farebbe piacere agli elettori Verdi conoscere  quali sono le cose realizzate che addirittura fanno pensare allo stesso Falco di avere raggiunto tali mirabolanti obiettivi.

Ciò che lui stesso ha elencato nel suo precedente comunicato, infatti, riguarda l’azione del governo nazionale e non certo di quello locale.

Ricordo allo stesso Falco, inoltre, la precipitosa discesa che i Verdi hanno avuto in provincia di Caserta nelle ultime elezioni amministrative, segno che la gente non ci vede più come paladini dell’ambiente, e Dio solo sa se ce ne sarebbe sempre più bisogno, ma solo come biechi mestieranti della politica, tanto è vero che dalle ultime elezioni provinciali molti di quelli che avevano contribuito al successo hanno abbandonato il partito o si sono decisamente schierati contro la linea della segreteria.

Attribuire poi la responsabilità della disfatta dei Verdi in Terra di Lavoro al Dr. Giuseppe Messina che ha lasciato il Partito ben tredici anni fa, costituisce un comodo quanto inutile alibi per nascondere le responsabilità di un gruppo dirigente che ininterrottamente da tredici anni governa il Partito.

Inoltre non si capisce come il Sig. Falco possa asserire che le opinioni sulla politica del Partito stesso siano di esclusiva competenza degli iscritti quando lo stesso Congresso Nazionale ha deciso che il prossimo gruppo dirigente debba essere costituito per il 50% almeno da non iscritti e rappresentanti delle associazioni ambientaliste, di cui ad esempio il Dr. Messina è un autorevole esponente da oltre trenta anni.

In questo clima di sfiducia generale cosa pensa di fare il nostro bravo Presidente?

Con una lettera illegittima, menzognera e ipocrita tenta di destituire, senza averne i poteri, uno dei pochissimi rappresentanti del partito che, esponendosi e pagando di persona, si è fatto conoscere dalla gente per il suo spirito realmente ambientalista sostituendolo alla guida del circolo sannicolese con un personaggio che è abituato a cambiare spesso casacca come ad esempio Salvatore Mataluna di Maddaloni, uscito appena lo scorso anno da Forza Italia senza alcuna cultura e trascorsi ambientalisti.

E’ questa la coerenza? 

Le risposte che sono pubblicate in questi giorni anche dalla stampa locale e testimoniate da noti esponenti del nostro e di altri partiti politici e movimenti, a cui giungono i miei ringraziamenti, che condannano questa manovra impropria e controproducente, sono la giusta risposta ad una azione proditoria ed autolesionista per i Verdi di Terra di Lavoro da parte del Sig. Falco, delegittimatosi nei fatti.

Come noto tale situazione si è generata dalla vicenda della discarica illegale e pericolosa di Lo Uttaro la quale è di una gravità assoluta per l’allocazione, la realizzazione, la gestione. Sono rappresentativi della situazione i mancati collaudi, i controlli inefficienti, le mancate verifiche sui camion in entrata e in uscita, lo sversamento di materiale non autorizzato (vedi tra l’altro i rifiuti marci di Parco Saurino a Santa Maria La Fossa), nonché un’aria nauseabonda che avvolge duecentomila persone. A tale proposito, sono cadute nel vuoto le ripetute dettagliate relazioni in merito inviate al Presidente della Provincia, al Sindaco di Caserta ed ai Commissari Bertolaso e Pansa contenenti anche proposte alternative da parte del Comitato Emergenza Rifiuti, che mi vede tra i suoi esponenti.

Ritengo che nessun partito, e tantomeno quello dei Verdi che dovrebbe rappresentare in primis la difesa dell’ambiente e della salute dei cittadini, debba avere l’arroganza di parlare di massimi sistemi  e di fedeltà a schieramenti ed alleanze senza concentrarsi subito ed in modo assoluto sulla soluzione di una gravissima emergenza sanitaria, ambientale e legale, dissociandosi, se non ascoltati, da coloro che sono certamente colpevoli di questo stato di cose.

Chiedo, quindi, a tutti coloro che credono ancora nella possibilità di avere un ambiente salubre nel casertano di far sentire la propria voce attraverso i mass media, le associazioni ed i partiti, per lottare tutti insieme nella logica di pensare globalmente ed agire localmente, smascherando una volta per tutte quanti, facendosi scudo di ideali e programmi non attinenti la realtà locale, non fanno altro invece che perseguire fini di carattere personale.

Con la presente comunico infine che è convocata l’assemblea degli iscritti il giorno 3 settembre alle ore 19.00 presso i locali della Parrocchia Santa Maria della Pietà presso la Rotonda di San Nicola la Strada per una valutazione dell’attività del governo provinciale alla luce del programma amministrativo e del patto sottoscritto il 28 febbraio 2005 (che per opportuna conoscenza si allegano alla presente) con il nostro partito e le associazioni ambientaliste.

Il presente invito, pertanto, è esteso anche alle suddette associazioni locali.

 

San Nicola la Strada, 20 agosto 2007

 

Antonio Roano

Presidente del Circolo dei Verdi

San Nicola la Strada

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LO UTTARO: IL GRANDE GIOCO NAZIONALE DELLO SCARICA BARILE E’ IN CORSO. CHIUDETE PORTE E FINESTRE. DIFENDETE LA VOSTRA SALUTE

Come una nube tossica Caserta e il suo interland sono avvolti da un olezzo che comincia a manifestarsi ogni giorno dopo le 23 per attenuarsi e confondersi con gli scarichi del traffico automobilistico e delle attività umane dopo le 5 del mattino. Molti cittadini continuano a lamentarsi del persistente tanfo emanato dalla discarica Lo Uttaro voluta e sostenuta dall’ing. Petteruti. Il cattivo odore si espande con l’aumentare dello sversamento, accresciuto durante le ore notturne. C’è un gran da fare per riempire quanto più è possibile la discarica illegale prima che i giudici il 22 agosto prossimo si pronuncino. Come dire “voi chiudete, ma noi l’abbiamo già riempita”. Un andamento che ricorda i primi venti giorni dall’apertura, quando Lo Uttaro, accoglieva circa 80 Tir di immondizia al giorno per ripulire, così dicevano, i depositi dell’ex Cdr di Santa Maria Capua Vetere e forse anche qualche città (es. Pompei) dai rifiuti per strada e magari fanghi di qualche impianto di depurazione, così magari per risparmiare (chi?). Dal rilascio della sospensiva richiesta dal Commissario di Governo, nell’ex sito Mastropietro, circolano più di 150 camion al giorno. Contemporaneamente all’abbancamento di rifiuti nelle more si attrezza il successivo anello, pronto ad essere colmato in deroga al collaudo si può derogare da una formalità burocratica ma da una strutturale? E se il quarto anello e poi il quinto, ecc. non è stato realizzato correttamente le conseguenze chi le coprirà un decreto del Prefetto Pansa?). Tutto si svolge a ritmi frenetici nel timore che il 22 agosto potrebbe segnare la fine di un conferimento autorizzato ma illegale. Fra tre giorni si terrà l’udienza per confermare o meno l’ordinanza di chiusura della discarica. Ma intanto si sversa e tutto ciò che entra in quella discarica è esclusivamente rimesso al controllo di un consorzio che pur offrendo un servizio pubblico se ne va in ferie serrando gli uffici, già normalmente blindati. E chi controlla un transito di 150 camion al giorno? Nessuno! L’aumento della puzza, segnalata persino dagli abitanti del centro di Caserta, ha spinto il Comitato Emergenza Rifiuti a scrivere anche a tutte le forze dell’ordine, sperando che si attivassero interventi per imporre il rispetto della normativa di transito che obbliga di non spargere rifiuti e percolato durante il trasporto, o all’ARPAC per i controlli interni alla discarica. Il Comitato si è rivolto a tutte le autorità locali e territoriali, ma senza alcun riscontro. Lo sport nazionale: lo scarica barile è in pieno svolgimento e così le istanze dei cittadini anziché produrre una naturale azione di verifica e salvaguardia del territorio e della salute pubblica da parte degli organi dello Stato a ciò preposti, vengono trasmesse alla Procura della Repubblica peraltro già informata dal Comitato. Tutto ciò, pare, perché è in corso un procedimento su Lo Uttaro. Un modo di procedere che lascia perplessi. Un’inchiesta in atto che richiede tempo e approfondimento non dovrebbe limitare il potere di azione delle autorità che sembrano essere degradate, in questa vicenda, ad organo di trasmissione di atti del Comitato Emergenza Rifiuti, piuttosto che a esecutori e controllori del rispetto di leggi e che prescindono da direttive contingenti. Lo Stato contro lo Stato. Il Comitato ha provato a fare dei presidi, ma si è desistito di fronte all’indifferenza di chi avrebbe dovuto, in piena imparzialità, intervenire per far rispettare il codice della strada o le leggi ambientali e sanitarie. La polizia di Stato sembra essersi piegata dinanzi a direttive di organi superiori, dimenticando forse il suo ruolo naturale e principale, e cioè quello di difendere il cittadino e la sua incolumità. Nonostante le denunce e le moltissime segnalazioni si tollera l’infrangere delle regole del codice della strada, di quelle sanitarie e ambientali, in nome di un’emergenza finalizzata a giustificare qualsiasi omissione pur di non rallentare minimamente lo sversamento dei rifiuti nella nostra città di cui nessuno conosce la natura e la provenienza. Il differente olezzo è quello che ne distingue allo stato la natura. Anche sulle cave di Centurano prima del sequestro, ci fu un’inchiesta della procura della Repubblica. Tale inchiesta non precluse l’intervento delle autorità locali sul transito dei Tir che trasportavano brecciame, persino il sindaco potrebbe intervenire come responsabile della salute pubblica, “ma non si può chiedere a Lucrezia Borgia se nel vino c’è del veleno”. Per quale motivo nella vicenda Uttaro si scaricano tutte le responsabilità su un magistrato che meticolosamente e con i tempi propri della giustizia italiana che tutti conosciamo, sta facendo il proprio dovere, ma che certamente non può andare a rilevare contravvenzioni. Sarà forse il timore di contrariare il Commissario di governo a limitare l’azione dei controllori, testimoni delle nostre denunce? Il Comitato Emergenza Rifiuti prende atto dello stato di vuoto legale che, di fatto, si è creato e nell’invitare i cittadini al sopraggiungere dell’olezzo di chiudere porte e finestre, comunica che le prossime istanze o denunce che inoltreremo saranno indirizzate alle forze dell’ordine locale solamente per conoscenza.

Caserta, 18 agosto 2007

Comitato Emergenza Rifiuti

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AL SIG. FALCO DEI VERDI. MA DI CHE COSA STIAMO PARLANDO?

 

Il sig. Falco, nel vano tentativo di dimostrare le sue ragioni per convalidare il commissariamento della sezione dei Verdi di San Nicola La Strada, continua a spostare l’asse dei problemi in due direzioni: da una parte la delegittimazione di Roano e del Comitato Emergenza Rifiuti definendoli “fondamentalisti” (e perché non terroristi? Il passaggio in fondo è breve…) e utilizzando alcuni anche il venticello della calunnia attaccando ora l’uno ora l’altro responsabile della società civile dalla quale Falco prende le distanze. Dall’altro ponendo la cosiddetta questione ambientale di Terra di Lavoro. Vorrei ricordare al fulgido dirigente che i Verdi come le associazioni ambientaliste non solo e da tempo hanno elaborato e prodotto una serie di documenti programmatici su un territorio dove operano ormai da circa trent’anni, ma hanno collaborato alla stessa predisposizione del programma amministrativo provinciale.

Vale la pena a questo punto, ricordare a Falco e a De Franciscis quali erano i primi impegni che il presidente della Provincia avrebbe dovuto realizzare (per carità di patria tralasciamo in questa sede i restanti impegni enucleabili dal resto del programma elettorale e amministrativo) e sottoscritti nel patto con il mondo ambientalista il 28 febbraio 2005 da De Franciscis e da realizzarsi nei primi cento gironi di governo.

  1. Istituire l’ASSESSORATO ALL’AMBIENTE, AL PAESAGGIO E AI BENI CULTURALI con la promozione di atti e azioni che favoriscano lo sviluppo locale sostenibile e la tutela, conservazione, valorizzazione e fruizione del patrimonio culturale, storico, artistico, paesaggistico e ambientale, dotandolo di adeguate strutture amministrative e tecniche;
  2. Istituire, in collaborazione con le associazioni ambientaliste e la SUN, un CENTRO DI DOCUMENTAZIONE, EDUCAZIONE AL PATRIMONIO CULTURALE E FORMAZIONE AMBIENTALE PER LO SVILUPPO SOSTENIBILE, con il compito ulteriore di preparare ogni anno, fra l’altro, il Rapporto sullo stato dell’ambiente della Provincia e fornire al Consiglio Provinciale indicazioni prima dell’elaborazione della proposta di bilancio previsionale;
  3. Sottoporre all’approvazione del Consiglio un documento tecnico-amministrativo di indirizzi operativi e vincolanti in materia ambientale, suddiviso per aria, acqua e suolo;
  4.  Ristrutturare e riarticolare la COMMISSIONE PROVINCIALE SULLE ILLEGALITÀ AMBIENTALI al fine di favorire in via preventiva anche una verifica delle possibili scelte programmatiche della Giunta e di rilevanza amministrativa attraverso specifici pareri;
  5. Costituire una Consulta Provinciale per l’Ambiente, il Paesaggio e i Beni Culturali e il Territorio, comprendente associazioni di categoria e associazioni ambientaliste riconosciute a livello nazionale effettivamente operanti sul territorio provinciale, con funzioni di organo di consultazione delle Commissioni competenti e della Giunta Provinciale sui temi riguardanti l’ambiente, la tutela, la gestione e la valorizzazione del territorio;
  6. Sviluppare e potenziare il Corpo di Polizia Provinciale aumentando l’organico anche in funzione di quanto stabilito dall’art. 6 della direttiva 92/43/CEE. Poiché spesso i reati ambientali avvengono ad opera di organizzazioni criminose, appare opportuno dotare il Corpo di attrezzature e tecnologie adeguate ad operare un efficace controllo del territorio e a permettere, allo stesso tempo, di perseguire in maniera puntuale gli autori dei reati nella sua qualità di primo presidio territoriale con piena autonomia di servizio. La Provincia potenzierà il servizio per la tutela e il controllo della fauna selvatica nelle aree protette, attribuendo particolari compiti di polizia ecologica;
  7. Favorire l’ingresso di figure adeguate ai compiti della Provincia (laureati in Scienze Ambientali e Conservazione in Beni Culturali, architetti, agronomi e ingegneri), quali portatori di specificità scientifica e professionale nel settore della tutela e valorizzazione ambientale e dei Beni culturali;
  8. Sostenere apertamente la proposta dell’Agenzia Regionale per la Sicurezza Alimentare;
  9. Attivare il metodo della concertazione tra Provincia e Comuni, spingendo per la semplificazione istituzionale e il coordinamento delle scelte comprensoriali.

Sul piano comunale, invece, il sig. Petteruti si era impegnato a realizzare subito, come priorità del programma elettorale prima e amministrativo poi, i seguenti punti:

1.    realizzazione del Parco dei Monti Tifatini;

2.    acquisizione dell'area ex‑Macrico e sua destinazione a parco urbano;

3.     realizzazione di spazi verdi diffusi sia nel centro città che nelle periferie e nei borghi, recuperando un adeguato rapporto verde/abitante;

4.     redazione del nuovo Piano Urbanistico Comunale, orientato al recupero urbano e all'incremento delle attrezzature pubbliche; il PUC dovrà essere orientato al realistico censimento del fabbisogno abitativo, al fine di evitare consumo speculativo del territorio, e ad una programmazione attenta dell’edilizia sociale;

5.     completamento dei Piani di recupero;

6.     salvaguardia dei nuclei più antichi di Caserta Centro, dei Borghi e del patrimonio storico complessivo;

7.     salvaguardia del patrimonio artistico/monumentale della città, con particolare riguardo alle destinazioni d’uso, escludendo lo sfruttamento speculativo di immobili a vocazione culturale. Esempio tipico il complesso Sant’Agostino;

8.      chiusura delle attività di cava e dei cementifici mediante una strategia di recupero naturalistico delle aree dimesse;

9.      organizzazione della raccolta rifiuti differenziata e prevenzione delle disfunzioni dei sistemi di smaltimento, comprensiva delle strutture di emergenza necessarie per evitare l’accumulo dei rifiuti sulle strade;

10.  creazione di un'isola pedonale adeguatamente gestita, condivisa dalle categorie di operatori cittadini;

11. promozione di un trasporto pubblico efficiente, con navette, preferibilmente elettriche, puntuali e molto frequenti.

I dirigenti dei Verdi, che appoggiano sia De Franciscis sia Petteruti, comprenderanno subito che gli obiettivi soprariportati se realizzati avrebbero sicuramente avviato un’inversione di marcia e imprimere un’idea diversa di sviluppo per Terra di Lavoro. Quindi un’analisi e una strategia esistono. Comprendiamo le difficoltà ma non l’accondiscendenza, specie quando a sostenerla si pongono illegalità e bugie. La degenerazione dei rapporti e la radicalizzazione della lotta politica, tutta interna a quella parte della società casertana interessata a superare questo situazione di stallo (aldilà degli schieramenti, di fatto superati), stanno nel fatto che sia Petteruti sia De Franciscis, tradendo il mandato e trasformando la dialettica interna nella maggioranza in una vera e propria guerra di posizione, hanno modificato nei fatti programmi e obiettivi politici e, in nome di un frainteso senso della libertà nulla gli alleati dicono sugli impegni mancati come nulla sul fatto che Petteruti in perfetta continuità col sindaco della destra falco vuol fare di Caserta un grande supermercato (vedi Iperion 2); nulla terzo cementificio della Cacem di Sessa Aurunca, nulla sulla delocalizzazione di Moccia a Pietravairano, nulla sull’inceneritore di Falciano del Massico, nulla sui colletti bianchi diffusamente presenti nelle istituzioni locali, ecc. Ma allora la questione qual è? “Fidatevi dei manovratori che alla fine vedrete il sol dell’avvenire?” Scusate ma perché dovremmo crederci; e se il futuro che intendete realizzare passa dalla discarica di Lo Uttaro, ebbene signori di che cosa stiamo parlando? Non sarebbe il caso di assumere, invece, un atteggiamento autocritico e anziché chiudersi tentare di recuperare un minimo di rapporto con la gente che non vuole sentire neanche che vi si nomini? Oppure la vostra posizione è quella di difendere lo scranno dove sedete?

Caserta, 18 agosto 2007

Giuseppe Messina

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UNA REPLICA A CARLO SCALERA DIRIGENTE DEI VERDI E’ NECESSARIA

Sono convinto che certe polemiche non interessino la gente, più attenta alle cose reali che a fatti così lontani dalla quotidianità. Ho letto, tuttavia, la risposta dello stimato Scalera alla lettera di Antonio Roano che critica aspramente il commissariamento della sezione dei Verdi di San Nicola La Strada voluto da Falco, segretario provinciale e mi sono sentito in dovere di intervenire per una serie di ragioni. Primo perchè sono stato fondatore dei Verdi in Terra di Lavoro e, per il clima d’illegalità diffuso, che hanno costretto me e molti altri, prima di andare via, a rivolgerci addirittura alla magistratura per far applicare decisioni unanimi e collegiali stravolte poi da Pecoraro Scanio, il quale ha fatto del partito degli ambientalisti una sorta di proprietà della sua famiglia. In secondo luogo perchè come ambientalista ho partecipato alla stesura del programma di governo della Provincia, ho scritto il patto dei Verdi e delle Associazioni ambientaliste della Provincia, patto sottoscritto dal sig. De Franciscis e completamente disatteso, ignorato e poi tradito da una nuova dirigenza politica della provincia, legittimata da De Franciscis e da una coalizione che ignora il problema politico, rappresentata dalla vecchia DC incarnata dal sig. Menditto e dal suo violino di spalla, avv. Iaselli.
In terzo luogo perchè la decisone di Falco scaturisce da una vicenda, quella di Lo Uttaro, che mi vede impegnato insieme a Roano e qualche migliaia di persone normali che vorrebbero legalità, trasparenza, ambiente integro, ecc.

Occorre dire che, con poca onestà intellettuale, Scalera sfugge la questione e fa, come si dice, uno scavalcamento a sinistra parlando dei grandi temi che certo non possono non vederci d'accordo. Ma parla pure di persone, Roano appunto, manovrate e strumentalizzate, attribuendo a questi una relativa capacità di discernimento e dando un giudizio assolutamente inaccettabile sulla vicenda Lo Uttaro che è prima di tutto una questione di legalità, di salvaguardia della salute pubblica e di ambiente.

Elude il problema, ma un vero ambientalista, tuttavia, si misura prima di tutto sulla capacità di agire localmente in una visione generale della questione "futuro". In Terra di Lavoro l'attuale gruppo dirigente non solo sta dimostrando grande distacco da una vera ipotesi di sviluppo ecosostenibile del territorio ma testimonia nei fatti un attaccamento acritico alle vicende del potere che non aiuta a crescere la nostra società e fornisce un cattivo servizio alla causa ambientalista. Anch'io ho un brutto carattere, com’è noto a tutti, ma preferirei essere giudicato più per il fare che per il dire, per quanto non vedo contraddizione fra quello che dico, quello che penso e quello che faccio. Non mi pare che Roano sia lontano da questo modo di essere, aldilà, ripeto, di estremizzazioni verbali legate più all'esasperazione che ad una natura "distruttiva" come afferma Scalera. Non si può non considerare che alla Caiola, così come a Falco, a De Franciscis sin dal primo momento di questa sporca storia, il Comitato Emergenza Rifiuti ha cercato, nello spirito di collaborazione e partecipazione, informato sulla vicenda Lo Uttaro, sulle illegalità di quel sito, sulla strumentalizzazione di funzionari corrotti, sulla pericolosità dell'iniziativa sul piano politico, ecc. Sin dalla sottoscrizione del protocollo d’intesa si sono suggeriti percorsi politici e amministrativi alternativi e che, comunque, avrebbero risolto la cosiddetta emergenza rifiuti. Hanno sempre rifiutato qualunque confronto (si ricorda che lo stesso Petteruti ha votato in consiglio per non far parlare il Comitato) consultazione, ecc. Non hanno mai valutato gli atti e le proposte fornite, rendendosi complici di un vero e proprio attentato alla salute pubblica e a un disastro ambientale annunciato. E ora che la Magistratura (ancora una volta la Magistratura!) ha dato ragione alla società civile, anziché trovare il partito dei Verdi coerentemente schierato dalla parte della ragione, vediamo il suo segretario provinciale, con la mano destra cercare goffamente di appropriarsi del risultato ottenuto e con la mano sinistra epurare chi ha contribuito a svelare l'inganno.
Così non funziona e non si va da nessuna parte. Il partito dei Verdi ha fallito in Italia come in Terra di Lavoro e la soluzione è azzerare tutto e ricominciare daccapo. Non vedo altra soluzione e le prese di posizione di tanti del partito dei Verdi a favore di Roano dovrebbero indurre tutti a qualche riflessione. Ma è pensabile che un Pecoraro, un Falco, un Aveta o una Caiola possano rinnovare i Verdi?

Giuseppe Messina

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venerdì 17 agosto 2007 11.45

REPLICA di FELICE LOMBARDI

LO UTTARO e VERDI

Improntare l’impegno politico o civile ispirandosi ai valori della tutela ambientale, della salvaguardia della salute pubblica e del rispetto della legalità è cosa virtuosa per chiunque, associazione o partito, voglia dare concretezza alle azioni. Ma, quando tali valori sono principi fondativi di un partito politico allora è obbligatorio, e, minimamente coerente, non metterli mai da parte quando si impegna il nome del partito. In sostanza, è quello che ha sempre fatto Antonio Roano nella vicenda di “Lo Uttaro”: convinto, come molti di noi, che la discarica è stata aperta in spregio alla legge, gestita nella illegalità, nell’indifferenza sorda e cinica delle istituzioni, che avvelena in maniera lenta e assidua l’ambiente, causa di morte – silenziosa ed inesorabile – di centinaia di cittadini per i prossimi decenni. Convinto di tanti malanni il verde di S. Nicola Roano non ha lesinato critiche anche ai vertici del partito per le assenze sull’argomento.

Ebbene, nell’esprimere la mia solidarietà ad Antonio ritengo che quei principi siano l’ordito che tiene insieme il partito dei Verdi e quanti in esso si riconoscono. I valori di un partito sono la linea maestra dell’azione a cui tutti devono adeguarsi, nessuno escluso,  e, a metterli in pratica non occorre il placet di nessuna gerarchia. E’ vero invece il contrario, chi dovendolo fare vi rinuncia per opportunismo non è degno di rappresentare un partito o movimento che sia.

Con rammarico faccio tali considerazioni per non fare da sponda a quanti pensano che i partiti siano ridotti a circoli chiusi fatti di parenti, amici e compagni di affari alle spalle dei cittadini che hanno risposto in essi la fiducia con il voto. Se si indulge in questa tesi si può comprendere, ma non giustificare, la insulsa reazione di chi, disturbato nei propri affari, vaneggia di un reato di lesa maestà in spregio ad ogni principio di comunità libera e democratica che fonda la propria sopravvivenza sulla critica e sul confronto.

L’insofferenza per l’attivismo genuino e convinto che ha dettato l’azione di Antonio e che, ribadisco perfettamente coerente con il programma politico dei Verdi per la Pace, è l’indice di un vulnus di una guida provinciale del partito che ha fatto il suo tempo e non più idonea a rappresentare le istanze dei cittadini e quelle degli iscritti e simpatizzanti.

Ho usato il termine ‘insulso’ non perché preso dalla foga ma ragionando da rappresentante istituzionale di un partito che misura il proprio successo in termini di decimali di punto. E allora mi chiedo: siamo forse noi Verdi  quel grande partito, ammesso che ne esista uno, che possa permettersi il lusso di cacciare via chi ha dato la ribalta al nome dei Verdi in provincia di Caserta? Grazie allo scandalo “Lo Uttaro”, se è concesso, i cittadini della provincia di Caserta hanno potuto apprezzare e conoscere l’impegno politico e civile dei Verdi in maniera ben più comprensibile della vicenda assessoriale, tutta degna di apparati e poltrone, alla Provincia.

Ma insulso anche perché non fa certo piacere che il partito sia sconfessato dalle associazioni ambientaliste alle quali dovremmo guardare con ben altro interesse. Ricevere una lezione politica dai movimenti non è lusinghiero per un partito che dovrebbe ricordare come in essi risieda l’origine costitutiva dei Verdi che, quando decidono di diventare partito, non riescono a recidere il legame con il movimentismo ambientale, e dall’altro non hanno mai ragionato fino in fondo della mancata convergenza degli stessi movimenti nel partito. Come colmare il solco tracciato dopo lo smacco subito non sarà facile senza preventivamente cambiare la guida del partito.

La vicenda “Lo Uttaro” va letta anche in tal senso: essa costituisce l’occasione per un rapporto proficuo tra partito, società civile ed associazioni per rimediare ad una carenza di visibilità e di consensi che mette in difficoltà anche un consigliere comunale come me che, nell’ambito di una coalizione di centro-sinistra, sente il dovere di esprimersi solidariamente contro la discarica accolta dall’amministrazione comunale come ‘male minore’. Una occasione mancata per miopia ed imperizia politica che sarà momento di dibattito nel prossimo congresso provinciale dove prioritariamente bisogna discutere di come realizzare la strategia politica per diventare un partito fatto di punti interi e non di decimali come indicato dal congresso di Fiuggi nel 2006.

Della questione di “Lo Uttaro”, come di un commissariamento infondato ed illegittimo, come della incapacità di fare sinergia con i nostri interlocutori privilegiati al punto da farci superare in proposte ed iniziative in campo ambientale occorre discutere in maniera pacata ed approfondita perché è lì, al congresso provinciale, che si decide cosa debba essere il partito, quale la guida. Si tratta di stabilire se il partito debba essere affidato ad una ristretto numero di persone che, seduti su poltrone comode e a volte ben pagate, parlano e decidono a nome di una collettività da loro distante e che non rappresentano, oppure, di chi sa stare vicino ed ascoltare la gente. Non abbiamo bisogno di segretari, di portavoce, di presidenti che sono verdi a chiamata intermittente, molto bravi ai proclami ambientalisti sulla stampa ma ancora più bravi a dismettere l’abito verde per indossare la livrea di turno al cospetto degli amministratori. Abbiamo invece bisogno di attivisti, di ambientalisti convinti, di cittadini che antepongono gli interessi delle nostre comunità martoriate ed avvelenate a quelli di politici che non esitano a scambiare la salute dei nostri figli per le loro ambizioni. Ma, soprattutto abbiamo bisogno di una guida politica autorevole, capace di rappresentare il territorio casertano perché radicata nel contesto, perché rappresentativa delle comunità, perché capace di attrarre consenso elettorale non limitato al voto della propria famiglia, perché capace di arrestare l’emorragia di consensi e di partecipazione, perché senta coerente e dignitoso il dovere di mettersi in campo al momento delle elezioni piuttosto che tentare inutili strategie da salotto per cambi di poltrone senza aver mai chiesto agli elettori se sono d’accordo.

                                                           Felice Lombardi

                                   Capogruppo Verdi per la Pace Maddaloni

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domenica 12 agosto 2007 13.47

RISPOSTA di ANTONIO ROANO al COMMISSARIAMENTO

Ecco cosa succede nel partito dei Verdi a Caserta quando, invece di difendere interessi e poltrone, si lotta per difendere il territorio e la salute della propria gente.
Da oggi, se non si cambieranno i vertici provinciali del partito, credo che tutti coloro che realmente credono nella Pace, nei diritti e nell'ambiente faranno bene a non dare più alcun credito a questo gruppo di politicanti.

Antonio Roano

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Sabato 11 agosto 2007, 12:56:48

Oggetto: Commissariamento Verdi di San Nicola la Strada

Si trasmette, in allegato, la nota con la quale il sottoscritto, dopo le ennesime dichiarazioni di Roano apparse sulla stampa di stamattina, ha commissariato l'Associazione di San Nicola la Strada nominando Salvatore Mataluna commissario, attuale assessore dei Verdi a Maddaloni.
Saluti
Enzo Falco

FEDERAZIONE PROVINCIALE DEI VERDI DI CASERTA

Al Presidente cittadino

A tutti gli iscritti di San Nicola la Strada

Oggetto: Nomina Commissario.

    In relazione al perdurare di un atteggiamento di chiusura, nonostante le sollecitazioni  fatte dalla segreteria provinciale, da parte di Antonio ROANO, che persiste nel prendere posizioni che ledono l’immagine del Partito e che sono già sottoposte ad un procedimento disciplinare incardinato presso l’Esecutivo regionale, peraltro ingiustificate sul piano politico e sul piano del funzionamento degli organismi dirigenti del Partito, si nomina commissario dell’Associazione locale dei Verdi di San Nicola la Strada, Salvatore MATALUNA, attuale assessore dei Verdi di Maddaloni, che avrà il compito di partecipare a tutti gli incontri del Centrosinistra in nome e per conto dei Verdi per la Pace e di rappresentarlo a tutti i livelli comunali e nei confronti della stampa.

 Cordiali saluti

 Caserta, lì  11.08.2007

IL PRESIDENTE  PROVINCIALE

                                                                                                                            Enzo Falco

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Comunicato stampa - 11/07/2007

COMITATO EMERGENZA RIFIUTI

CONFERENZA STAMPA DELL’11 LUGLIO 2007

LO UTTARO DA DISCARICA ABUSIVA E ILLEGALE A DISCARICA PERICOLOSA

Sulla sostituzione di De Franciscis e Provolo

Il Comitato Emergenza Rifiuti esprime una parziale soddisfazione per la sostituzione del presidente De Franciscis e del dr. Provolo alla guida del Consorzio ACSA CE3. Essa pur andando nella direzione di superare i palesi conflitti di interesse esistenti non risolve il problema delle competenze di cui il consorzio non può fare a meno. Purtroppo la proposta di bilancio elaborata dalla precedente direzione lascia irrisolti tutti i problemi generati dalla gestione Cundari & C. e si muove su una logica di gestione parassitaria che non potrà non portare il Consorzio a sicuro fallimento.

Sui rifiuti pericolosi conferiti alla discarica abusiva e illegale

Nel corso dell’udienza ex art. 700 c.p.c. svoltasi giorno 10 luglio c.a. di fronte al Tribunale di Napoli Sez. X dott.ssa Como, l’ACSA ha depositato alcune analisi a campione effettuate da una società a ciò incaricata, sui rifiuti conferiti nella discarica abusiva e illegale di Lo Uttaro a Caserta.

Da una disamina degli unici “rapporti di prova” 07/136923, 07/136920 e 07/136922 si evince che la società incaricata aveva qualificato i rifiuti conferiti a Lo Uttaro non conformi alle disposizioni di cui all’art. 8 del D.M. 3 agosto 2005 in tema di “discariche per rifiuti pericolosi” prescrivendo che “il rifiuto può essere smaltito in idoneo impianto di trattamento o smaltimento adeguamento autorizzato”.

In pratica in una discarica per rifiuti non pericolosi ex art. 6 del D.M. cit. si stanno smaltendo rifiuti pericolosi che non possono neppure essere smaltiti in discariche per rifiuti ‘pericolosi”! Si legge, infatti, testualmente che “con specifico riferimento alla normativa di settore e cioè il D.M. 03/08/2005 (definizione dei criteri di ammissibilità dei rifiuti in discarica) e D.lgs. n.36/2003 (attuazione della Direttiva CEE relativa alle discariche dei rifiuti n.1999/31/CE)” che:

-         Il rifiuto, superando le concentrazioni sia di carbonio totale con riferimento alle sostanze organiche chimicamente attive, sia alla concentrazione di carbonio organico disciolto per l’accettabilità in discarica dei rifiuti pericolosi, tali rifiuti non possono essere conferiti in discariche dei rifiuti pericolosi in quanto devono essere prima trattati in appositi e specifici impianti. Il commento si conclude che:

-         Per quanto sopra i rifiuti possono essere smaltiti solo in idonei impianti di trattamento o smaltimento adeguatamente autorizzati e, finalmente conferiti in discariche autorizzate ad accettare rifiuti pericolosi e quindi costruiti per tale scopo.

Sulla concentrazione di carbonio totale “Carbonio organico disciolto” (DOC), riferito a sostanze organiche attive (quali ad es. liquami fecali, lavorazione di macellazione, oli esausti, oli di trattamenti antiparassitari, idrocarburi. Insomma rifiuti industriali) si sono rinvenute concentrazioni superiori anche di diverse migliaia di volte rispetto ai massimi consentiti per legge per il conferimento di tali rifiuti in discariche per rifiuti pericolosi e non per la discarica abusiva e illegale di Lo Uttaro, autorizzata, con ordinanze del Commissario delegato n.103 del 19 aprile e n.105 del 23 aprile 2007 all’esercizio per la categoria dell’impianto di cui all’art.4 comma 1 lettera b) del D.lgs. n.36/03, ossia rifiuti non pericolosi.

Sugli idrocarburi totali rilevati nella prova del 23 maggio 2007 n. 7/13692 va detto che trattasi sicuramente di rifiuti industriali (come ad esempio quelli prelevati nel fiume Sarno i cui idrocarburi presentavano una minore concentrazione per migliaia di volte rispetto a quelli rilevati nella discarica di Lo Uttaro). Si ricorda che il valore massimo per legge è di 1000 (per rifiuti pericolosi da conferire in appropriata discarica), mentre invece si sono trovati valori fino a 11.400. In media i valori oscillavano, invece intorno a 10.000! Nella prova n. 07/126053 per gli “idrocarburi totali” addirittura la percentuale è pari a 33.000.

Nella prova del 22 maggio 2007 n. 7/132782 è presente “Antimonio” in percentuale non a norma.

In tutte le prove sono presenti metalli pesanti (zinco, nichel, piombo, antimonio, mercurio, ecc.) che dimostra che ciò che si sta sversando non sono rifiuti non pericolosi.

Si precisa che sono state violate almeno le seguenti norme:

1)      Direttiva Comunitaria 91/689/CEE;

2)      Direttiva Comunitaria 2000/532/CE;

3)      Direttiva Comunitaria 1999/31/CE;

4)      D.lgs. n.36/2003;

5)      D.M. 3/08/2005;

6)      D.lgs. 152/2006;

7)      Oltre a numerosissimi articoli del codice penale.

Da quanto esposto appare evidente che:

A)    Caserta rimane la città con la TARSU più alta d’Italia;

B)     Caserta ha sul suo territorio una discarica illegale, abusiva e oggi anche pericolosa;

C)    Caserta continua ad avere i rifiuti in mezzo alle strade, le stazioni di trasferenza e i “panettoni” di monnezza. Nessuna bonifica è stata fatta nonostante il protocollo, di fatto decaduto, e gli impegni assunti.

Inoltre:

-         La realtà ha superato ogni negativa aspettativa prefigurata in molte occasioni da questo stesso Comitato Emergenza Rifiuti;

-         I rifiuti vengono da ogni parte;

-         Il Consorzio ACSA o non è in grado di gestire, di controllare, ecc. o peggio, si troverebbe in una situazione di accondiscendenza ad una violazione sistematica della legge con ripercussioni gravissime sull’ambiente, la falda freatica, ecc. per effetto del conferimento di rifiuti pericolosi non gestibili in una discarica “progettata e realizzata” per accogliere rifiuti non pericolosi. Sia nell’una che nell’altra ipotesi il Consorzio Acsa CE3 non è assolutamente in grado di assicurare e garantire una gestione ordinaria e trasparente dell’impianto che rimane ed è abusivo, illegale e ora pericoloso. 

Per tutti questi motivi chiediamo al Commissario Prefetto Pansa, al Sindaco di Caserta, nella qualità di massimo responsabile della salute pubblica, al Prefetto e a tutte le autorità preposte per legge ai controlli e al rispetto della legalità di:

1)      Chiudere immediatamente la discarica abusiva, illegale e pericolosa;

2)      Allontanare i rifiuti già conferiti;

3)      Messa in sicurezza di emergenza (terreno di fondo, sottosuolo e acque di falda) l’area di Lo Uttaro;

4)      Bonifica dell’area;

5)      Affidamento di tutte le operazioni al Genio militare con la collaborazione dell’APAT (ex Servizio Geologico Nazionale) e altri enti statali.

Caserta, 11 luglio 2207

                                              COMITATO EMERGENZA RIFIUTI

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Comunicato stampa - 18/01/2007

I circoli sannicolesi di Rifondazione Comunista, dei Verdi e dei Comunisti Italiani, dopo l’incontro avuto con il Presidente della Provincia De Franciscis, ribadiscono la loro contrarietà sulla decisione contenuta nel protocollo d’intesa dello scorso novembre sottoscritto dallo stesso Presidente, dal Commissario Bertolaso e dal Sindaco di Caserta di individuare in località Lo Uttaro una nuova discarica di 450.000 metri cubi che sarà al centro della conurbazione di oltre 150.000 abitanti e che comprende i comuni di San Nicola la Strada, Caserta, Maddaloni e San Marco Evangelista.

Lo stesso Presidente ha mostrato di condividere tali preoccupazioni ma ha anche affermato che la prefettura non ha indicato siti alternativi idonei a consentire la gestione provinciale dei rifiuti.

Tale provincializzazione consentirà alla  nostra provincia di occuparsi della gestione dei propri rifiuti, e quindi di tornare alla normalità dopo anni di commissariamento e di ricettacolo delle altre province.

Il Presidente  si è impegnato a predisporre prima dell’estate di quest’anno la redazione di un piano di gestione integrata provinciale dei rifiuti, il quale deve comprendere l’individuazione di una discarica provinciale. Pur comprendendo tale esigenza, si fa presente che la zona individuata è da tempo vittima di discariche e di siti di trasferenza e stoccaggio tenuti fuori norma che si riempiono sempre di più in maniera indiscriminata. Tali accumuli hanno nel tempo prodotto danni notevoli alle persone ed all’ambiente circostante, con la crescita di varie patologie e con il degrado del territorio.

Proprio per tale motivo la stessa legge 290/06 sull’emergenza dei rifiuti in Campania raccomanda di tenere tali siti fuori dalle candidature per l’individuazione di nuove discariche.

Gli scriventi sostengono che la soluzione definitiva del problema dei rifiuti sta nell’adozione di strategie di riduzione della produzione dei rifiuti attraverso tecniche di riutilizzo e di raccolta differenziata porta a porta, potenziati mettendo in essere opportune campagne di sensibilizzazione tra gli abitanti.

Il residuo dovrebbe inoltre essere trattato a freddo con impianti idonei di piccole dimensioni controllati dalle amministrazioni locali.

Il residuo da mandare in discarica sarebbe così contenuto in una percentuale intorno al 15%, contro la quasi totalità di oggi, senza procurare danni alle persone ed all’ambiente circostante.

Per quanto riguarda la dislocazione della discarica, infine, i tre partiti continueranno nella loro azione a fianco della popolazione locale affinché si trovi una alternativa meno invasiva e insisteranno affinché si avvii una definitiva dismissione e bonifica dei siti già esistenti in località Lo Uttaro.

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Politica e cittadini: riflessioni sui comportamenti delle persone. - 11/01/2007

Come coordinatore del comitato contro la discarica Lo Uttaro, mi sono soffermato a riflettere sul grado di sensibilizzazione dei cittadini nei confronti della politica e di ciò che non rappresenta e che invece dovrebbe rappresentare, ovvero la cura degli interessi pubblici contro quella dei vari egoismi privati.

A parole ho notato che tutti si lamentano che le cose non vanno, i governi e le amministrazioni fanno o non fanno, scordandosi che questi sono la diretta rappresentanza di coloro che li hanno dapprima votati e poi, dopo una sorta di amnesia, li criticano fortemente quasi come se essi fossero stati insediati per una qualche volontà dinastica o divina e non per loro diretta delega.

In un primo momento, infatti, gli elettori si fanno blandire da promesse più o meno legate ad interessi privati salvo poi, una volta passato il periodo elettorale, pretendere che siano portati avanti interessi generali.

Durante il periodo elettorale si assiste ad un rifiorire di vitalità con liste e candidati (alle ultime amministrative sannicolesi addirittura oltre 280) che fanno di tutto, dal consegnare volantini a regalare palloni, dal promettere al regalare, dal fare visita a persone delle quali quasi si era dimenticata l’esistenza (ti ricordi quello che aveva il negozio di alimentari e che poi ha chiuso, aspetta come si chiama?, ah! ecco! Luigi! Andiamolo a trovare subito!) con una presenza che a volte diventa persino assillante e inopportuna.

Il tutto a volte pur sapendo di poter ottenere due , tre , cinque o dieci voti personali in totale, al solo scopo di favorire il potente di turno.

Come presidente del Comitato contro la discarica Lo Uttaro mi piacerebbe che per una volta i miei concittadini mettessero nella protesta contro la discarica, questa volta per una ragione seria che è la difesa della salute di tutti noi, la stessa foga e lo stesso interesse, lo stesso tempo e la stessa energia che hanno speso nella campagna elettorale, chiamando anche ora a raccolta tutte le persone che hanno contattato in precedenza.

E’ giunta l’ora che lasciamo perdere le strumentalizzazioni e che cominciamo ad interessarci seriamente del nostro presente e del nostro futuro.

Presentiamoci tutti alla assemblea pubblica contro la discarica Lo Uttaro nella sala parrocchiale della Chiesa in Largo Rotonda a San Nicola la Strada lunedi 15 alle ore 19 per non permettere che gravi l’ennesimo sopruso sulle teste di noi tutti.

Antonio Roano

Coordinatore del Comitato contro la discarica Lo Uttaro

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Lettera ai responsabili dell'accordo sulla discarica di Lo uttaro:

Alla C.A.

Presidente Regione Campania Commissario Straordinario Emergenza Rifiuti Campania

Presidente Provincia Caserta

Prefetto Caserta

Sindaco Comune di Caserta

Sindaco Comune di Maddaloni Sindaco Comune  S. Marco Ev.

Sindaco Comune S. Nicola la S.

 

Egregi Sigg.ri,

 

            Il Protocollo di intesa intervenuto tra il Commissario Straordinario, il Presidente della Provincia ed il Sindaco di Caserta del novembre u.s. ha individuato nella località Lo Uttaro di Caserta il sito per una nuova discarica di ingenti dimensioni, ovvero di 450.000 metri cubi salvo futuri ampliamenti. Tale individuazione è illegittima perché in palese violazione dell’art. 5 della legge 290/06, cioè la stessa legge che disciplina l’emergenza rifiuti in Campania, in quanto la località  in parola è già gravata dalla presenza di discariche sature, da un sito di trasferenza e da un altro di stoccaggio non a norma.

La norma prevede, infatti, che il Commissario Delegato, nella scelta dell’area da destinare a discarica, deve  tener conto del carico e degli impatti ambientali gravanti su quelle aree ove già insistono discariche, siti di stoccaggio o impianti similari in evidente stato di saturazione. Nel disporre l’apertura di una discarica il Commissario quindi è obbligato a valutare prioritariamente la possibilità di siti ubicati in altre aree. Di tale attività non risulta alcuna traccia per la semplice ragione che essa non è mai stata espletata.

            La stessa legge dispone all’art. 2 l’istituzione della Consulta per una equilibrata localizzazione dei siti per le discariche. Essa è composta dal Commissario Delegato, dal Presidente della Regione Campania e dai Presidenti delle cinque Province oltre che dai sindaci dei comuni interessati. La zona Lo Uttaro, pur essendo nel Comune di Caserta, è sita al confine con i comuni destinatari della presente e ciò dà loro diritto a partecipare alle riunioni della Consulta stessa quali comuni interessati.

L’assemblea dei cittadini tenuta a San Nicola la Strada il 29 u.s. pertanto, accertata la grave violazione dell’art. 5, ha deciso di sollecitare la convocazione della Consulta, al fine di rivedere il Protocollo di intesa in merito all’ubicazione della discarica.

            La stessa assemblea ha inoltre richiamato:

-                     all’impegno il Presidente della Provincia De Franciscis per approvare in tempi brevissimi il Piano di Gestione Provinciale Integrata dei Rifiuti;

-                     all’impegno il Commissario straordinario Bertolaso per : a) definire immediatamente il programma per il raggiungimento degli obiettivi della raccolta differenziata; b) approvare subito la convenzione con il CONAI e con gli altri consorzi della filiera per il recupero del riciclabile; c) l’adozione da parte dei consorzi di procedure che rendano tracciabile il rifiuto dalla raccolta fino alla sua valorizzazione economica.

 

Restando in attesa di Vs. pronte determinazioni e dando la disponibilità a qualunque confronto costruttivo, porgiamo distinti saluti.

 

San Nicola la Strada, 31 dicembre 2006                     Comitato contro la discarica Lo Uttaro

                                                                                  Il Presidente

                                                                                  Antonio Roano Via Amendola, 9 S. Nicola la S.

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Comunicato stampa - 30/12/2006

Si è tenuta ieri pomeriggio una riunione indetta dal comitato contro la discarica Lo Uttaro di San Nicola la Strada alla presenza di centinaia di persone, tra le  quali c’erano, oltre ai due sacerdoti sannicolesi Don Oreste Farina e Don Pasquale Lunato, tra gli altri, molti consiglieri comunali sannicolesi, diversi segretari provinciali di partito (Verdi, Comunisti Italiani), due assessori provinciali (Maria Carmela Caiola e Lucia Esposito) ed il consigliere delegato dal Sindaco Pascariello a rappresentare l’amministrazione Giuseppe Russo. Da Caserta sono intervenuti anche esponenti del comitato cittadino costituitosi nella parrocchia di Don Antonello Giannotti a Puccianiello per ribadire l’intento comune e si è registrata la presenza anche di esponenti casertani di vari partiti di centro sinistra.

Nel corso della riunione il comitato ha fatto presente che l’accordo del novembre u.s. che individuava la discarica Lo Uttaro come sito definitivo per lo sversamento dei rifiuti della provincia di Caserta non poteva essere accettato perché la decisione:

-    E' passata sulla testa delle popolazioni interessate senza alcun confronto con le amministrazioni locali di San Nicola, Maddaloni e San Marco Evangelista

-    E’ stata presa in autonomia da De Franciscis e Petteruti senza coinvolgere gli altri dell'amministrazione comunale o provinciale

-    E' in aperto contrasto con lo spirito della legge sull'emergenza rifiuti in Campania che all'art. 5 prevede che nella scelta delle zone dove ubicare nuove discariche si debbano praticamente escludere quelle dove già esistono discariche esauste o in via di esaurimento

-    Prevede uno spazio praticamente senza limiti pur partendo già da dimensioni enormi ovvero 450.000 metri cubi salvo ampliamenti

-    Individua una zona che è nel cuore della conurbazione casertana in una zona che conta circa 200.000 abitanti che rappresenta la più alta presenza abitativa di tutta la provincia

- Va in contrasto con la sovrintendenza ai beni ambientali e culturali che ha inviato una diffida perché è interessato il territorio dell’antica Calatia 

Durante la discussione il comitato ha ottenuto l’adesione dell’amministrazione comunale, dichiarata dal consigliere delegato Giuseppe Russo, con la quale si è deciso di utilizzare tutte le vie istituzionalmente valide per giungere ad una revisione dell’accordo, attraverso la richiesta da parte del Sindaco Pascariello di convocare una riunione della Consulta a cui parteciperanno tra gli altri il Commissario di Governo Bertolaso, il Presidente della Regione Bassolino, il Presidente della Provincia De Franciscis ed i sindaci dei comuni interessati, ovvero Caserta, Maddaloni, San Nicola e San Marco Evangelista così come previsto dall’art. 2 della legge 630 del 6 dicembre 2006.

Il comitato sannicolese farà da tramite con quelli degli altri comuni interessati per ottenere comunque un incontro con i predetti soggetti al fine di trovare insieme una soluzione alternativa al sito Lo Uttaro.

Per giungere a questa soluzione si sono impegnati i Verdi sia attraverso l’assessore Maria Carmela Caiola, la quale ha assicurato il suo appoggio nella qualità di componente dell’esecutivo provinciale, che attraverso l’impegno del Presidente provinciale Enzo Falco, nonché ovviamente utilizzando l’azione svolta dalla sezione locale coordinata dal Presidente cittadino Antonio Roano.

Il comitato ha ottenuto anche l’appoggio dell’assessore provinciale della Margherita Lucia Esposito, tra l’altro sannicolese e consigliere comunale, che ha ribadito senza mezzi termini l’appoggio suo e del suo partito per giungere alla soluzione auspicata dal comitato.

E’ chiaro che se entro un ragionevole lasso di tempo non si avranno riscontri, il comitato sannicolese, congiuntamente agli altri, si riserva di mettere in atto tutte le azioni legittimamente consentite per arrivare ad una diversa individuazione della discarica.

 Antonio Roano

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Comunicato stampa - 26/12/2006

Il nostro partito sta continuando la lotta in appoggio e in partecipazione al comitato contro la discarica Lo Uttaro; il comitato, infatti, in questi giorni sta mettendo in atto una serie di iniziative per far conoscere all'opinione pubblica che, in barba alla partecipazione di cui tutti si riempiono la bocca, è passata sulla testa della gente la decisione di creare una ulteriore discarica a due passi dalle città di San Nicola la Strada, Maddaloni, San Marco Evangelista e Caserta.

Sono stati distribuiti a tale scopo da parte del comitato, di cui fanno parte privati cittadini, associazioni ed esponenti di partito, migliaia di volantini dove si spiegano i termini dell'accordo nefasto firmato a Novembre dal Presidente della Provincia, dal Sindaco di Caserta e dal commissario per l'emergenza rifiuti Bertolaso che individua una nuova discarica nella zona Lo Uttaro di Caserta..

Tale scelta è in forte dissonanza con quanto disposto dal comma 5 della legge per l'emergenza in Campania del 6 dicembre u.s. che si oppone all'individuazione di nuove discariche nei pressi di quelle già esistenti.

Inoltre questa è un'area densamente abitata, circa 150.000 abitanti, che ospita un nuovo albergo a 5 stelle ed il nuovo Policlinico di Caserta.

Il comitato ha trovato un forte appoggio anche da parte dei sacerdoti del circondario, che, sia partecipando attivamente al comitato che con accorate omelie hanno sollecitato la gente ad essere parte attiva per evitare una ennessima dissacrazione del territorio.

Il comitato, da parte sua, invita tutti i cittadini dei comuni interessati ad intervenire ad una pubblica manifestazione che si terrà venerdi 29 dicembre alle ore 18,30 presso la sala parrocchiale della Rotonda di San Nicola per discutere tutti insieme del problema.

Durante la riunione si organizzeranno ulteriori azioni, che prevedono la richiesta di un incontro immediato da parte della cittadinanza con le istituzioni che hanno firmato l'accordo per ribadire la richiesta di una revisione dello stesso che porti ad una diversa indivuduazione dell'area su cui creare la nuova discarica.

Antonio Roano

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Comunicato stampa - 23/12/2006

I Verdi di San Nicola la Strada, nel ribadire il loro appoggio al comitato cittadino contro la discarica lo Uttaro, chiariscono che la loro posizione scaturisce sia da motivi di opportunità che da osservanza dello spirito delle leggi in vigore.

Infatti la legge sull’emergenza rifiuti in Campania del 6 dicembre 2006 chiarisce che “Nell'individuazione delle aree da destinare a siti di stoccaggio o discariche, il Commissario delegato dovrà tenere conto del carico e degli impatti ambientali gravanti sulle aree su cui già insistono discariche, siti di stoccaggio o altri impianti in evidente stato di saturazione. A tal fine il Commissario delegato, nel disporre l'apertura di nuovi impianti, valuta prioritariamente la possibilità di individuare siti ubicati in aree diverse da quelle di cui al periodo precedente.”.

E’ chiaro che in un’area dove già esistono discariche esauste, vedi Migliore Carolina ed altre, e dove già ci sono ingenti siti di trasferenza e stoccaggio, area macello e area immediatamente adiacente in località Lo Uttaro, non potevano e dovevano essere individuate ulteriori discariche, tra l’altro di enormi dimensioni (ricordiamo che la dimensione iniziale è di 450.000 metri cubi pari a tre palazzi di 120 piani) e, cosa ancora più grave, come recita l’accordo firmato tra il commissario Bertolaso, il Presidente della Provincia De Franciscis ed il Sindaco di Caserta Pettoruti, salvo ampliamenti. Paradossalmente, quindi, la grandezza di quest’area destinata ad ospitare i rifiuti di Caserta e provincia ed i residui dela lavorazione dell’impianto CDR di Santa Maria Capua Vetere potrebbe essere anche infinita!!

Il comitato, composto da persone appartenenti ad associazioni, da normali cittadini sensibili al problema, da esponenti del clero e dei partiti, intende sensibilizzare i cittadini per fare quanto legalmente possibile affinché il nostro territorio non sia ancora una volta proditoriamente ed ingiustamente oggetto di una vera e propria opera di sciacallaggio.

Nei prossimi giorni verranno distribuiti migliaia di volantini che spiegheranno dettagliatamente la situazione, mentre i sacerdoti ne parleranno nelle loro omelie festive.

I cittadini dei comuni di San Nicola, Maddaloni, San Marco Evangelista e Caserta sono invitati a partecipare ad una manifestazione che si terrà presso il salone parrocchiale adiacente la chiesa di Santa Maria la Carità del parroco don Oreste Farina ubicata nella Rotonda di San Nicola la Strada il prossimo 29 dicembre alle ore 18.30.

Il comitato chiede un incontro alle istituzioni per ribadire le ragioni che inducono a ritenere sbagliata la scelta del sito ove ubicare questa ulteriore discarica definitiva e cioè:

-          Viene tradito lo spirito del comma 5 della legge del 6 dicembre 2006 contro l’emergenza rifiuti in Campania

-          L’area individuata è adiacente l’hotel Crown Plaza a 5 stelle e nelle vicinanze st sorgendo il nuovo Policlinico

-          E’ al centro della più grande conurbazione della Provincia di Caserta che ospita  oltre 150.000 abitanti

-          La salute dei cittadini è già stata messa a dura prova dall’esistenza delle numerose discariche già esistenti nella stessa zona

Antonio Roano

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07/03/2006 - Verdi e l’Unione a San Nicola La Strada: un progetto politico fortemente voluto che oggi rappresenta un modello per tutta la Provincia.

Siamo partiti in sordina quasi un anno fa per costruire un percorso che vedesse unite le forze del centrosinistra all’epoca fortemente frammentate e divise.

L’Unione oggi è una realtà e rappresenta una effettiva alternativa all’egemonia territoriale attuata dalle liste civiche che fino a questo momento hanno imperversato e fatto il bello e cattivo tempo senza alcuna contrapposizione, trasformando anzi coloro che una volta erano fieri avversari in docili agnellini.

In questi giorni è affisso sui muri della nostra città un manifesto della lista civica Insieme che rappresenta solo un esempio di come si possano scrivere frasi apparentemente di senso compiuto che si possono leggere e rileggere quante volte si vuole ma che alla fine lasciano con la sensazione di non aver letto nulla.

Del resto cosa poteva mai essere riportato su quel manifesto?

Potevano mai essere elencati gli innumerevoli cantieri che sorgono come funghi nella nostra città contrassegnati da cartelli che chiaramente richiamano persone vicine all’amministrazione, tanto da spingere il primo cittadino ad uscire dalla stanza del Consiglio ogni qualvolta fosse in ballo una decisione in materia edilizia?

Basta fare una passeggiata nella zona retrostante lo stadio o in quella tra il cimitero e via Bronzetti per accorgersi della devastazione cementifera in atto sul nostro territorio.

La nostra città, una volta terminati gli edifici in costruzione, si affollerà in maniera insostenibile con migliaia di nuovi immigrati; a questo punto sarà un vero problema gestire il loro impatto su un territorio così piccolo e con un sistema viario già oggi largamente insufficiente e fatiscente.

Il tutto ricadrà su coloro che con sacrifici hanno acquistato negli anni scorsi una abitazione, magari provenienti da luoghi in cui la vivibilità era compromessa, nella speranza di poter dare ai propri cari una qualità di vita migliore e sottomettendosi forse ad una esistenza di pendolarismo; tutte queste persone vedranno quindi vanificati tutti i sacrifici a cui si sono sottoposte.

Non è difficile immaginare che i nuovi Paperone possano, una volta compromessa irrimediabilmente la situazione locale, con il portafoglio gonfio andare a “svernare” in qualche affascinante località esotica o magari a Montecarlo.

E che dire ai negozianti che hanno le loro botteghe sulle maggiori vie di transito cittadine che già oggi a causa del traffico insostenibile sono costretti a respirare gas di scarico equivalenti a diversi pacchetti di sigarette al giorno?

Vogliamo invece parlare della gestione dei rifiuti che è sempre più precaria ed insostenibile essendo ulteriormente peggiorata con il passaggio dalla gestione diretta comunale a quella indiretta dell’Unione dei Comuni che tra l’altro ha comportato il passaggio degli operai da un datore di lavoro pubblico ad uno privato con tutta una serie di interrogativi per il loro futuro occupazionale?

Ci sono persone anche anziane che sono costrette a fare chilometri per trovare un cassonetto disponibile per la raccolta differenziata, mentre le strade sono invase dai rifiuti essendo il numero dei contenitori largamente insufficiente alle esigenze della popolazione.

Tutto ciò con un notevole aggravio dei costi, dovuto alla creazione di un Ente inutile con tanto di Consiglio di Amministrazione e ulteriore personale da remunerare adeguatamente a carico dell’intera collettività!  

Sarebbe un diritto dei cittadini vederci più chiaro in queste operazioni, compreso il sistema adoperato per assegnare gli incarichi sia nel Consiglio di Amministrazione che a livello dei dipendenti, il tutto effettuato in un periodo pre-elettorale.

Sono questi i motivi per stare INSIEME?

I cittadini sono invitati a rispondere con un bel NO GRAZIE! al momento di rinnovare la locale compagine amministrativa, stando bene attenti alla preferenza da attribuire.

I Verdi si propongono come una vera alternativa all’attuale gestione e chiedono agli elettori sia per le politiche che per il Comune di dare forza ad una compagine che fa del trittico Pace, Diritti e Ambiente il suo cavallo di battaglia.

Se avremo forza potremo far valere la volontà dei cittadini in Consiglio Comunale ed in Giunta, sbarrando la strada ad ulteriori speculazioni e lavorando per una città finalmente vivibile, con un moderno sistema viario, infrastrutture valide, un efficiente sistema di trasporto, una migliore sanità locale ed una razionalizzazione e valorizzazione delle costruzioni già esistenti ed attualmente fatiscenti nel centro storico, creando ulteriori spazi di verde e di servizi per gli abitanti.

Antonio Roano

Verdi San Nicola La Strada

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