ASSOCIAZIONE SOCIALISTI EUROPEI
Presidente Onorario Luigi Covatta
Cari compagni,
utilizzo questo appellativo nel rivolgermi a Voi tutti, da convinto uomo di sinistra, riformista, che al di là di dichiarati cambiamenti di facciata dei Compagni ex PCI, vede o meglio riteneva di poter considerare il DS una nuova "casa comune" ove far convergere le varie anime del riformismo che, a mio avviso, dovrebbero realizzare, convergendo, la moderna sinistra socialdemocratica ed europea. Sulla scorta di tale breve, ma significativa considerazione, e sulla spinta delle scelte già manifestate da autorevoli Compagni, espressioni del riformismo europeo, Amato, Ruffolo, Giugni, Covatta ed altri, un gruppo di "amici", militanti socialisti, certamente non investiti di cariche o di poteri, nell'assemblea nazionale di Firenze del 1998 aderirono con entusiasmo, al di fuori di rigidi schemi burocratici espressione di veteroculture ritenute ormai superate, al grande disegno della costituzione di un partito urico della sinistra pluralista e moderno, adeguato ai veloci mutamenti della società, che si manifestò nella creazione dei Democratici di Sinistra (l'attuale DS). A tale propedeutico ed indispensabile momento politico, come noto, sono susseguiti, nella stessa logica fondatrice (Stati Generali) altrettante assemblee congressuali regionali e provinciali, dalle quali scaturì la fusione, anche in sede locale, di diverse storie e tradizioni politiche con il conseguente ingresso delle varie rappresentanze nelle corrispettive assemblee ed organi direttivi. L'amarezza e la delusione che mi hanno indotto alla presente lettera aperta, indirizzata a tutti coloro che credono ad un evoluto processo di democraticizzazione della sinistra, è stata la amara constatazione che pretestuose motivazioni burocratiche, chiaramente invece legate, almeno nella città di Napoli e provincia, ad evidenti motivi di mantenimento e cristallizzazione di posizioni precostituite, hanno impedito a centinaia di aderenti, già integrati a pieno titolo, di poter esercitare il diritto di voto nelle "unità di base del partito". Vanificando, di conseguenza, l'espressione più alta della democrazia congressuale: la individuazione dei propri rappresentanti in tutte le sue varie fasi. Duole, ma è necessario evidenziare, che gli organi rappresentativi del DS di Via dei Fiorentini in Napoli, vecchia sede del PCI, hanno di fatto impedito alla nostra componente ("non riconoscendo", a livello delle "unità di base", e non si comprende, per quali motivazioni, le adesioni sottoscritte dall'Associazione Socialisti Europei), di continuare il percorso intrapreso a Firenze. Così, dimostrando indifferenza, e perché no, malcelato ostracismo, nei confronti di Compagni, che, probabilmente con fiducioso ottimismo, hanno ritenuto di potere contribuire dignitosamente a ricucire antichi "strappi" che, da sempre continuano a nuocere la sinistra italiana. Una parte della "sinistra" che, con tali atteggiamenti egemonici tipici del peggiore ex PCI, difficilmente riuscirà a divenire il momento aggregante, in una auspicabile logica maggioritaria, delle varie anime del centrosinistra. Queste sono le basi per la celebrazione di un "rito" finto dalle conclusioni scontate per candidati preconfezionati.
Ne consegue, non accettando
soluzioni dell'ultimo momento, pur se con estremo rammarico, l'inevitabile
necessità di riflettere sulla mia posizione nei confronti del D.S., pur non
rinunciando a farmi promotore ed interprete, nel processo riformatore del
centrosinistra, delle tante adesioni di amici e compagni che mi hanno offerto
fiducia e che mi auguro vorranno continuare a sostenere il mio impegno.
Napoli, 15 dicembre 1999
Il Presidente
Enzo Rosario Magaldi