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55. LOMBARDI A DE MARTINO
Roma 30 dicembre 1969
Caro De Martino,
sebbene 1'o.d.g. votato nella ultima seduta di Direzione non consentirebbe a rigore la partecipazione ad una trattativa fra i quattro partiti per la costituzione di un Governo di centro-sinistra cosidetto « organico » non penso di ricorrere a sottigliezze interpretative per contestarti il diritto di partecipare alla riunione che, secondo anticipazioni giornalistiche, avrà luogo attorno al giorno 5 gennaio. Difatti, qualunque interpretazione letterale è soverchiata da quella che dell'o.d.g., al momento di votarlo diedero il compagno Craxi e i suoi amici con la loro dichiarazione di voto: interpretazione che tu non hai respinto, che anzi avevi sollecitato nel tuo intervento conclusivo.
A questo, punto il problema non è più se tu debba 'partecipare alla trattativa ma se e quali conclusioni siano da trarne. Spero bene tu non mi obietti che le conclusioni di una trattativa non sono anticipabili e che impegnarsi preventivamente su di esse implicherebbe l'accusa di « partito preso » : perché proprio la trattativa in questione non solo consente ma addirittura esige da parte tua il partito preso e ciò per due motivi principali. Il primo di questi: il clima e il quadro in cui la trattativa è stata promossa, di autentica, intenzionale e spregiudicata víolenza e ricatto esercítati per costringere il PSI a una trattativa alla quale si era dichiarato riluttante e, dopo la riunione dei segretari provinciali, esplicitamente avverso per ragioni talmente fondate da far escludere anche la remota possibilità di vederle « evaporare » in breve spazio di tempo; e ciò tanto meno dopo che i tragici avvenimenti di Milano e di Roma, lo scatenarsi dell'attività repressiva di taluni organi dello stato, il sostegno e l'incoraggiamento esplicito offerto a tali attività dal PSU, l'approfondimento del fossato nelle valutazioni delle grandi lotte rivendicative e delle conseguenze politiche da trarne, avevano fatto comprendere la totale mancanza di omogeneità fra i partiti chiamati a ricostruire un Governo « organico » (lucus a non lucendo! ), scoprendone con impudicizia la reale natura di Governo di emergenza e di ordine pubblico cioè di repressione e di polizia.
Il secondo motivo: lo stato del Partito, la sua manifesta, diffusa e sempre più accentuata avversione, anzi (diciamolo pure) ripugnanza, a far cicatrizzare attraverso il connubio di governo la rottura profonda operata dalla scissione. Di questa si era sofferto certamente il trauma che tutte le operazioni chirurgiche comportano, ma si era anche avvertito sempre più il carattere salutare e del trauma e dell'operazione. Un partito, quindi, avviato con rapidità e successo insperati a ricuperare la proAria identità. offuscata ed umiliata. .ifa sullo stato dei partito tu sei informato anche meglio di me.
Se lo richiamo è solo per esprimerti la mia profonda e fondatissima preoccupazione circa le conseguenze letteralmente disastrose che una cotlaborazíone col PSU in sede di Governo avrebbe sul partito, colpendole in fase di movimento, mentre va riprendendo combattività, ricuperando fiducia in sé stesso e riaccreditandosi come meritevole di fiducia dall'esterno, e costringendolo a un improvviso mutamento di rotta che nessuna sottigliezza interpretativa riuscirà mai a impedire che sia avvertito e sofferto non come rettifica ma come inversione di marcia.
Non si può pretendere, caro De Martino, che un organismo anche più vigoroso del nostro partito, dopo aver subito il trauma dell'unifica zione prima, quello della scissione e della rottura della solidarietà di Governo dopo, possa assoggettarsi impunemente alla doccia scozzese di un nuovo cambiamento di rotta consentendo a una operazione - la risaldatura di governo - che non ha nessuna logica se non quella dell'espediente, o se una logica dovesse avere, non potrebbe essere che quella dei primo passo per ripercorrre all'indietro la. lunga marcia verso, una nuova e derisoria riunificazione.
È questa logica che si vuole imporre prima di tutto a te e attraversi. di te al Partito?
Si vuol far fare a te quello che tu hai impedito finora a Nenni di fare? Ti prego di riflettere: non ne usciresti soltanto sconfitto tu (e sarebbe gravissimo danno per ciò che oggi rappresenti nel partito e fuori); ne uscirebbe sconvolto il processo di ripresa del partito, arrestato il rícupero della sua credibilità, umiliata e derisa la sua aspirazione a riproporsi come nodo essenziale e centro di riferimento di ogni possibile struttura zione autenticamente democratica e socialista delle forze di sinistra.
Credo essere in grado di dirti, senza alcuna iattanza e senza la minima pretesa di una rappresentanza privilegiata dell'opinione del Partita. che il Partito non resisterebbe a questa prova. Nella più ottimistica delle ipotesi ne uscirebbe solo rassegnato a una presunta e oscura necessità. In ogni caso perderebbe il rispetto di sé stesso, dopo di che la via sarebbe legittimamente aperta per molti a interrogarsi su che cosa possa significare concretamente oggi il dirsi socialista militando nel PSI.
Da te principalmente, comunque da te in modo determinante dipende se lo sbocco di un arrogante colpo di mano con cui si è tentato violentare il PSI sarà quello desiderato o scontato dai suoi promotori: è per ciò che insisto sul criterio che il « partito preso », cioè il rifiuto preventivo di uno sbocco quadripartito, è non solo legittimo ma obbligatorio. Spero bene caro De Martino che tu non nutra illusioni per il caso contrario: il PSI si ridurrebbe rapidamente (e un simile pericolo è stato schivato recentemente di stretta misura) a essere un astro che ha perduto il suo splendore, o meglio il cui splendore residuo è dovuto a luce emessa nel passato: cioè un astro spento.
Fraterni saluti
Riccardo Lombardi
P.S. Invio al tuo indirizzo di Napoli copia della presente lettera che mantengo ovviamente riservata alla persona. Auguri cordiali. R.L.
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