13 MAR 2019 -Roma-Presentazione del libro di Alessandro Barbano “Le dieci bugie. Buone ragioni per combattere il populismo”

presso la Camera di Commercio, Tempio di Adriano in Piazza di Pietra. Ore 17.30.

Dibattito organizzato da Arnoldo Mondadori Editore.
Sono intervenuti: Gianni Letta , Sabino Cassese , Carlo Calenda, Stefano Parisi , Marco Bentivogli , Alessandro Barbano Marta Bulgherini .

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Hanno discusso di :Africa, Anac, Appalti, Berlusconi, Cittadinanza, Crisi, Democrazia, Demografia, Di Maio, Diritti Umani, Economia, Fisco, Governo, Immigrazione, Informazione, Integralismo, Integrazione, Investimenti, Irpef, Islam, Laicita’, Libro, Mercato, Movimento 5 Stelle, Nazionalismo, Politica, Razzismo, Reddito, Religione, Renzi, Salvini, Secolarizzazione, Sicurezza, Societa’, Spesa Pubblica, Stato, Stipendi, Tasse, Tecnologia, Unione Europea.

“Le bugie del populismo, che governa l’Italia con Salvini e Di Maio e assedia l’Europa, sono in parte le nostre bugie. Perché il populismo è figlio degli errori dei partiti che lo hanno preceduto.

E perché i suoi tratti in qualche misura appartengono a tutti, si sono impossessati dei nostri ragionamenti, segnano il carattere della politica e della società. E raccontano in controluce la nuova notte della Repubblica, la più cupa e sinistra della sua storia.

Riconoscere questa continuità tra un prima e un dopo è un dovere per chi voglia davvero sfidare il populismo. Da questa consapevolezza, secondo Barbano, si può rifondare un linguaggio della verità e della responsabilità, con cui tornare a parlare ai cittadini, e provare a convincerli senza ingannarli.

Chi ritiene che i difetti, le miopie e gli egoismi che hanno condotto alla crisi della nostra democrazia stiano tutti da una sola parte ha già perso la sua battaglia. Così come chi insegue i populisti sul loro terreno non fa che dargli nuova linfa. In un modo e nell’altro si alimentano quelle dieci bugie che Barbano smaschera: luoghi comuni proposti come verità, che toccano questioni cruciali relative al lavoro, al fisco, al reddito di cittadinanza, alle pensioni, fino alla svolta falsamente epocale per cui il nuovo si pretende sempre meglio del vecchio.

Strappare il velo della menzogna vuol dire «tenere insieme dubbi e coraggio, tanta capacità di autocritica e altrettanta voglia di ricostruzione», con la forza di un pensiero capace di cavalcare il progresso senza esserne dominato, di riannodare i diritti con i doveri, il senso con la ragione, gli individui con lo Stato.E ,piu di tutto,di riconoscere nella verità del  limite l’essenza della sua stessa libertà”