Ubaldo Livolsi presenta anche a Novembre nella Rubrica “Crea Valore “pubblicato dalla Discussione del 25 novembre e curata da Angelica Bianco le sue chiare e concrete proposte
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25-11-2020
Piano di rilancio per l’Italia. “CreaValore”, la rubrica sugli scenari economici di Ubaldo Livolsi su Governo,
imprese, mercati e riforme economiche
Torna sulle colonne de la Discussione la rubrica quindicinale “Crea Valore”. Domande e risposte chiare
per comprendere l’evoluzione della situazione economica, degli scenari che si determineranno a fine
anno e nei primi mesi del 2021. Il Prof. Ubaldo Livolsi, economista e banchiere, è per esperienza
professionale, caratura internazionale, conoscenza dei mercati, una guida certa e lungimirante.
In questa terza puntata, la fiducia diviene parola chiave per il rilancio dell’Italia.
Ricordiamo che la rubrica “Crea Valore”, è curata dalla giornalista Angelica Bianco.
L’Italia è di fronte a circostanze impreviste, serve un cambiamento di mentalità in questa crisi come
lo sarebbe in tempi di guerra. Lo shock che stiamo a rontando sta evidenziando che il costo
dell’esitazione può far diventare questa crisi irreversibile. Quali sono le prime azioni da dover
intraprendere per far ripartire l’economia?
Questa pandemia è stata, ed è ancora come una guerra. Tuttavia, ci sono notizie che fanno ben
sperare e che facilitano la soluzione. La prima sono i vaccini, che ci saranno. Al di là delle polemiche e
delle speculazioni, sia economiche che soprattutto mediatiche, siamo certi che nel 2021, in
particolare nella seconda e terza parte dell’anno, gran parte della popolazione potrà essere
vaccinata. Poi abbiamo avuto il voto americano che ha portato Joe Biden alla White House. I mercati
hanno accolto positivamente il nuovo presidente a capo della prima potenza economica del mondo,
se non altro per la sua attitudine e premesse politiche più concilianti e meno muscolari di quelle del
suo predecessore, Donald Trump. Infine, il grande cambio di strategia dell’Ue – a mio parere non
capito e ancora non comunicato bene ai cittadini – che emette fondi (Next Generation EU) assumendo
parte del debito dei Paesi membri. Serve una chiara presa di posizione del Governo a favore delle
imprese e del libero mercato, che annulli quelle spinte statalistiche e assistenzialistiche che, talvolta,
emergono. Le prime azioni, anzi la prima, è trasmettere il senso di fiducia nel futuro sia ai privati che
alle aziende, con approcci politici e di comunicazione nuovi. Per tornare alla metafora iniziale,
dovrebbe accadere, con le dovute proporzioni, come dopo la seconda guerra mondiale, che distrusse
il Paese, quando si attivò un sistema di sinergie tra politica, privati e imprese – basato sulla fiducia –
che portò successivamente al boom economico. Quanto fatto finora, penso sia ai ristori ai privati, alle
piccole imprese e ai liberi professionisti, sia alle imprese con la cassa integrazione; può essere un
modo per trasmettere fiducia. Serve però un passo in avanti, una maggiore visione pro-impresa con
politiche fiscali e incentivi alla produzione da un lato, dall’altro nuove politiche che portino gli
italiani a consumare e investire parte dei loro risparmi.
Secondo Lei Prof. Livolsi, il Governo per proteggere i posti di lavoro e la capacità produttiva, oltre a
defiscalizzare, in che modo si può incrementare la liquidità sui mercati visto che già viviamo in
un’epoca di politica economica espansiva e di tassi a zero. Cosa potrebbero fare per evitare una
distruzione permanente della capacità produttiva, e quindi della base fiscale?
La produzione e la capacità produttiva in un Paese come l’Italia, che ha eccellenze mondiali, sono
fondamentali. Mi ricollego a quanto detto sopra: la chiave di volta è l’aspettativa positiva nel futuro,
la fiducia per la fase post pandemica che sta per arrivare. Ciò ha una doppia declinazione: da un lato
stimolare i consumi delle famiglie e far sì che queste dispongano di più reddito, dall’altro consentire
alle imprese di avere capacità di esportare. Mi riferisco per esempio alla riduzione dell’Iva su alcuni
beni prodotti in Italia (automotive, arredamento, elettrodomestici etc.) privilegiando quelli che
abbiano un ciclo produttivo sostenibile. Penso anche i privati, che devono ricevere tutti i ristori
promessi ed essere finanziati anch’essi, al pari delle imprese, dalle banche. Più consumi significa più
reddito per le aziende, più investimenti da parte di queste, in definitiva più esportazioni. La liquidità
per i capitali di rischio esiste e deve essere impiegata in quelle società che hanno una visione di
successo e sostenibilità nel medio periodo. Occorrono imprenditori lungimiranti, aperti all’ingresso
nel capitale delle proprie aziende da parte di terzi e finanziatori capaci di aspettare ritorni adeguati
non nel breve periodo. No a speculazioni finanziarie.
Angelica Bianco
Infine, quale il consiglio che i Banchieri darebbero al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte per
rilanciare l’Italia?
L’azione importante che il Governo presieduto da Giuseppe Conte sta realizzando, è troppo percepita
come limitativa di un danno, quello della pandemia. A mio parere, dovrebbe essere comunicato
meglio che quanto si sta facendo è anche, anzi è soprattutto, una premessa per ripartire. Consiglierei
al Premier di far passare il messaggio che l’Italia ha un futuro importante e brillante. Su queste basi,
con il sostegno di imprese e privati, il Governo potrà concentrarsi su impegni prioritari, con il
coinvolgimento di tutti i “migliori”: non è vero che uno vale uno. La premessa è il funzionamento
e iciente della giustizia e le revisioni di leggi sbagliate, come la cosiddetta quota 100 e il reddito di
cittadinanza. Mi focalizzerei sulle infrastrutture, sia fisiche che digitali, ma anche su sanità, strutture
ospedaliere, imostrato encomiabile per impegno, ma che ha rivelato limiti strutturali e intrinsechi, che nonstruzione, in particolare alla formazione dei medici. Un settore, quello sanitario, che si è mostrato encomiabile per impegno, ma che ha rivelato limiti strutturali e intrinsechi, che non potremo più tollerale ora che sappiamo che queste epidemie si potranno ripetere. È necessario anche
un cambio di mentalità, più responsabilizzazione. I privati devono essere stimolati a impiegare i
propri risparmi in un’ottica di investimento e non di rendita. Andrebbe fatta educazione al risparmio e
all’investimento. Gli italiani hanno sui propri conti 1.700 miliardi di euro, sostanzialmente inutilizzati.
Circa le imprese, lo Stato dovrebbe sì intervenire, ma seguendo il principio di sussidiarietà, lasciare
cioè alle aziende e agli imprenditori che si assumano le loro responsabilità e si facciano carico e
motore della crescita. La politica, concludo, mi pare che stia capendo tutto questo e che si vada verso
una convergenza programmatica per il bene dell’Italia, al di là della contrapposizione tra centrodestra
e centro-sinistra.
COVID EMERGENZA IMPRESE RILANCIO UBALDO LIVOLSI