Consueto appuntamento con Ubaldo Livolsi sulla Discussione .Questa volta Livolsi affronta il tema:

la Patrimoniale? Divisiva e crea sfiducia. Sui fondi Ue, l’Italia punti su innovazioni e progetti Green.

mercoledì, 9 Dicembre, 2020   

Riportiamo intervista curata sempre da  

 

                                                            Angelica Bianco

 

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Domande e risposte chiare su una probabile patrimoniale, sui fondi europei del Mes e sui fondi di NextGeneration EU destinati all’Italia, 209 miliardi di euro, per comprendere l’evoluzione della situazioneeconomica, gli scenari che si determineranno a fine anno e nei primi mesi del 2021. A dare indicazioniè il banchiere d’a ari prof. Ubaldo Livolsi, che per esperienza professionale, caratura internazionale,conoscenza dei mercati, è una guida certa e lungimirante.

Professor Ubaldo Livolsi, con frequenza allarmante il Governo ci sta abituando all’idea di unapatrimoniale. Brevi note a margine di conferenze stampa, accenni in apparenza casuali,dichiarazioni perentorie provenienti anche dal mondo imprenditoriale, fino ad arrivare all’ultimoemendamento per nuove imposte, che hanno scatenato polemiche infinite, per poi essere “ritirate”.Sembrano sibilline le informazioni che si insinuano nelle menti dei risparmiatori, costringendoli allariflessione sul futuro del loro patrimonio. Cosa pensa che accadrà in futuro avendo laconsapevolezza che l’Europa sia cosciente del fatto che in Italia ci siano oltre 10 mila miliardi diattivi e per tal motivo potrebbero non essere disponibili a continuare a far aumentarel’indebitamento. Secondo Lei, cosa accadrà? La patrimoniale sarà una soluzione fattibile?

“L’iniziativa, posta in particolare dai partiti della sinistra, penso alle dichiarazioni dei deputati NicolaFratoianni (LeU) e Matteo Orfini (PD), inserita nel dibattito sui conti dello Stato e la destinazione deifondi europei in giorni drammatici come questi della pandemia, mi pare inopportuna, più che per ilcontenuto, per il metodo. Si tratta di una proposta dividente. Di fronte all’emergenza sanitaria, lapolitica dovrebbe dimostrare unità. Come sostengo, anche da questa testata giornalistica, oggidobbiamo dare fiducia al Paese, alle persone e alle imprese a inché i risparmi siamo investitinell’economia e nel futuro. Se togliamo speranze anche sulla casa di proprietà – su cui nondimentichiamo le tasse vengono pagate – tutto il sistema delle aspettative viene indebolito. Il rischio,è che si compromettano gli investimenti in generale. Anzi, così si può anche incentivare iltrasferimento dei capitali all’estero. Non dimentichiamo inoltre, che la nostra Costituzione prevede ilsistema fiscale progressivo; le grandi ricchezze pagano già maggiormente rispetto alla media. Oggisiamo arrivati al 47/48% di tasse, se si considerano anche i tributi locali, se proprio si vuole tassare, sipensi alle plusvalenze finanziarie, che raggiungono livelli di molto inferiori della media dell’Irpef.Bisogna stimolare i consumi e il sistema produttivo. Fare crescere il Pil, non la tassazione”

La fiducia genera un forte impatto sull’attrattività economica del sistema Italia. Come, essa, viene percepita verso il sistema produttivo e le istituzioni?

“Siamo arrivati al momento dell’approvazione del Fondo salva-Stati, più noto come MES(Meccanismo europeo di stabilità), che per giunta è stato anche rivisto e riclassificato da Bruxelles.Sappiamo che si sono schierati contro il centro-destra (Lega, FI e FdI), favorevoli il PD, IV e parte delM5S. Un pezzo del movimento fondato da Beppe Grillo è contrario. Il capo dello Stato, SergioMattarella, ha fatto intendere che, se cadesse il Governo presieduto da Giuseppe Conte, non ci sarebbeun nuovo Esecutivo, ma si andrebbe alle elezioni. È evidente che, in emergenza da Covid-19, si trattadi un messaggio nocivo, non solo per gli italiani. Se le nostre forze politiche non trovano laquadratura sui fondi europei si dà un segnale pessimo all’Unione europea. Non solo. Secondo quantomi risulta, molti imprenditori e investitori stranieri guardano all’Italia, come a un Paese dove sipotrebbe investire considerando la qualità, sia di tanta parte delle nostre grandi aziende e Pmi, sia delsistema imprenditoriale. L’immagine litigiosa della nostra politica non giova. Credo che l’errore diquesto Governo sia stato quello, al di là delle parole, di non aver coinvolto adeguatamentel’opposizione e i corpi intermedi nelle decisioni”

Il Next Generation Eu è ripartito in diversi programmi di spesa. Il principale è il Recovery andresilience facility (“Dispositivo per la ripresa e la resilienza”): quello che tutti chiamanocomunemente Recovery Fund e che è il piatto forte – e la novità – dell’azione europea. Si tratta di unfondo che arriva a 672,5 miliardi di euro, divisi in 360 prestiti e 312,5 sussidi. A questo se neaggiungono altri: React-Eu, Horizon Europe, InvestEU sono i principali e in tutto metteranno adisposizione circa 75 miliardi di euro di sovvenzioni. Che impatto prevede nel lungo periodosull’economia italiana grazie a questi programmi di spesa, e quali saranno i settori sui quali gliinvestitori dovranno puntare?

“I fondi di Next Generation EU destinati all’Italia sono pari a 209 miliardi di euro. È indubbio che sitratta di un’occasione storica. Come sottolineato anche di recente dalla presidente della Commissioneeuropea, Ursula von der Leyen, all’inaugurazione dell’anno accademico dell’ Università Bocconi, allapresenza di Mario Monti e di Gianmario Verona, rispettivamente presidente e rettore dell’ateneo,questi fondi, più che per sanare la crisi dovuta al Covid-19, servono e devono essere utilizzati per ilfuturo. L’Europa vuole diventare il primo continente a zero emissioni nel 2050. L’imperativo, con cuiconcordo, è quindi di investire in economia sostenibile. In questo senso l’Italia parte in una situazione di vantaggio. Noi abbiamo già eccellenze. Penso agli investimenti e alle tecnologie per ottenereidrogeno green o blu da fonti rinnovabili, a quelle per la riduzione delle emissioni di CO2, alle eoliche esolari. Imprese che vedono protagonisti non solo i nostri grandi player (Eni, Enel e Snam), ma anchenumerose piccole e medie aziende e startup, spesso di origine universitaria. Altro capitolo su cuiinvestire è quello delle infrastrutture, non solo fisiche, ma digitali, altro tema programmatico di NextGeneration EU. Significa non solo investire nelle tecnologie legate alla Rete, ma anche nei settori dell’elettronica e dell’ingegneria, nella telemedicina, nella sanità e persino nella giustizia, perdiminuire la burocrazia e accelerarne i tempi. Per ottenere tutto ciò le aziende devono fare la loroparte, investendo e rischiando, anche e soprattutto col contributo del capitale di rischio”.