Ennesimo Scandalo alla Corte UE“Sul contrasto alla corruzione Bruxelles predica bene ma razzola male”Maria ZaKharova, portavoce Ministro Esteri Russo Lavrov

All’indomani della deflagrazione dell’ennesima inchiesta condotta dalla speciale
Procura di Bruxelles della magistratura belga con competenza sugli affari delle
Istituzioni Europei, dagli europarlamentari ai funzionari apicali della Commissione
e Autorità collegate, su presunti episodi corruttivi, inchiesta che ha condotto al
clamoroso fermo di polizia giudiziaria (garde a vue), di Federica Mogherini ,
dell’alto funzionario Cesare Zegretti e dell’ambasciatore Stefano Sannino, al di là
della momentanea risonanza mediatica sovranazionale, si ripropone un
problema d’ordine sistemico, ben al di là delle scansioni dei noti meccanismi
processuali improntati alla presunzione di innocenza garantita da ogni
ordinamento, domestico e sovranazionale
Innanzitutto cimentiamoci nel, delineare il profilo di massima degli ultimi
protagonisti, che hanno attirato l’attenzione del circo mediatico-giudiziario e
dell’opinione pubblica nazionale. Federica Mogherini, già deputato di lungo
corso nelle fila del Partito Democratico, e poi Lady PESC – Alto rappresentante
per gli Affari esteri e politica Sicurezza dell’UE, durante la guida della
Commissione Europea da parte del Lussemburghese Jean Claude Junker –
ricopre da tempo il prestigioso incarico di Rettore del Collegio di Bruges, sito ad
appena 90 km dalla capitale belga; Cesare Zegretti, di cittadinanza italo-belga,
Alto funzionario con funzioni di Condirettore Ufficio Formazione dal 2016, di cui
sul sito ufficiale del “College de Europe” è riportato che quale “ Project
Coordinator and has more than ten years of professional experience in business
development, project design and management of international projects. His main
areas of interest and experience are: international cooperation policies, EU
public diplomacy and external action, training and adult education”.

Il Terzo protagonista, fermato dalla polizia federale belga, coinvolto nell’inchiesta
della Procura europea EPPO (organism deputato al controllo reati contro il
bilancio UE, ausiliato pure dall’Ufficio antifrode OLAF), è l’Ambasciatore
Stefano Sannino, nato nel 1947, all’epoca dei fatti contestati Segretario
generale SEA e Alto rappresentante PECS nel periodo a guida dello spagnolo
Joseph Borrel Fontelles della Commissione Europea; Sannino ha
 rassegnato le dimissioni immediate, chiedendo il collocamento immediato in
quiescenza, dall’incarico ricoperto di Direttore Generale del SEAE fino a gennaio
2025 ed ora Responsabile Divisione Medio Oriente-Nord’Africa e Golfo

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ll nome di Federica Mogherini divenne noto al grande pubblico nel febbraio 2014,
quando venne nominata Ministro Affari Esteri e Cooperazione Internazionale nel
governo guidato dal fiorentino Matteo Renzi, terza donna a capo della Farnesina
nell’epoca repubblicana,dopo Susanna Agnelli ed Emma Bonino. Quell’incarico di
appena sette mesi, rappresentò da prima esperienza esecutiva. il trampolino di
lancio per una folgorante carriera proiettata quasi interamente sul piano
internazionale. Laureata in Scienze Politiche all’Università “La Sapienza” di Roma,
con Erasmus presso Università di Aix-en-Provence, militante nei Democratici di
sinistra e successivamente nel Partito democratico, la sua attività politica si è
distinta per la preparazione specialistica in politica estera e nel settore della difesa,
tantochè eletta alla Camera dei Deputati (nel 2008 e rieletta nel 2013), ha ricoperto
incarichi in Commissione parlamentare Difesa e Affari Esteri, culminati nella
designazione a Presidente della delegazione italiana all’Assemblea parlamentare
Nato nel 2013. Questo percorso l’ha identificata come dirigente politica con un forte
background tecnico-diplomatico, più che come espressione del consenso
elettorale, apparentandola ai cd. Tecnici o Grand Commis de L’Etat, nonostante la
certa provenienza ed assidua militanza nel PD.

Il ruolo che ha definito la sua identità politica è stata la nomina, ad ottobre 2014, ad
Alto Rappresentante dell’Unione per gli Affari Esteri e la Politica di Sicurezza
(Pesc) nonchè Vicepresidente della Commissione europea sotto Jean-Claude
Juncker, come poc’anzi ricordato. Fu la prima donna italiana a ottenere
quell’incarico prestigioso nella diplomazia europea e la selezione fu il risultato di
delicato equilibrio politico tra i Paesi membri, che la vide prevalere sul favorito,
politico di lungo corso Massimo D’Alema, ex Premier, perché sul suo nome si trovò
la quadra per sbloccare una serie di nomine europee, fra cui quella a presidente
del Consiglio europeo di Donald Tusk.
Durante i suoi cinque anni a Bruxelles in detto ruolo (2014-2019, ha gestito dossier
complessi che hanno messo alla prova la coesione dell’Unione, fra cui l’accordo
sul nucleare iraniano (JCPOA), la crisi in Ucraina e le relazioni con la Russia,
applicando le sanzioni decise dall’Unione Europea, e promuovendo l’avvio della
Cooperazione Strutturata Permanente (PESCO), il cui scopo era rafforzare la
capacità di difesa autonoma dell’Unione. Dal 2020 ha poi ricoperto, la carica di
rettrice del Collegio d’Europa, con sede a Bruges, una delle principali istituzioni
accademiche per la formazione delle élite europee votate a incarichi diplomatici.
Attualmente detto incarico è ricoperto da altra donna la lettone, Kaja KALLAS,
mentre la Mogherini non ha più fatto rientro lavorativo a Roma, sua città nativa.   

Orbene la Federica Mogherini in email indirizzata a studenti e personale del
Collegio d’Europa ha comunicato le proprie dimissioni non coartate, ma frutto di
scelta personale "in linea con il massimo rigore e correttezza con cui ho
sempre svolto i miei compiti". Tuttavia i detrattori non hanno mancato di
rilevare che tale “libera opzione” rivendicata con dignità encomiabile, avviene
dopo il suo coinvolgimento in un'inchiesta per frode che ha posto sotto i
riflettori il Servizio europeo di azione esterna e il Collegio d'Europa stesso.

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Orbene la recente vicenda pone un carattere sistemico, ben oltre le scansioni dei
noti meccanismi procedural-processuali, tanto è che la legale della Mogherini,
durante l’interrogatorio fiume durato quasi 10 ore initerrotamente ma
contraddistinto da clima di serenità, la propria illustre Assistita avrbbe fornito
“chiarimenti a 360 gradi , in modo più che esauriente” soddisfacendo a tal punto gli
interrogativi degli inquirenti sui coni d’ombra della vicenda, che ne hanno disposto

il rilascio incondizionato, alla fine dell’incombente, senza la prescrizione di alcuna
restrizione.
Invece l’Ambasciatore Sannino, pure fermato e rilasciato dopo l’interrogatorio, ha
ritenuto opportuno rassegnare le dimissioni dall’incarico ricoperto, esternando le
motivazioni del gesto – non richiesto dagli inquirenti – in una lettera indirizzata al
personale della Divisione Medio Oriente-Nord’Africa-Golfo.
Il divampare della inchiesta sulla pretesa Frode con l’utilizzo fondi UE ha riacceso i
riflettori sugli ambienti paludati dei corridoi della Commissione e del Parlamento
Europei, già scossi con ben altra virulenza e strascichi dal cd. QARAGATE, di cui
l’indiscussa figura centrale continua ad essere la Eurodeputata Eva Kahili – cui
sedutastante la Metzola ha calendarizzato la questione della revoca d’immunità . In
verità, la decisione della revoca venne avanzata nel dicembre 2023, quando a
seguito di un’indagine sulla gestione delle indennità parlamentari la procuratrice
capo della Procura europea, Laura Kövesi, chiese ed ottenne dal Presidente del
Parlamento europeo, Roberta Metsola, un immediato pronunciamento a scopo
cautelativo, pur in assenzxa di qualsiasi pronunciamento. Tuttavia allora la Kahili
venne ristretta in condizioni aberranti, detenuta in locale privi di riscaldamento
con illuminazione h. 24, con servizi igienici inadeguati alle necessità femminili,
con lungo periodo di isolamento e per la durata massima consentita di 90 gg.
Tale Inchiesta partita sotto il clamore mediatico, oggi si è spenta, mentre in
recente intervista televisiva al Programma condotto da N. Porro, la Kahili ha
adombrato una perversa gestione della collaborazione del coindagato Antonio
Panzeri da parte del PM procedente. L’opposizione del M5S è intervenuta
prontamente collegando le vicende, così dissimili, asserendo che “il Qatargate
non è stato un episodio isolato. Da anni denuciamo che la corruzione si
annida” pure nelle stanze di Bruxelles.

L’episodio per ora circoscritto a vicenda sommato tutto marginale –
incomparabilmente minore rispetto al “Qatargate” e alle rilevanti implicazioni sul
piano della politica internazionale – contribuisce a sollevare una problematica da
non sottovalutare, né da nascondere come polvere sotto il tappeto.Ai notori mali
endemici della Costruzione Europea: Deficit di Democrazia, Eccesso di
formalismo burocratico nella normazione regolamentare e nelle direttive,
frequente empasse del processo decisionale per rigido meccanismo del voto
all’unanimità, carenza di sistema elettorale comune per il Parlamento, a distanza
di ben 46 anni dal primo scrutinio a suffragio universale, etc., etc, si profila
all’orizzonte nell’ultimo biennio uno scenario preoccupante.
Infatti il protrarsi caotico del conflitto Russo-Ucraino, e dell’incrinata
collaborazione con gli USA al riguardo, da un lato e, dall’altro lato, la progressiva
inesorabile perdita di influenza -complice pure il tasso di denatalità- del Vecchio
continente nello scenario della Politica Internazionale, ove agli USA dell’era DJ.
Trump, si affiancano oltre alla Russia di V.Putin, la Cina di XIping e l’India del
Premier N. Modi, gli emergenti Paesi del BRICS, rendono più acuta la
disaffezione dell’opinione pubblica europea alle sue istituzioni comunitarie.
Cosicchè gli avversari esterni ed i dissidenti interni (ad es. Ungheria di Orban)
hanno facile gioco ad appellarsi al monito evangelico: Europa rischi di esser
additata da farisea Ipocrita, pronta a scrutare la pagliuzza nell’occhio altrui,
senza accorgersi della trave nel proprio (Matteo cap. VII, vv. 1ss; Luca IV, 41)!
Roma, 5 dicembre 2025 –SB
Avv. Jacopo Severo Bartolomei