Riportiamo con interesse le considerazioni di Luigi Gnarro su un argomento particolare e poco sottolineato per la sua importanza

Poche parole su un argomento che si conosce ancora poco, ma sul quale molto si giudica:” L’iperattività non è né una condanna né una colpa.
La mente di questi bambini è perennemente attiva, è come se avessero una giostra in testa. Peccato che non esiste un interruttore ON\OFF, non esistano freni d’emergenza o bacchette magiche.
Il loro “casino” devono imparare a gestirlo da soili, ma ci vuole tempo.
Hanno menti brillanti e creative, possono lavorare su un progetto che gli interessa per parecchio tempo per poi perdersi nelle cose più semplici e banali.
Credo sia complesso capire nel profondo un bambino iperattivo.
Senza un handicap fisico, lo vedi bello, sveglio e intelligente. E’ inevitabile, rispetto a comportamenti a volte estremi, chiedersi:” Perché alza le mani? Perché non ascolta? Perché risponde in questo modo? Perché è così ribelle?
La risposta più immediata è la più facile:” E’ un maleducato”. Ed è anche la più umana.
E invece bisogna capire questi bambini, valorizzare le loro idee e le loro intuizioni. Bisogna andare oltre.
Solo chi è dotato di forte empatia riuscirà a comprendere il perché di certi comportamenti e azioni.
Bisogna mettercela tutta e non perdere la pazienza.
Al mattino, quando gli ripeti trenta volte che bisogna sbrigarsi, fare colazione, togliere il pigiama e lavarsi per andare a scuola in orario.
Al pomeriggio, quando sai che basterà il canto di un uccellino, il ronzio di una zanzara o il vicino che passa a fargli perdere all’istante la concentrazione dalla lezione che stai faticosamente cercando di fargli ripetere.
Alla sera, quando si è esausti e devi dirgli migliaia di volte che è ora di lavarsi i denti e andare a dormire.
Bisogna stringerli forte anche quando vorresti strozzarli per le rispostacce che danno.
Bisogna parlare sempre e tantissimo con questi bambini, non farli sentire mai soli, fargli capire che possono arrivare ovunque e realizzare i loro desideri.
Non è facile essere un bambino iperattivo e nemmeno essere genitori di un bambino iperattivo.
Non per la personale sofferenza di padre o madre, ma per il dolore che leggo a volte in mio figlio.
Se c’è una cosa che sto imparando, tra le tante, è che non bisogna
pensare di farcela da soli.

Luigi Gnarro
