Considerazioni di Jacopo-Severo F.co Bartolomei , a margine dell’articolo di” Salvatore Sfrecola” sulla posizione del Presidente del Consiglio in merito al voto Referendario.
Notazioni critiche a margine articolo Pres.te emerito
Prof. Salvatore Sfrecola

“Premetto che non mi capita di dissentire significativamemte, dai
giudizi ben argomentati del Direttore scientifico del suo Blog, aperto
ai più disparati contributi e che costituisce luogo effettivo confronto
intellettuale. Tuttavia, circa non tanto la conclusione quanto l’iter
argomentativo, dell’ultimo articolo apparso sul tema in data 6.6.25,
ardisco di avanzare delle riserve.
Tot capitae, tot sententiae, recita il brocardo latino, e tale massima è
destinata ad inverarsi nell’ermeneutica della normativa di grado
costituzionale; la relatività dell’ermeneusi di normativa costituzionale,
a prescindere dall’imperversare del multilevel costituzionalism, si
riconnette alla possibilità di interpretazione della Carta cosituzionale
in diversi modi, secondo una lettura adeguatrice e variegata, che non
possa prescindere dal contesto socio-politico e socio-economico.
Questa accentuata relatività dell’ermeneusi costituzionale, che trova
un limite nel relativismo, è stata teorizzata da Leopoldo Elia, nella nota
voce “Forme di Governo” in Enciclopedia Giuffrè, laddove
accingendosi allo studio delle forme di governo in prospettiva
comparata, individuo il discrimine nel funzionamento del sistema di
partiti e nel regime elettorale.
Pertanto l’opera di relativizzare l’ermeneusi costituzionale si pone
come fondamentale ed imprescindibile per garantire che la
Costituzione mantenga sempre attuale e pertinente il proprio
insegnamento, anche in un mondo in rapida costante evoluzione.
Premesso tanto, l’attuale è una delle poche volte in cui mi capita più
che di dissentire, di ricalibrare le conclusioni cui Illustre Presidente è
pervenuto nel corpo articolo redatto il 6 u.s., in difesa dell’invito che
l’on. G. Meloni, la nostra Premier in rosa, ha rivolto agli elettori ad
astenersi dalla consultazione referendaria imminte. Esattamente il 2
giugno, in coincidenza con i festeggiamenti della Festa della
Repubblica, con la consueta apparecchiatura scenografica (esibizioni
Frecce tricolori, Rassegna corpi militari, Esibizione cri, ETC,).
Arrivando al punto di parziale dissenso, dal testo basico di diritto
costituzionale del prof. Temistocle Martines, appresi nel 1982 che le
libertà civili ed economico-sociali, contemplano pure un contenuto
negativo; ad es. nella libertà sindacale è ricompresa la libertà di
iscriversi a quaqlsivoglia sindacato, ma anche quella di non iscriversi
a nessun
Sindacato o associazione di categoria!
Quindi concordo col presidente Sfrecola laddove censura l’opinione
del prof. Michele Ainis, secondo cui demarrando dall’eserczio del voto
come dovere civico, ex art. 48 cpv. Cost.,il p.u.sarebbe passibile della
sanzione penale prevista dall’art. 98TU Leggi elettorali, recepito da
normativa referendaria.
Tesi che il prof. M.Ainis ebbe ad esporre a “Porta e Porta”, noto format
televisivo condotto da Bruno Vespa, per stigmatizzare atteggiamento
dell’allora Premier Bettino Craxi, che in occasione referendum sulla
cd. scala mobile, di cui la CGIL si era fatta propotrice, invito gli elettori
a disertare le urne e recarsi al mare-
Detta tesi non sembra affatto convincente in ragione della richiamata
regola – né potrebbe essere diversamente– che, in caso di votazione di
un referendum abrogativo prevedendo un quorum per la sua validità
riconosce il diritto di non votare perché non raggiungere quella misura
dei votanti è un obiettivo che legittimamente si può porre qualunque
cittadino e, quindi, anche il Presidente del Consiglio che non solo lo
esercita astenendosi dal voto ma anche invitando a non votare. Infatti,
non è “incoerente esaltare il concetto di nazione e poi invitare i suoi
appartenenti a sottrarsi a un dovere che scaturisce proprio da quello”,
una volta che abbiamo riconosciuto che anche l’astensione è
espressione del diritto di partecipazione alla verifica referendaria.
Invece paleso un parziale disaccordo, laddove la Meloni da indubbio
leader politico abbia sempre censurato la disaffezione al voto, specie
tra i giovani, che con la debacle del m5s ha assunto proporzioni
consistenti, sfociando nel distacco e nella mancata partecipazione ai
vari istituti di democrazia partecipativa,
D’altronde la sua ascesa a Palazzo Chigi col 32per cento del consenso
validamento espresso, altro non è che..SIGNA TEMPORUM!
Luigi Pirandello, d’altronde, aggiungeva al Così è se vi pare, l’Uno,
nessuno e centomila
Roma. 8 giugno 25-Pentecoste Jacopo-Severo F.co Bartolomei”