Riportiamo integralmente articolo pubblicato sul Corriere del Mezzogiorno del 7 giugno 2025 da Antimo Manzo

La Napoli Anarco Spontanea del Sindaco Manfredi

“Dalla vaghezza del “Rinascimento napoletano” di Bassolino e dalla demagogia
della “Napoli liberata” di De Magistris siamo arrivati alla “Napoli anarco-spontanea”
di Manfredi. E’ presumibile che l’attuale sindaco stia apprezzando quanto è avvenuto
in alcuni parti dei quartieri del centro cittadino: ristoranti, baretti, B&B, bancarelle e
negozietti di prodotti sportivi legati alle imprese del Calcio Napoli ed infine il nuovo
museo all’aperto di “largo Maradona”. Non manca un fiorente indotto di venditori di
calzini, di “cornicelli”, di stampe fotografiche e di borse false: attività questa, però,
riservata agli extracomunitari.


La capacità “spontanea” di una parte di napoletani di procurarsi il proprio
reddito, consapevoli dell’indifferenza dei governanti, ha radici antiche. Per non
andare troppo lontano, è la Napoli descritta da Francesco Mastriani, da Raffaele
Viviani, da Matilde Serao e da Eduardo in “Napoli milionaria”; è quella
dell’economia del “vicolo” cioè del lavoro a domicilio di borse e guanti,
dell’artigianato povero, del contrabbando delle sigarette. E’ quella del
“dopoterremoto” che si “riconvertì” alla vendita della droga.


Mutamenti avvenuti con il complice silenzio delle autorità e della politica e con
la stoica rassegnazione di molti cittadini onesti. Qualche vantaggio ne sta scaturendo
nel mantenimento dell’ordine pubblico: meno scippi e borseggi e “immersione” della
vendita della droga. Certo, qualche smagliatura ogni tanto affiora, pensando alle
cosiddette “stese” e scorribande organizzate di motorini, ma i “capi” sono più veloci
della polizia e carabinieri a tenere sotto controllo la situazione e “punire” i
responsabili.


Mentre Eduardo, disperato, ci diceva “fuitevenn”, Manfredi, più realistico, ci
dice “tenitevenn”, promettendoci, però, altri miglioramenti. Per alcuni che l’hanno
votato e che credevano nella possibilità di una Napoli “normale” c’è un pò; di
amarezza; ma per altri non c’è di meglio.

Antimo Manzo