Il reddito di cittadinanza è una delle controverse misure annunciate dal governo che non solo è motivo di animata discussione tra i cittadini, ma sta ingenerando numerose tensioni anche nella maggioranza stessa. Da strumento universale di giustizia sociale propagandato dal Movimento 5 Stelle, all’applicazione “non per tutti e nei tempi e modi noti“, secondo l’ultima dichiarazione di Di Maio.
Il reddito di cittadinanza è una delle controverse misure annunciate dal governo che non solo è motivo di animata discussione tra i cittadini, ma sta ingenerando numerose tensioni anche nella maggioranza stessa. Da strumento universale di giustizia sociale propagandato dal Movimento 5 Stelle, all’applicazione “non per tutti e nei tempi e modi noti“, secondo l’ultima dichiarazione di Di Maio.
Il problema è che alle ben note incertezze del governo gialloverde si aggiungono le perplessità sul rischio che il reddito di cittadinanza si riveli un provvedimento assistenzialistico e quindi depressivo, senza alcuna ricaduta economica a lungo termine.
La proposta di Italia Solidale è che con una finalità diversa delle risorse disponibili si possano avere degli effetti strutturali a medio termine. Con lo stesso meccanismo adottato per la legge 285, i fondi potrebbero essere destinati agli enti locali che potrebbero impiegarli per assumere giovani a tempo parziale in modo da innervare decine di uffici semivuoti nei dipartimenti chiave. Una parte delle risorse, infine, potrebbe essere destinata alle imprese affinché provvedano ad assumere giovani da formare e che, col tempo, potrebbero essere stabilizzati.
Senza trascurare le difficoltà degli over 65 che per la loro esperienza possono essere preziosi nel mondo delle imprese e quindi rafforzare le misure offerte per il loro reinserimento evitando conflitti generazionali. Quindi tener conto enti locali e imprese per i giovani e meno giovani colpite dalle chiusure forzate delle imprese sul territorio.
il fondatore
enzo rosario magaldi