(precedente) (seguente)
(trascrizione della lettera di Riccardo Lombardi a Francesco De Martino)
Roma, 21 dicembre 1983
Caro Francesco,
ho ricevuto ieri il tuo libro e nel ringraziarti per l'invio, colgo l'occasione per formalizzare gli auguri per il nuovo anno che ti invio con la sincerità e la cordialità di sempre.
Del tuo libro ho letto solo la prefazione e tre o quattro paginette di cui ti dirò: io non sono tanta per suaso,quanto tu dimostri di essere, della possibilità per un protagonista di eventi politici, di scrivere storia sfuggendo alla semplice memorialistica. Comunque, se un uomo della tua statura ed esperienza ne é convinto, devo pensare che vi sia riuscito e conto di constatarlo con piacere dopo l'attenta lettura che mi propongo di fare.
Ti accennavo a qualche paginetta. Si tratta di quelle dedicate a ricostruire la figura di Carlo Rosselli. Sono stato indotto a cercarla da una coincidenza, vale a dire dall'aver dovuto, pochi giorni fa, delineare agli alunni della Va classe elementare di Celle Ligure le circostanze e le ragioni dell'assassinio dì Carlo. Tu sai quanto sia più difficile parlare agli innocenti che non ai saputi e perciò ho avuto curiosità di vedere come tu hai ricostruito quella figura per i non innocenti.
Devo dirti che ho trovato l'analisi ottima, ricca, fedele e assai ben documentata, ciò che mi da l'annuncio spero di trovare altrettanta lucidità nel resto del tuo libro,
Come sai, é già da tempo, molto prima delle per me niente affatto affliggenti vicende parlamentari, che vivo piuttosto distaccato e abbastanza isolato (volontariamente del resto), ma non tanto da non avvertire la crescente preoccupazione per lo scadimento di quello che dovrebbe essere il tessuto comunitario democratico di un partito per il quale per ranci anni tu ed io, anche se spesso discordi, abbiamo dedicato il meglio della nostra vita.
Se mi darai occasione di incontrarti, ti vedrò volentieri.
Ti rinnovo gli auguri anche per la tua famiglia
(Riccardo Lombardi)
(precedente) (seguente)