(precedente) (seguente)
13. NENNI A DE MARTINO
16 ottobre [1961]
Caro Francesco,
io sono distrutto. L'idea che possa in qualche maniera aver concorso a determinare il tuo stato d'animo mi turba più delle mie condizioni di salute.
Ho lavorato un giorno e una notte alla relazione tra dolori lancinanti. Pensavo al tuo fraterno aiuto per rimetterla coi piedi per terra. Non ho tenuto conto dei miei appunti, dei tuoi perché non sapevo cosa fare e come fare. (Li guarderò stasera).
Ora d'improvviso: uno schianto. Non posso tener conto della tua lettera. Inventerei una bugia per la tua assenza oggi ma domani non puoi non tornare. Veramente Francesco non lo puoi.
Se tu vuoi ritirarti facciamo il Congresso a gennaio se no, tiriamo la carretta fino alle elezioni.
Ma diversamente non si può fare. Non trovo che una parola per dire che non puoi che non possiamo ed è che questo è il nostro dovere.
Un abbraccio
tuo Nenni
P.S. Credo di essere più affranto oggi che due mesi or sono.
P.S. Cerco spiegazioni e non ne trovo quindi divago. Se t'ha urtato (delle volte una goccia fa traboccare il vaso) l'accenno alle commissioni sappi che era di una vecchia relazione e che neppure l'avevo vista.
(precedente) (seguente)