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CONCILIARE  SEMPRE GIUSTIZIA SOCIALE E LIBERTÀ POLITICA

 GIUSEPPE SARAGAT

Sono venuto qui per onorare la memoria del compagno Lombardi. li compagno Lombardi è morto che aveva compiuto 80 anni; io ne ho compiuti 86, ma è sempre amaro, per un uomo come me, sopravvivere ad uomini' che considero superiori a me.

Non entro nel merito delle discussioni che si fanno in questa riunione e non voglio neppure accennare a quello che è il mio pensiero. Dirò soltanto questo: che io conservo come una cosa preziosa un libro del compianto Carlo Rosselli che fu assassinato a Bagnoles de l'Orne, in Francia. La dedica è questa: «A Giuseppe Saragat, il più marxista dei liberali, il più liberale dei marxisti». Ed è infatti così. lo credo nella giustizia sociale, ma credo anche nella libertà. Come si possono associare queste due cose, non è facile.

Ho avuto dei compagni che sono oggi scomparsi: il compagno Erlander che precedeva l'attuale presidente del Partito socialista democratico svedese. Mi sono reso conto di come in Svezia sono riusciti in gran parte a conciliare queste due cose: la, giustizia sociale e la libertà politica. Nelle imprese industriali la classe operaia è rappresentasta facendo parte del consiglio di amministrazione. Ci sono delle cooperative che nel campo industriale sono perfettamente organizzate dai lavoratori.

Sono stato in Russia nel '59. Sono andato perché volevo conoscere quel paese. Ho l'impressione che se Carlo Marx si svegliasse dalla tomba di Highgate, dove è sepolto, e dove nel '56 di questo secolo hanno posto, per la prima volta, una pietra di marmo e un suo busto di ghisa, vorrebbe riprecipitarvi perchè il marxismo non è quello. Il marxismo non è nel totalitarismo sovietico. C'è, in Russia, una classe operaia che non ha nessun diritto alla libertà; ci sono, in Russia, dei contadini che non hanno nessun diritto alla libertà e il loro livello di vita è al di sotto di un terzo di quello della classe lavoratrice di un paese che non conosce partiti socialisti come gli Stati Uniti d'America. I1 livello della classe operaia russa è un terzo di quella di un paese capitalistico come quello americano.

Non voglio, con questo, difendere il capitalismo; ma non posso accettare neanche il totalitarismo sovietico. No sempre avuto l'impressione che il Pci elaborasse in sé, lentamente, una evoluzione verso principi di democrazia che per lungo tempo a quel partito sono mancati. Noi non dobbiamo opporci al Pci, anzi dobbiamo favorire la sua evoluzione verso forme più democratiche.

Parlare oggi di un governo con i comunisti mi pare impossibile. Non bisogna però chiudere le porte all'avversario; bisogna lavorare non contro i comunisti, ma in modo che i comunisti possano evolvere in senso veramente democratico. Questo mi pare che sia il nostro dovere.

Ho detto che Carlo Marx, se si svegliasse oggi dalla tomba, vorrebbe precipitare di nuovo in essa, perchè non si verificato quello che egli voleva. Che cosa voleva Marx? Avete letto Marx? Avelte letto II Capitale? Avete letto le opere sui fondamentali come i Saggi sull'economia, che precedono di dieci anni la pubblicazione del Capitale? Avete letto i suoi articoli sui giornali tedeschi e su quelli americani? Leggeteli se non li avete letti. Chi come me è stato quattro anni come emigrato politico in una città come Vienna che, in quel periodo, era un centro di cultura conosce Marx. A Vienna ho imparato molte cose: ho studiato Marx, ho studiato Hegel, da cui Marx ha preso qualche idea.

Mi pare quindi che bisogna rimanere su questa posizione; cercare in ogni cosa e in ogni momento di conciliare i principi della giustizia con quelli della libertà politica. Non di può immaginare un sistema di giustizia sociale senza libertà politica, come non si può immaginare un vero sistema di libertà politica senza giustizia sociale. Questo è il dovere dei nostri partiti, il problema che noi dobbiamo affrontare e cercare di risolvere. lo mi rivolgo a voi socialisti che siete il partito che nella sua maggioranza, oggi, ha raccolto quei principi di socialismo democratico che io ho cercato di fondare in Italia, e che non sono riuscito a far sviluppare. Mi pare, quindi, che il vostro dovere sia di mantenere prima di tutto l'unità del vostro partito, di mantenere quella politica che oggi permette una evoluzione, nel senso positivo, del Pci; di non precipitare i tempi. Sono grato al compagno Craxi per quello che ha fatto; ho l'impressione che sia sulla via giusta tant'è che i partiti laici, salvo quello socialdemocratico, cercano di sbarragli la strada e far cadere il suo governo. Non facciamo questo errore; non commettiamo l'errore di fare cadere un governo che è presieduto da un socialista. Nessuno è perfetto e infallibile a questo mondo, però quello che ha fatto Craxi merita di essere assecondato e di essere favorito. Guai a noi se facessimo cadere questo governo. Chi governerebbe l'Italia? La governerebbero i comunisti? In questo momento i comunisti stessi sanno che non sarebbe possibile. Allora rimarremmo senza governo? E' concepibile una situazione di questo tipo? Mi pare di no.

Ho voluto dirvi queste cose con tutto l'animo, con tutta la stima e con tutto l'affetto che ho per voi, con tutta la stima e tutto l'affetto che avevo per il compagno che è scomparso un mese fa. Ripeto che gli uomini come me sono addolorati di sopravvivere a quelli che erano migliori di loro. Mi auguro di poter morire vedendo l'Italia avviata verso una via di giustizia sociale, ma mantenendo saldi i principi della libertà politica.

 

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