Berlusconi spinto dagli alleati di Prodi a scendere in piazza?
“Legge Gentiloni”, i risvolti della quale saranno tanto destabilizzanti quanto prevedibili: tale legge è vista dal centro-destra come una punizione per il suo leader mentre per il centro-sinistra, o meglio per una parte della sinistra, come l’occasione per liberarsi dell’invisto Romano Prodi. Il tutto gira attorno alla figura di Romano Prodi, troppo poco di sinistra per la sinistra e troppo poco di destra per la destra, figura quanto mai controversa e mal sopportata.
Scenari che potrebbero portare alle dimissioni forzate di quest’ultimo ed a un eventuale nuovo incarico dato dal Presidente della Repubblica all’uomo forte del momento, che tutti temono o che comunque non gradiscono. Forse all’elezione di un nuovo Presidente del Consiglio.
La televisione rappresenta sempre più un vincolo di potere e se passasse la legge Gentiloni una parte degli alleati di governo riuscirebbe a trarre doppio vantaggio da tale situazione: liberarsi di Romano Prodi ed indebolire ulteriormente il potere di Silvio Berlusconi..
Oggi sono tanti o forse troppi i cittadini che ritengono il ruolo del parlamento ormai lontano dalle cose quotidiane rispetto a quelle che si decidono in realtà,mentre invece,sono ancora di più quelli che vedono nella televisione il “nuovo oracolo” del 2000 come depositario unico della verità.
D’altra parte chi comprende come la politica ormai vive sul palcoscenico televisivo, suscitando l’ interesse dei cittadini, sa che con questa manovra potrebbe spingere Berlusconi – che del mezzo televisivo ne ha fatto certo buon uso- finalmente a scendere in piazza e ha determinare così le condizioni per un cambio di guida del governo a cui gli alleati si potrebbero vedere costretti??.
E allora perché non paventare di usare la stessa rapidità con cui ci si è mossi sulla riforma televisiva per mettere sul serio in campo “il conflitto di interessi” e per forzare la mano ???
Napoli, 10/10/2006
Enzo Rosario Magaldi
Oggi sono tanti o forse troppi i cittadini che ritengono il ruolo del parlamento ormai lontano dalle cose quotidiane rispetto a quelle che si decidono in realtà ,mentre invece,sono ancora di più quelli che vedono nella televisione il “nuovo oracolo†del 2000 come depositario unico della verità . D’altra parte chi comprende come la politica ormai vive sul palcoscenico televisivo, suscitando l’ interesse dei cittadini, sa che con questa manovra potrebbe spingere Berlusconi – che del mezzo televisivo ne ha fatto certo buon uso- finalmente a scendere in piazza e ha determinare così le condizioni per un cambio di guida del governo a cui gli alleati si potrebbero vedere costretti??.E allora perché non paventare di usare la stessa rapidità con cui ci si è mossi sulla riforma televisiva per mettere sul serio in campo “il conflitto di interessi†e per forzare la mano ???
Napoli, 10/10/2006
Enzo Rosario Magaldi