Nulla di nuovo

La tanto paventata solitudine della globalizzazione sta diventando, ineluttabilmente, una realtà.

Basti pensare al mondo del Web: aumentano i navigatori di Internet ma, contestualmente, diminuiscono gli accessi ai singoli siti. Non è lo scambio di informazioni, dunque, la cifra connettiva della rete, ma il passivo consumo dei dati, senza analisi, senza approfondimento, senza elaborazione, senza un critico cut and paste.

Sempre più persone creano un sito ad uso e consumo personale, riflesso asettico di un mondo interiore colmo di difficoltà relazionali e disagio sociale, tutto il contrario di ciò che la rete dovrebbe rappresentare: un incontro dialettico di anime improntato allo scambio di dati, informazioni, esperienze.

In pratica, ciò testimonia la mancanza di ricerca di qualsiasi forma di dialogo, quello che emerge è soltanto il desiderio di lasciare una traccia personale in un cosmo di nulla. Una massa di informazioni che bombardano il cervello, le anime della solitudine nel mondo globale senza valori e con poche certezze, se non quelle virtuali, che si trasformano prendendo sembianze tridimensionali senza anima.

Il mondo scorre fuori dal nostro cerchio vitale in mille rivoli disperdendosi in tutte le direzioni, sfiorandoci tutti senza toccare nessuno, lambendoci nei desideri, mostrandosi con le sue sirene e le sue brutture, confuso e semplicissimo, vivo come una natura morta.

Un mondo dove nessuno è convinto di stare al posto giusto o nel posto dove vorrebbe stare.

I giovani sono vecchi, gli anziani sono adolescenti, le donne vogliono i posti ricoperti dagli uomini, che  a loro volta ritengono di non essere mai all’altezza della situazione.

E’ la mancanza dell’ordine delle cose a generare incomprensione, tristezza, solitudine e conflitti.

Come tutte le situazioni storiche che corrono e ricorrono, in barba alla sedicente modernità e ai presunti traguardi di civiltà costantemente raggiunti dal genere umano, anche le  lotte di religione ritornano, rispondendo alla mancanza di certezze e di motivazioni per vivere, dando un senso che colmi il nulla e il vuoto delle scelte di odio o, più spesso, di semplice convenienza.

Ognuno di noi senza rendersene conto vede scorrere il tempo e pensa che domani sia sempre meglio e così sopravvive al convincimento di nullità del quotidiano, che in realtà resta l’unica certezza della quale essere convinti. Â

Tutto si confonde con l’affanno, che però determina il quotidiano finché non ce ne si rende conto.

Così la forza che esprime il fanatismo dogmatico, spesso coincidente con quello religioso, diventa  il mezzo più semplice da mettere in campo per la ricerca di una certezza incontrovertibile.

L’Occidente cerca di ricostruire  se stesso ricercando certezze nei vecchi sistemi di democrazia, certezze sui modelli sociali e civili più giusti, certezze di civiltà da esportare, certezze che però non trovano più riscontri innanzitutto nelle nostre stesse società.

Una perdita di competitività culturale con l’Oriente e l’Islam che, più lontani è misteriosi, prendono il sopravvento.

Perché la solitudine che determina l’Occidente è una solitudine fatta di confusione.

Napoli, 26/11/2005

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