Bozza di mozione tematica proposta da Fabrizio Fabbri
Mettiamo volentieri a disposizione del mondo ambientlsta ,nella sua galassia di realtà variegate e spesso non omogenee, una bozza di documento elaborata da Fabrizio Fabbri in vista del Congresso dei Verdi previsto per luglio.Sentiamo la necessità di concretezza e competenza e per questo motivo ci candidiamo ad essere, come movimento di cultura politica che nasce con i presuppposti di tenere al centro questi valori, tra i primi sosteniori della mozione.
E.R. Magaldi ITALIA SOLIDALE
Bozza (mozione tematica proposta da Fabrizio Fabbri per il congresso dell’Federazione Nazionale dei Verdi 9-10-11 ottobre 2009)
VERSO IL FUTURO
È forte il tentativo di far confluire, o meglio sparire definitivamente i Verdi in aggregazioni più grandi.
C’è chi pensa agli ecodem dei DS, chi alla sinistra di Vendola e chi ancora è affascinato dalla proposta di Pannella.
Eppure nessuna di queste soluzioni rischia funzionare bene. Nel caso si volesse tentare la confluenza nei DS , si dovrebbe fare i conti con una presenza massiccia di personalità provenienti da Legambiente che non hanno mai nascosto la loro scarsa considerazione e non condivisione delle politiche dei Verdi. Quand’anche mere logiche aritmetiche dovessero offrire ai Verdi, o una parte di essi, l’occasione di entrare nei DS è assai difficile che ciò potrebbe portare ad un significativo cambiamento della considerazione delle politiche ambientali da parte del gruppo dirigente DS. Nonostante l’uscita dei Verdi dalla scena politica italiana, i DS hanno infatti dimostrato di essere tra le forze politiche meno convinte del nuovo corso che la crisi economica potrebbe offrire alle tecnologie ambientalmente sostenibili. Lo stesso Realacci sembra faticare non poco a far sposare principi ambientali minimi ai vertici del suo partito che infatti non ne hanno mai fatto un punto nemmeno lontanamente qualificante dei loro programmi.
Più facile sotto il profilo dei contenuti potrebbe essere l’alleanza di Sinistra e Libertà. In questo caso, però, si pagherebbe una connotazione delle politiche ambientali esclusivamente a sinistra. Ciò non aiuterebbe a capitalizzare il grande potenziale di sostengo elettorale trasversale da parte di chi percepisce i problemi ambientali. La tutela della salute e dell’ambiente non è (o meglio non dovrebbe essere) esclusivo appannaggio della “sinistra” ed è importante riconquistare la credibilità eliminando l’ambiguità dei “verdi fuori e rossi dentro”. Sappiamo bene che le politiche neo liberiste sono antitetiche alla tutela ambientale ma è necessario combatterle riportandole il dibattito politico all’esame dei dati abbandonando gli slogan.
Sull’adesione dei Verdi al progetto dei Radicali, infine, si deve ricordare la siderale distanza che intercorre tra il partito di Pannella e le istanze ambientali fin qui rappresentate dai Verdi. I Radicali hanno più volte espresso il loro sostegno all’energia nucleare, all’uso del carbone e al ricorso agli OGM mentre hanno sposato la campagna contro l’eolico lanciata dagli Amici della Terra. È evidente, ancora una volta, che un’alleanza dei numeri finirebbe con l’infrangersi contro il primo ostacolo sulla sostanza e sulla scelta di campo delle politiche da promuovere.
Al contrario, la quarta via può, e deve, essere rappresentata da un’impostazione radicalmente diversa fondata su 7 pilastri:
1. individuazione delle emergenze ambientali e sociali di rilevanza trasversale all’orientamento politico su cui fondare l’identità forte del nuovo partito. È di fondamentale importanza focalizzare l’attenzione su un ristretto numero di temi ambientali che possano essere ben compresi dal potenziale bacino elettorale. Si deve avere la forza e la convinzione sull’opportunità di lasciare ad altre forze politiche la tutela di interessi comuni non direttamente riconducibili ai temi ambientali. In questo contesto, sul fronte sociale si dovrebbe dedicare la massima attenzione ai temi della soluzione pacifica dei conflitti internazionali unitamente alla necessità di garantire la tutela delle risorse naturali dei PVS la cui rapina da parte dei Paesi industrializzati è causa di povertà, violenza e spinta all’immigrazione disperata.
2. definizione della strategia politica per il raggiungimento degli obiettivi individuati. L’azione deve essere coordinata a tutti i livelli affinché le risorse non si disperdano e la tattica di lavoro deve essere adeguata alle circostanze soprattutto per la scelta delle alleanze;;
3. formazione di una classe dirigente competente. Dopo il qualunquismo generalista, è necessario ripartire dalla tecnocrazia. I rappresentanti pubblici del nuovo partito, eletti e non, dovranno avere un alto profilo di competenza in grado di garantire la presentazione della linea politica senza esitazioni e tentennamenti. C’è bisogno di persone che sappiano affrontare con cognizione di causa i problemi e che sappiano sostenere con la forza della competenza le alternative;
4. riforma statutaria del partito per garantire massima trasparenza e partecipazione degli iscritti alla scelta dei rappresentanti politici a livello locale e nazionale. È necessario scardinare il sistema di assegnazione del potere fondato sul numero di tessere che si è in grado di rappresentare. Il nuovo partito dovrà puntare ad un tesseramento simile a quello delle associazioni di volontariato, ovvero conquistando la fiducia le conseguente voglia di sostegno sul campo e con i fatti e non reclutando amici e parenti ;
5. riforma statutaria per consentire la sospensione automatica degli eletti o chi rappresenta altrimenti il partito nel caso di sostegno a politiche contrarie a quelle concordate. È necessario garantire che ciascun rappresentante dei Verdi porti avanti la stessa politica e che eventuali deroghe siano attentamente valutate sotto il profilo del merito ed accettate solo se necessarie a perseguire l’obiettivo finale e non per garantire posizioni personali;
6. ristrutturazione del partito per garantire la massima continuità con il gruppo del Parlamento Europeo. È necessario sfruttare l’opportunità di lavorare nel contesto europeo dove i Verdi sono rappresentati da un gruppo indipendente che è stato l’unico a crescere nelle ultime elezioni. Le politiche ambientali si forgiano a Bruxelles e l’assenza di rappresentanti dei Verdi italiani non consentirà di partecipare ad importantissimi dibattiti da cui dipenderanno le politiche ambientali del futuro;
7. riavvio dei contatti con il tessuto sociale presente sul territorio proponendo la formazione di un laboratorio diffuso di riflessione sulle politiche ambientali in grado di far confluire nuove idee, stimoli e persone nel nuovo gruppo dirigente del partito.
Ora più di prima è necessario in un partito di Verdi fatto di persone umili, capaci, generose e determinate che sappiano ripartire dal basso per intercettare il voto trasversale che può esistere se si è disposti a lavorare con impegno ed onestà per raggiungere obiettivi comuni e no ambizioni personali. Ora più di prima si deve avere la forza di resistere alla tentazione di alleanze che si sono già dimostrate fallimentari per investire in un progetto serio di rinascita del partito dei Verdi.
Fabrizio Fabbri
Teodolinda La Marca Pozzuoli
Catello Esposito Torre del Greco
Enzo Rosario Magaldi Napoli
Fabrizio Cangelli Foggia
Francesco Onorati Foggia
Gaetano Fiorito Napoli
Franco Prisco Poggiomarino