La Cina dominerà grazie a Confucio
La Cina dominerà grazie a Confucio
di Bruno Iaccarino (13 luglio 2006)
Nei miei viaggi settimanali a Roma ho notato che più carrozze del treno “alta velocità” si riempiono di giovani cinesi che da Napoli passano per la capitale e poi vanno chissà dove. Non sono sempre gli stessi, sono ben vestiti, giovanissimi, molto educati, gioviali e pieni di entusiasmo. Come noto, interi quartieri napoletani e alcuni paesi limitrofi — al pari di quanto accade in tante altre città italiane – sono economicamente presidiati da tempo da cinesi che
si sono ben integrati e non creano (almeno apparentemente) nessun tipo di problema. La cosa per noi non deve destare scalpore perché Napoli è stata sempre una città che ha ospitato egiziani, genovesi, fiorentini, o è stata dominata da francesi, spagnoli, ecc. L’arrivo ed il rapido successo dei cinesi in Italia merita tuttavia qualche riflessione sulle differenti radici della loro morale e del loro sapere.
E’ oramai risaputo che l’occidente, già da qualche decennio, reagisce alla potente concorrenza cinese delocalizzando una parte delle proprie attività produttive nelle aree industriali del paese asiatico e i due terzi delle loro esportazioni sono realizzate da imprese di matrice occidentale.
Allo stesso modo l’import cinese dall’occidente cresce nelle imprese occidentali naturalizzate in Cina.
L’altra strategia adottata dagli occidentali riguarda le imprese che non trasmigrano le unità produttive.
Queste si attrezzano in ricerca e sviluppo, unica possibilità di differenziazione, rispetto ad aziende che producono in Asia gli stessi nostri beni (specie italiani) ad un costo del 40-50 per cento in meno.
Ma quanto tempo servirà alla Cina per realizzare industrie autoctone tradizionali e innovative? Quanto tempo gli occorrerà per scrollarsi il giogo occidentale? A mio avviso meno di un decennio. Non va dimenticato che la Cina ha una cultura millenaria ed una etica che viene da molto lontano e che, se non sarà permeata dalla corruzione occidentale, darà al Paese asiatico uno sviluppo formidabile molto al di sopra degli standard già ora raggiunti.
In Occidente sin dai tempi di Adam Smith i grandi economisti si sono pronunciati sul fatto che esisterebbero una parte delle relazioni sociali, quelle che transitano per il mercato ed ora si pretende anche quelle che transitano per la politica, che non avrebbero bisogno di essere assoggettate al giudizio morale.
Questa tesi si basa sul principio che l’agire economico è di per se orientato al benessere; è un assunto basato sul fatto che vi sono state conseguenze positive a livello collettivo, anche quando gli individui si sono mossi per soddisfare passioni ed interessi egoistici.
L’uomo e la società perseguirebbero lo stesso obiettivo, se gli individui vogliono più benessere lo stesso vuole la società. Le colonne portanti del codice di comportamento etico della moralità mercantile occidentale sono sempre stati solo due valori: l’onestà (mantenere gli impegni presi) e la fiducia (credere che gli altri sono onesti).
Questo approccio però è andato in crisi già da tempo con lo sviluppo che ha portato maggiore complessità ai nuovi sistemi relazionali ed economici. Ottenere quello che si vuole e fare come si vuole non è possibile quando aumenta enormemente la densità delle relazioni sociali.
In Occidente nel tentativo di superare l’enpasse l’azione collettiva ora punta al codice di auto comportamento individuale più ricco dell’elementare moralità mercantile suggerita da Smith.
I risultati non incoraggianti sono sotto gli occhi di tutti.
Per la Cina l’armonia tra l’etica e l’esercizio del sapere (la scienza), che sta al di sopra di ogni comportamento economico, è un vecchio esercizio. Confucio che nasce nel 551 avanti Cristo basa tutta la sua dottrina proprio su questo asserto.
Il suo vero nome latinizzato dai Gesuiti che portarono il cattolicesimo in Cina nel 1600 è in realtà K’ung-fu-ts. Ovvero l’insieme del nome della famiglia K’ung e delle parole fu-tse che significano: “venerato maestro”.
Da ben 25 secoli i cinesi venerano il culto degli antenati e gli omaggi a Confucio. Nulla potettero le missioni francescane e domenicane ed il cattolicesimo di Roma quando si opposero alle dottrine di Confucio sin dall’inizio del 1600 accusando i cinesi di idolatria. Confucio e Socrate (che nasce sette anni dopo la sua morte) rappresentano i due grandissimi educatori dell’antichità.
Tuttavia, l’occidentale Socrate non possiede la profonda cultura di Confucio, non ha alle spalle la tradizione millenaria dei principi morali ed una così grande esperienza storica come quella posseduta dall’educatore cinese. Di entrambi conosciamo quello che hanno detto i loro discepoli o i loro contemporanei.
Le testimonianze del pensiero di Socrate, attraverso Senofonte, Aristotele e Platone combaciano in parecchi punti con il metodo di Confucio. Educare le anime, formare la virtù è l’essenza sia del confucianesimo e sia del socratismo. Il disegno di entrambi è quello di formare una morale razionale, orientandosi con la bussola della ragione.
Per questo motivo la ragione va fortificata ed illuminata con la scienza. Ma la differenza tra i due educatori, che poi è la differenza tra la attuale morale cinese e la morale occidentale è che per i cinesi la morale individuale accresciuta dal sapere della scienza deve essere sempre in armonia con la natura, con il Supremo, con il tutto.
Questa differenza porta i cinesi ad essere rispettosi dei tempi, dei programmi, dello Stato e degli obiettivi collettivi.
Ecco perché la più grande diga del mondo è stata terminata prima dei tempi previsti, ecco perché l’accrescimento delle città e l’abbattimento degli incroci è velocissimo, ecco perché le conoscenze tecnologiche non sono monopolio di pochi, ma anzi passano rapidamente da un’azienda ad un’altra andando a costituire quelli che noi chiamiamo i bacini tecnologici. Non vi è, al momento, la speculazione individuale e l’egoismo che impera in occidente. Neppure il marxismo è riuscito a modificare il confucianesimo che è arrivato diritto alla Cina moderna.
La Cina marxista si ricorderà era molto diversa dal comunismo sovietico. I sovietici si erano piegati alla burocrazia. I cinesi hanno sempre combattuto la burocrazia invocando una rivoluzione che è partita dalla campagne ed è rimasta permanente nel rispetto profondo delle applicazioni intellettuali conformi al contenuto etico.
Tutto ciò, a mio avviso, sarà il vero vantaggio competitivo che porterà la Cina rapidamente alla guida del mondo.
Tuttavia, l’occidentale Socrate non possiede la profonda cultura di Confucio, non ha alle spalle la tradizione millenaria dei principi morali ed una così grande esperienza storica come quella posseduta dall’educatore cinese. Di entrambi conosciamo quello che hanno detto i loro discepoli o i loro contemporanei.
Le testimonianze del pensiero di Socrate, attraverso Senofonte, Aristotele e Platone combaciano in parecchi punti con il metodo di Confucio. Educare le anime, formare la virtù è l’essenza sia del confucianesimo e sia del socratismo. Il disegno di entrambi è quello di formare una morale razionale, orientandosi con la bussola della ragione.Per questo motivo la ragione va fortificata ed illuminata con la scienza. Ma la differenza tra i due educatori, che poi è la differenza tra la attuale morale cinese e la morale occidentale è che per i cinesi la morale individuale accresciuta dal sapere della scienza deve essere sempre in armonia con la natura, con il Supremo, con il tutto.Questa differenza porta i cinesi ad essere rispettosi dei tempi, dei programmi, dello Stato e degli obiettivi collettivi.Ecco perché la più grande diga del mondo è stata terminata prima dei tempi previsti, ecco perché l’accrescimento delle città e l’abbattimento degli incroci è velocissimo, ecco perché le conoscenze tecnologiche non sono monopolio di pochi, ma anzi passano rapidamente da un’azienda ad un’altra andando a costituire quelli che noi chiamiamo i bacini tecnologici. Non vi è, al momento, la speculazione individuale e l’egoismo che impera in occidente. Neppure il marxismo è riuscito a modificare il confucianesimo che è arrivato diritto alla Cina moderna.La Cina marxista si ricorderà era molto diversa dal comunismo sovietico. I sovietici si erano piegati alla burocrazia. I cinesi hanno sempre combattuto la burocrazia invocando una rivoluzione che è partita dalla campagne ed è rimasta permanente nel rispetto profondo delle applicazioni intellettuali conformi al contenuto etico.Tutto ciò, a mio avviso, sarà il vero vantaggio competitivo che porterà la Cina rapidamente alla guida del mondo.