Pubblicato sul quotidiano” Il Dubbio “di ieri 4 Novembre articolo del Fondatore di “Italia Solidale”

Ieri sul quotidiano Il Dubbio sono state pubblicate le ultime considerazioni di Enzo Rosario Magaldi componente del Centri di riferimento AIDS dellla Regione Campania (esperto di sanità pubblica).

Riportiamo integralmente articolo

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Fondatore di”Italia Solidale”

“A situazioni eccezionali si risponde con provvedimenti immediati e coraggiosi. Per affrontare la seconda ondata della pandemia, che sta assumendo di nuovo proporzioni preoccupanti, occorre adottare misure altrettanto eccezionali iniziando a mettere in rete tutte le risorse disponibili e abbattendo la burocrazia che anche in questi frangenti drammatici blocca importanti decisioni. La storia insegna: le immagini che ci vengono dalle precedenti pandemie, come esempio la Spagnola, la più catastrofica per dimensioni e prezzo di vite umane, ci fa subito pensare a grandi tendopoli, unico luogo per quei tempi per mantenere un certo isolamento e combattere i contagi. Ottimo l’esempio di Torino dove si comincia a entrare in un’ottica di rete per utilizzare al meglio le risorse anche militari, quando possibile, come le caserme e i pochi ospedali militari ancora utilizzabili. Risorse e competenze con le quali potrebbero essere allestiti ospedali da campo per le funzioni di pronto soccorso pre-triage davanti o nei pressi di tutti i nostri ospedali alleggerendo cosi il carico di pressione sugli stessi ospedali. Per quanto riguarda poi il rafforzamento della Sanità sul territorio, innanzitutto sarebbe necessario sottoporre i giovani medici a un rapido corso di formazione affiancandoli ai medici di famiglia, i quali oltre a denunciare un’età media sempre più alta non sono più nelle condizioni di assicurare una soddisfacente medicina territoriale anche perché non sono perfettamente attrezzati di Dpi idonei alla mole degli interventi domiciliari richiesti. Non va dimenticato che attualmente i medici di famiglia sono anche oberati dall’enorme mole di attività burocratiche tra richieste di intervento, prescrizioni e interlocuzione con le Asl.

E’ significativa in tal senso l’intervista rilasciata da un medico di base a un noto quotidiano, il quale lamentava di dover evadere posta elettronica e messaggi di whatsapp nel cuore della notte. A sostegno di questa categoria di medici così essenziale, non va assolutamente sottovalutata anche la “forza-lavoro” potenziale degli studenti del terzo anno di Scienze infermieristiche. Questi ragazzi potrebbero essere impiegati a supporto in tutte le attività sanitarie territoriali. Una volta apprese le procedure standard, i neo laureati e i laureandi potranno mettersi a disposizione delle Asl e contribuire ad affrontare le emergenze mitigando così la pressione sugli ospedali dove si rischia di non poter seguire patologie altrettanto gravi e frequenti.

Questi giovani professionisti potrebbero, tra l’altro, accompagnare i medici di famiglia nella prima visita domiciliare e dopo seguire autonomamente i pazienti, così come altri ragazzi con un minimo di competenza amministrativa potrebbero aiutare gli stessi di medici di base al disbrigo delle procedure burocratiche.

Inoltre andrebbero messi in rete anche gli ospedali militari nei quali alcuni reparti potrebbero essere attrezzati per altre emergenze

In queste giornate così concitate anche i collegamenti tra strutture sanitarie e presidi ospedalieri risultano spesso lenti o paralizzati. Ci sono ambulanze che aspettano anche otto ore prima di entrare con un paziente al pronto soccorso. Quindi l’esigenza di un filtro molto più consistente davanti ai Pronto Soccorso (grazie anche alle strutture leggere da campo). Si potrebbe pensare di coinvolgere tassisti e padroncini, attrezzati con barriere anticovid, per un servizio a pagamento, su base comunque volontaria, per l’accompagnamento dei sempre più numerosi asintomatici verso le residenze che si stanno realizzando (alberghi, altre strutture ricettive riconvertite, ecc), soprattutto in quelle zone delle città dove gli asintomatici non hanno la possibilità di isolarsi tra le mura domestiche. Il tutto, nella speranza che al più presto la comunità scientifica internazionale sia in condizione di determinare la soglia minima di contagiosità del virus (intesa appunto come carica virale, di cui però non abbiamo ancora un test specifico che la riesca a misurare), un parametro importantissimo che potrebbe rendere tutto più rassicurante ai fini del controllo della pericolosità del virus della sua capacità di diffusione della Pandemia e del conseguente stato di disorientamento in cui sono caduti i cittadini.”

Foto .pandemia “cosidetta Spagnola