Cosa hanno fatto i comitati? Un diritto saperlo.Intervento di Enzo Palumbo, Andrea Pruiti Ciarello e Rocco Mauro Todero apparso oggi il

giovedi 7 maggio 2020  su” Il Riformista”

Enzo Palumbo

Andrea Pruiti Ciariello

Rocco Mauro Todero

“Avevamo chiesto l’accesso agli atti indirizzato alla
presidenza del Consiglio, ma il capo della protezione civile
ha detto di no, con una motivazione che non convince.
Ricorreremo quindi al tribunale amministrativo

 La fase 1 dell’emergenza Covid-19 è terminata e con la fase 2 dovremmo andare lentamente verso la normalizzazione della vita. Ma il rischio di un nuovo lockdown incombe sempre: se il numero
dei contagi dovesse tornare a salire, “chiuderemo il rubinetto delle riaperture”, ha
tuonato il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, nel corso della sua ultima diretta televisiva.
È un fatto ormai assodato che il popolo italiano ha affrontato con grande compostezza
e senso di responsabilità la fase 1, ha sopportato straordinarie limitazioni ai suoi diritti
costituzionali, mai verifi catesi prima nella storia repubblicana.
Le misure emergenziali messe in campo dal Governo hanno limitato: il diritto al lavoro
(art. 4 Cost.), la libertà personale (art. 13 Cost.), la libertà di circolazione e di soggiorno
(art. 16 Cost.), di riunione (art. 17), di esercitare in pubblico il culto religioso (art. 19), di
prestazione personale (art. 23), d’insegnamento (art. 33) e di studio (art. 34), d’iniziativa
economica (art. 41 Cost.).
Tutti questi diritti, che possono essere incisi, a seconda dei casi, solo per legge o per atto
dell’Autorità Giudiziaria, sono stati invece compressi con meri atti amministrativi, per
ciò stesso sottratti all’esame del Presidente della Repubblica e del Parlamento, nel
dichiarato intento di tutelare un altro diritto parimenti costituzionale come quello alla
salute (art. 32 Cost.), e tuttavia dimenticando che, proprio ai sensi di tale norma, nessun
trattamento sanitario può essere imposto se non per legge.
Superata la fase 1, ci chiediamo se sia giusto che rimangano avvolte nel mistero valutazioni
dei vari comitati tecnico-scientifi ci che hanno indotto il Presidente del Consiglio dei
Ministri e il Governo ad adottare queste misure.
Perché di mistero si tratta, non di segreto di Stato! Queste motivazioni, contenute in appositi
verbali, non sono state vincolate col segreto di Stato, e quindi dovrebbero essere liberamente
accessibili dai cittadini, in virtù del principio di trasparenza, criterio fondamentale
per il corretto esercizio della funzione amministrativa, a garanzia del principio di
imparzialità e buon andamento della Pubblica
Amministrazione, contenuto nell’articolo 97 della Costituzione. Trovando inconcepibile che, in una matura
democrazia occidentale come la nostra, ancorché nella fase emergenziale che stiamo ancora vivendo, possano rimanere oscure le motivazioni tecnico-scientifiche di atti governativi che tanto hanno inciso sulle nostre vite, il 16 aprile 2020, abbiamo quindi formulato, ai sensi dell’art. 5, comma 2, del D. Lgs.
33-2013, una richiesta di acceso agli atti, indirizzata alla Presidenza del Consiglio dei
Ministri, per ottenere copia dei verbali dei comitati tecnico-scientifi ci.
A questa richiesta, il Capo della Protezione Civile, dott. Angelo Borrelli, ha opposto un
espresso diniego appellandosi all’art.5-bis del D. Lgs n.33/2013, che consente di vietare
l’accesso nei casi previsti dall’art. 24, comma 1, lettera c), della Legge n.241/1990, quando
cioè si tratti di “attività della pubblica amministrazione diretta all’emanazione di atti
normativi, amministrativi generali, di pianificazione e di programmazione, per i quali
restano ferme le particolari norme che ne regolano la formazione”.
Una motivazione, questa, che non convince, e quindi ricorreremo al Tar Lazio avverso
il provvedimento di diniego, e a tal fi ne abbiamo promosso la formazione di un comitato
che sosterrà tutte le necessarie azioni giudiziarie utili a fare luce sull’operato del
Presidente del Consiglio e sul Governo, trovando subito l’adesione del prof. avv. Federico
Tedeschini, dell’avv. Ezechia Paolo Reale e dell’avv. Nicola Galati, coi quali formeremo il
relativo collegio difensivo.
Il fatto si è che quella norma è stata formulata in quei termini per il semplice motivo, evidentemente
ignorato dal dott. Borrelli, che in tali casi l’Ordinamento già prevede altre forme
di pubblicità ancora più pregnanti e garantiste sul fronte della trasparenza, che si
sostanziano nella pubblicazione obbligatoria di quegli atti su albi pretori, bollettini e Gazzetta
Uffi ciale.
Nella lettera del dott. Borrelli c’è poi una chicca finale, quando conclude riservando
alla sua Amministrazione di “valutare l’ostensibilità, qualora ritenuto opportuno, di
tali verbali al termine dello stato di emergenza”, con ciò implicitamente riconoscendo
che non esiste alcuna ragione di segretezza, e per ciò stesso di stare agendo senza rispettare
il principio di trasparenza, che è tale solo se si accompagna, in tempo reale, ai provvedimenti
che siano stati emessi.
Al di là della legittimità dei Dpcm, su cui ci riserviamo di tornare in seguito, siamo convinti
che i cittadini hanno il diritto di conoscere subito, e non soltanto a emergenza
conclusa, quali siano state le motivazioni che hanno giustifi cato le forti limitazioni di molti
dei loro diritti costituzionali, così potendo valutare se la compressione subita sia stata
proporzionata al rischio sanitario, sia per quanto riguarda la natura e l’ampiezza delle
misure adottate, sia per quanto riguarda la loro durata; non senza considerare che la
conoscenza delle motivazioni consentirebbe una maggiore consapevolezza del rischio sanitario
e propizierebbe una più attenta osservanza delle restrizioni imposte, in un’ottica
di crescente responsabilizzazione.
E sin d’ora vogliamo esprimere tutta la nostra preoccupazione per la scelta del dott. Borrelli,
ma sostanzialmente del Governo, in un Paese democratico come ancora è il nostro,
di oscurare le motivazioni tecnico-scientifi -che delle sue decisioni, coprendo gli atti pregressi
con un velo di segretezza surrettizia, perché nemmeno dichiarata nelle forme di
legge.
La nostra Democrazia non consente a nessuno, nemmeno al Presidente del Consiglio dei
Ministri, di sottrarsi al giudizio dell’opinione pubblica man mano che va operando nell’esercizio delle sue funzioni istituzionali.”

Enzo Palumbo
Andrea Pruiti Ciarello
Rocco Mauro Todero ”